Venerdì 29 marzo: Fukushima raccontata dai libri alla galleria d'arte ONO



Fukushima raccontata dai libri alla galleria d'arte ONO

Venerdì 29 marzo alle 18.30 verrà presentato alla galleria d'arte contemporanea ONO - in via Santa Margherita 10, Bologna - il libro "Un ponte per Fukushima, un ponte per la speranza" (Atmosphere edizioni), una raccolta di racconti e reportage di scrittori giapponesi contemporanei sulla tragedia della centrale atomica di Fukushima colpita dall'onda della tsunami l'11 marzo del 2011.
Durante la serata, presentata da Paola Scrolavezza, ricercatrice di Lingue e Letterature del Giappone all'università di Bologna, interverranno Ichiguchi Keiko, mangaka, autrice di “Malgré tout fleurissent les cerisiers” (Malgrado tutto, i ciliegi fioriscono, edizioni KANA - Bruxelles),  e Paolo Salom, giornalista e autore dell’ebook “Fukushima e lo tsunami delle anime" (edizioni quintadicopertina - www.quintadicopertina.com).
 
"Il volume che presenteremo - dice Paola Scrolavezza - è stato pubblicato in Giappone da una casa editrice no profit ed è la raccolta di una serie di testimonianze di scrittori giapponesi di età molto diversa tra loro. Non si tratta solo di racconti ma anche di testimonianze e commenti scritti subito dopo l'evento, nei mesi successivi in cui la situazione era ancora confusa e dominava la paura".
La sfida che sta dietro all'idea del libro è quella di vedere se le parole sono in grado di rendere conto di questo disastro, se la letteratura può cercare di raccontare l'orrore, senza travisarlo. Il Giappone nella sua storia si è già posto questo problema anche in occasione dei bombardamenti nucleari a Hiroshima e Nagasaki.
"I racconti e le testimonianze sono molto diversi tra di loro - continua a spiegare Paola Scrolavezza - dato che ogni scrittore ne ha dato una interpretazione completamente diversa; in molti casi l'evento non è citato espressamente, ma si cerca di rappresentare la tragedia seguendo il filo della fantasia che diventa incubo, come nel caso di una strano mostro che abita in una piscina di una scuola o nella storia di una ragazza dedita al giardinaggio che comincia a piantare non più fiori ma degli oggetti che le arrivano, oggetti sempre più inquietanti e deteriorati".

Molto diverso è il libro "Fukushima e lo tsunami delle anime" che è nato da un nucleo di articoli scritti in Giappone durante la crisi nucleare da Paolo Salom inviato del Corriere della Sera.
"E' la narrazione del mio viaggio 'a ritroso' verso la fonte della paura: la centrale di Fukushima-Daiichi - racconta Paolo Salom - Quando sono arrivato in Giappone, l'aeroporto di Tokyo era ormai chiuso per via dei timori di contaminazione radioattiva. Perciò ho dovuto fare scalo a Osaka. Da lì, mentre stranieri e giapponesi si allontanavano dal centro del pericolo, io ho piano piano risalito la corrente, in direzione opposta. Nel farlo ho raccontato episodi piccoli e grandi, ho parlato con artisti, scrittori e gente comune: le loro storie, la loro esperienza sono quello che in un'espressione è diventato il titolo del libro: lo "tsunami delle anime".
E il libro descrive bene il senso di smarrimento di un Paese intero, il Giappone, travolto da un accidente del destino che era impossibile prevedere in quelle proporzioni. Un popolo che negli ultimi sessant'anni ha puntato tutto sulla razionalità, l'efficienza, l'organizzazione si è scoperto fragile, senza risorse. Eppure, nonostante l'enormità del disastro, ha saputo ancora una volta rimettersi in piedi.
Ma a distanza di due anni dall'incidente qual è il clima culturale e politico riguardo al tema dell'energia nucleare? "Ci sono due posizioni fondamentali - afferma Paolo Salom - da una parte è evidente a tutti che l’atomo è una parte molto importante dello sviluppo economico del Giappone (prima dell'incidente forniva il 30% del fabbisogno nazionale di energia elettrica). Quindi, nonostante i timori, è necessario riavviarne la produzione. Dall'altra è chiaro ormai che un incidente nucleare è sempre possibile e, quando si verifica, non c'è appello, non c'è difesa. In Giappone oggi c'è molta rassegnazione: il vulcano invisibile continua a eruttare il suo carico di radioattività. Ma la gente non può far altro che convivere con una realtà che ormai appare, per i nostri criteri umani, eterna".

Per informazioni sull'evento
Galleria ONO  tel. 051/26.24.65
www.onoarte.com
paola.scrolavezza at unibo.it


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Nicola Rabbi
www.bandieragialla.it
@NicolaRabbi
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