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Buongiorno, L'opinione..(OAA-OTA)
Bussolengo Verona 10/01/2001
Buongiorno,
mi chiamo Massimo Gatti, svolgo il ruolo di operatore addetto
all'assistenza presso la coop. sociale "Filo Continuo" in una comunità
alloggio per insufficenti mentali.
Vi scrivo per avere, se possibile, una vostra opinione sullo sviluppo
che stà avendo il ruolo dell'operatore addetto all'assistenza, sepre
più professionale e qualitativo.
Questo mio interesse nasce dalla necessità di un diverso inquadramento
della figura oaa-otaa, non più associato ad una più completa forma di
pseudo-volontariato, ma proprio come lavoro professionale.
Sia chiaro che non intendo svalutare il volontariato,grande forza e
punto focale di partenza di tutte le cooperative sociali, intendo solo
cercare di dare ad ogni figura un inquadramento specifico.
Non sento questa figura (mi riferisco in particolare agli oaa)
adeguatamente considerata, come dimostra il contratto per operatori
sociali recentemente siglato e a cui fanno riferimento le convenzioni
che le ASL stipulano con le cooperative.(che si riperquote sullo
stipendio ovviamente).
D'altro canto come poter fare diversamente che tenere al minimo
le "spese" per assicurarsi appalti che si giocano al"ribasso"?(...MA
PUNTIAMO SULLA QUALITA' O SULLA QUANTITA'?)
Questo particolare aspetto molto succintamente accennato è solo la
punta di un iceberg che stà piano piano affiorando e che credo
(opinione personale) con il tempo farà discutere.
E anche certo che questo mio "malessere" non è isolato anzi, molti oaa
sentono questo problema tanto è vero che già nel mio territorio si è
mosso qualcosa.
C'è stata in data Lunedì 18 Dicembre 2000 presso l'auditorium di
Villafranca (VR) un assemblea rivolta agli operatori delle associazioni
e cooperative sociali operanti nel territorio dell' ASL 22.Un incontro
di approfondimento e dibattito su questo terzo settore, che ha avuto i
seguenti punti principali
1-- le retribuzioni contrattuali (in particolare nel settore sociale)
non sono adeguate al ruolo ed alle mansioni dell'operatore, a
differenza di quanto succede per gli operatori del settore sanitario.Si
rischia,nel tempo, la perdita di professionalità e ruoli operativi di
primo piano.(oltre che una necessaria ma non sepre desiderata "fuga" di
operatori dal sociale al sanitario).
2-- non c'è chiarezza nell'individuazione, all'atto della
sottoscrizione di un contratto nazionale, di chi siano le controparti,
con tutto quello che questo comporta.O meglio è chiaro chi sia la
controparte "sindacale", un po meno quella "datoriale".Federsolidarietà
o Legacooperative chi rappresentano:i diritti dei soci o l'aspetto
imprenditoriale(e sappiamo quanto pesa in questo aspetto il costo del
lavoro)?
3-- Cosa possono fare gli addetti del settore per "contare" di più?
Al dibattito hanno partecipato un segretario Provinciale F.P.S. CISL ed
un Segretario U:S:T. CISL.
Abbiamo in sostanza cercato di DARE INIZIO ad un percorso di
discussione e proposte concrete cominciando da e con chi il contratto
lo ha siglato.
Stiamo formando un comitato per organizzare e concretizzare questo
percorso.
Vorrei, se possibile, sapere la vostra opinione in merito a questa
discussione.
Ringrazio per la cortese attenzione.
Massimo Gatti
wastars@libero.it