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Bandiera Gialla:gli autobus a Bologna sono accessibili ai disabili?



COMUNICATO STAMPA: gli autobus a Bologna sono accessibili ai disabili?
Un’inchiesta del quotidiano telematico di informazione sociale Bandiera
Gialla (www.bandieragialla.it)

Gli autobus attrezzati ci sono, ma non si sa bene quanti, visto che abbiamo
avuto risposte molto diverse. Per un disabile rimane però un’impresa
trovarne uno perché i loro percorsi non sono programmati e allora spetta al
disabile organizzarsi in tempo.
Non esiste nemmeno una mappatura dell’utenza potenzialmente interessata a
certi percorsi; anche intervistando alcuni responsabili di associazioni
emerge il dato che l’autobus non è un mezzo molto utilizzato dai disabili.
Probabilmente la soluzione della mobilità di una persona in difficoltà
motoria non passa attraverso un unico mezzo ma attraverso più opportunità
(il taxi, la macchina privata). Rimane il fatto però che un autobus
pubblico a misura di disabile faciliterebbe la vita anche a tutti gli altri
passeggeri, come gli anziani, i bambini …
Dall’inchiesta emerge anche che i problemi che si pongono non sono mai di
natura tecnica, ma economica (perché le soluzioni per rendere i mezzi più
accessibili costano tanto).
Esistono anche problemi di tipo “sociale” visto che il rallentamento di un
mezzo, dovuto alla salita di un disabile, o un altoparlante molto alto,
utile per un non vedente, potrebbero infastidire gli altri passeggeri. Ma
in questi casi una buona programmazione nei percorsi, una corretta
informazione al cittadino e un’adeguata formazione agli autisti potrebbero
risolvere ogni questione.
La nostra inchiesta si snoda in una serie di articoli e video che danno
spazio alle diverse voci di chi è toccato, come esperto, come gestore o
come utente, dal problema dell’accessibilità dei disabili ai mezzi del
trasporto pubblico. Abbiamo intervistato Andrea Bottazzi, responsabile
della flotta autobus ATC, e Maurizio Lunghi, della segreteria FILT- CGIL.
Dall’intervista al primo, emerge che le attrezzature, come la pedana
estraibile esistono, anche se sono ancora in fase di sperimentazione ed
espansione. Resta però essenziale a livello sociale la figura del
conducente, come punto di riferimento e aiuto a tutti i passeggeri, unita
ad una maggiore disponibilità e attenzione degli utenti rispetto alle
problematiche del disabile che cerca di viaggiare su un mezzo pubblico.
Secondo Lunghi della Filt-Cgil, invece, il problema risiede soprattutto
nell’assenza di una programmazione nella circolazione dei mezzi accessibili
ai disabili, collegata al fatto che non esiste una mappatura dei disabili a
Bologna che la renda possibile.
Altro problema risiede nell’urbanistica di Bologna, tema sul quale insiste
anche Egidio Sosio, dell’Istituto Cavazza: sono le barriere architettoniche
che rendono difficile ad un disabile circolare all’interno della città. Le
stesse barriere che, secondo Lunghi, talvolta annullano l’utilità del
pianale ribassato (l’entrata dell’autobus), poiché non sempre esso coincide
con il marciapiede, ammesso che il marciapiede ci sia. Sosio ricorda anche
come spesso le attrezzature, pure esistenti, non vengano utilizzate o
vengano rese inservibili per non arrecare disturbo all’utenza regolare: ad
esempio, i dispositivi di segnalazione acustica sono inservibili se ne
viene abbassato il volume.
Abbiamo pensato di intervistare anche due esperti di problemi di mobilità:
Roberto Alvisi, presidente provinciale della Unione Italiana per la Lotta
alla Distrofia Muscolare, e Leris Fantini, del Centro Europeo di Ricerca e
Promozione dell’Accessibilità. Entrambi ci parlano dei servizi alternativi
al mezzo pubblico, arrivando però alla conclusione che un autobus a misura
di persona disabile comunque rende più facile l’utilizzo dell’autobus anche
all’”utenza dolce”, formata soprattutto dagli anziani, che costituiscono
una grossa fetta dei passeggeri.
Rispetto all’uso effettivo del mezzo da parte dei disabili, unanime è
l’opinione delle associazioni di disabili che siamo riusciti a contattare:
anche se esistono autobus attrezzati, i disabili non li usano, preferendo
appoggiarsi alle stesse associazioni o ai mezzi alternativi.
Esiste infine, e ciò è emerso anche nel corso di tutta l’inchiesta, un
serio problema di informazione e pubblicizzazione delle iniziative dell’ATC
in favore dei disabili: non solo i disabili e le associazioni ne sono per
lo più all’oscuro o scarsamente informati, ma all’interno della stessa
azienda le informazioni che abbiamo recepito sono contraddittorie, come
mostrano le nostre interviste e le telefonate effettuate ai call center.
I problemi emersi dalle interviste sono stati documentati con due filmati
che corredano l’inchiesta. Nel primo filmato vengono mostrate le risposte
dell’ATC ai problemi che un disabile deve affrontare quando decide di
utilizzare l’autobus: mezzi dotati di ausili esterni (pedana, kneeling) e
interni (postazione riservata e attrezzata) che rendono l’autobus
totalmente accessibile. Il secondo filmato presenta l’esperienza di un
disabile motorio e del suo accompagnatore nel tentativo di utilizzare gli
autobus attrezzati delle linee urbane 30 e 17. In questo caso emerge che il
problema non sta tanto nella presenza di ausili ma nella corretta
formazione degli autisti: una conoscenza adeguata delle operazioni da
effettuare rende “indolore” l’uso del mezzo per il disabile e per gli altri
passeggeri. Mai come in questo caso, in cui le interviste hanno messo in
luce una situazione complessa e con molti pareri coinvolti, l’utilizzo del
video come ulteriore fonte di informazione offerta dal web si è dimostrato
efficace.



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Nicola Rabbi
Centro Documentazione Handicap di Bologna
www.accaparlante.it
Bandiera Gialla, quotidiano telematico di informazione sociale a Bologna e 
dintorni
www.bandieragialla.it