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Assemblea Regionale Volontariato: la posizione dell'ARCI



    Carissimi,
a seguito dell'Assemblea Regionale del Volontariato, svoltasi ad Arborea il
18 e 25 di novembre, che ha avuto numerose code polemiche rappresentate
dalla Consulta Provinciale del Volontariato di Sassari, ecco la posizione
del Comitato Regionale di ARCI Sardegna che è stata oggi divulgata anche a
mezzo stampa.
    E' una posizione di forte critica verso gli esiti dell'Assemblea e
sulla gestione della stessa che va a tutto svantaggio del mondo del
volontariato.
    Chiediamo al Presidente della Giunta Regionale On. Mario Floris, che è
anche Presidente dell'Osservatorio Regionale del Volontariato,
l'annullamento dell'Assemblea e la ripetizione della stessa per gravi
irregolarità formali.
    La nostra Associazione si è resa da subito disponibile per un incontro
con tutte quelle associazioni che ritengono di essere state penalizzate da
esclusioni preventive al confronto democratico.
 
Franco Uda                                                                   
 
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ARCI Nuova Associazione - Comitato Provinciale di Sassari
Ufficio di Presidenza
V. Manno 31, 07100 Sassari
Tel./fax: 079.234543
E-mail: uda.arci@tin.it
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COMUNICATO STAMPA


L'Assemblea Regionale del Volontariato, tenutasi ad Arborea il 18 e 25
novembre, sarebbe dovuta essere una straordinaria occasione di rilancio di
un mondo che vive ancora di scarsa visibilità, di inadeguato riconoscimento
della propria azione, di deboli organismi di rappresentanza. Oggi, dopo
Arborea, ritroviamo un volontariato più debole, meno autorevole e meno
credibile perché diviso, attraversato da sospetti, messo a nudo nelle
proprie debolezze.
Le polemiche sui risultati dell'assemblea non c'entrano nulla con la
storica rivalità tra Cagliari e Sassari come potrebbe sembrare leggendo i
resoconti giornalistici. Ad Arborea non si è svolta una partita di calcio
con contrapposte tifoserie delle due città né una di quelle sagre paesane
dove spesso si manifestano energicamente i campanilismi tra i nostri paesi.
C'è un sentimento di ingiustizia che si coglie in un grandissimo numero di
organizzazioni e di volontari, la percezione che sia stato violato un
diritto, il diritto ad essere elettori attivi e passivi senza censure,
senza impedimenti di cui non si comprende il significato: il volontariato
sardo non rifiuta le regole, rifiuta la strumentalità della gestione
dell'Assemblea a cominciare dall'insediamento della presidenza fino alle
norme sull'accreditamento delle Associazioni.
Sarebbe un'imperdonabile errore sottovalutare questa protesta o dargli una
valenza marginale. E' il momento di dimostrare senso di responsabilità e di
giustizia, da parte di tutti; è il momento di ripartire dal punto in cui si
è verificata la rottura; è il momento in cui la ragionevolezza deve avere
il sopravvento sulla passionalità: bisogna rifare le votazioni, bisogna
poter ripresentare le candidature ad una Commissione Elettorale bilanciata
e di garanzia, bisogna poter ridare voce e opportunità a quanti hanno dato
la propria disponibilità ad un compito di rappresentanza rimettendoli al
giudizio del voto democratico.
Le cavillose motivazioni con cui sono state respinte alcune candidature e
che hanno aumentato la tensione nell'assemblea sarebbero state più consone
in certi congressi dei partiti della cosiddetta prima repubblica piuttosto
in un'assise di persone dedite all'impegno sociale.
Solo una lucida premeditazione poteva pretendere che in appena mezz'ora si
formulassero le candidature, impedendo eventuali accordi unitari tra le
associazioni se non quelli già precostituiti; si è preferito perdere alcune
ore in insulti e scontri, perfino fisici, anziché concedere 5 minuti per
permettere di perfezionare le liste dei candidati.
Ma non è solo per il rispetto della forma o delle procedure che riteniamo
doveroso sostenere la richiesta di annullamento dei risultati
dell'assemblea e la ripetizione delle votazioni fin dalla fase delle
candidature.
Solo così sarà possibile sgombrare ogni sospetto, per restituire al
volontariato della Sardegna il diritto di designare i propri rappresentanti
e perché questi, una volta eletti, si sentano a pieno titolo
rappresentativi di tutte le associazioni svolgendo il loro compito nei
prossimi tre anni sicuri di esserne degni.
Ad essi spettano infatti compiti di cruciale importanza per la crescita
organizzativa e culturale del volontariato. Spetta anche la responsabilità
di superare la fase iniziale e necessariamente sperimentale
dell'applicazione della legge sul volontariato e verificare le possibili
modifiche come di impegnare e utilizzare al meglio i fondi messi a
disposizione dalle Fondazioni bancarie.
Si tratta di svariati miliardi che, per la situazione in cui sono costrette
ad agire molte associazioni e per i tagli ai bilanci nazionale e regionale,
rappresentano un'opportunità da non scialacquare.
Non lo possiamo permettere! Non possiamo permetterci di perdere nessuna
delle occasioni che ci si presentano, nessuno degli attori che della
compagnia fanno parte. Il mondo del volontariato sardo, un arcipelago di
colori, di sensibilità, di vocazioni diverse, ha bisogno di unità, di
valori condivisi intorno ai quali crescere, di rappresentanza autorevole e
riconosciuta. Come potremo affrontare le nuove sfide che ci sono proposte
se non abbiamo tutto ciò? Come potremo affrontare la transizione da un
welfare dei diritti ad uno delle opportunità? Come potremo confrontarci con
i soggetti istituzionali locali attraverso cui passeranno le nuove
prospettive per il volontariato? Con quale credibilità solleveremo
rivendicazioni nei confronti degli Enti Locali e del mondo politico?
Ribadiamo, tutti insieme, il principio dell'inclusione, della
partecipazione, della democrazia vera. Da domani il volontariato sardo
potrà affrontare le nuove sfide con la consapevolezza di essere soggetto
forte, autorevole, riconosciuto; potremo mettere in grado i nostri
rappresentanti nell'Osservatorio Regionale, nel Comitato di Gestione dei
Fondi Speciali, nella Consulta Socio-Assistenziale di essere i
rappresentanti di tutti, di non essere i figli di un'ingiustizia.
Affrontiamo il confronto democratico dell'urna senza esclusioni preventive
e senza che questo diventi la "sfida finale". L'alternativa è richiudersi
nel fragile guscio delle presunte ragioni di chi ha comunque vinto, di
aprire una stagione buia e squalificante, fatta di ricorsi e di polemiche,
per la gioia di quanti non condividono le ragioni della solidarietà e non
vogliono farci "spiccare il volo".


ARCI Sardegna
Comitato Regionale