Panopticon: l'arte si fa espressione sociale
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- Date: Tue, 21 Jun 2011 15:07:28 +0200
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Trieste Parco Culturale di San Giovanni 23 giugno-1° luglio
Panopticon: l’arte si fa espressione sociale
Inaugurazione 23 giugno ore 19.30 Spazio Rosa
Trieste
Immagini, testi, suoni, voce e spazio in una relazione condizionante in cui ogni elemento interagisce ed influisce sull’altro. È “Panopticon”, l’installazione in mostra a Trieste dal 23 giugno
al 1° luglio 2011 presso lo Spazio Rosa, nel Parco Culturale di San Giovanni. L’opera proposta dal gruppo Kant machine nasce come sperimentazione creativa all’interno di una cornice più ampia, il progetto nazionale di facilitazione
sociale realizzato dal 2006 in tutta Italia con i Circoli di Ascolto organizzativo.
Ospitata all’interno della seconda edizione di Impazzire si può, l’opera sarà inaugurata giovedì 23 giugno alle 19.30 nello Spazio Rosa del Parco di Trieste.
Visitando Panopticon, lo spettatore non è confinato in un ruolo di contemplazione passiva, ma invitato a partecipare emotivamente e criticamente in una dimensione immersiva ed esperienziale.
Attraverso sistemi di rilevamento acustico e ambientale lo spettatore, compiendo semplici azioni all'interno dello spazio, può partecipare alla costruzione del senso dell'opera in tempo reale. Panopticon è costruito con una struttura modulare che si adatta
di volta in volta allo spazio, alle occasioni e alle risorse che trova, creando così una relazione unica con ogni città e con la sua capacità di installare il Panopticon come esperienza viva e vitale di scambio e di riflessione
all’interno della comunità sociale.
“Kant machine è un gruppo di ricerca e ricognizione che, attraverso la riflessione filosofica e la sperimentazione artistica costruisce messaggi, immagini e progetti di sviluppo delle comunità
sociali – spiega Alessandro Rinaldi che con Leo Kopacin ha fondato il gruppo - . Il progetto fonde l’esperienza di due soggetti attivi da molti anni in tutta Italia su percorsi di eccellenza: Dof Consulting, gruppo di ricerca sulla facilitazione sociale ed
Ezzthetic, studio di produzione visuale e musicale. Il gruppo basa la sua esperienza su percorsi e progetti realizzati in diversi mondi: dalla ricerca scientifica alla sperimentazione artistica, dall’industria alla sanità, dalla pubblica amministrazione alla
cooperazione sociale”.
L’installazione a Trieste rappresenta un vero e proprio atto di fondazione di un’opera che sarà successivamente portata in altre città italiane ed europee ma che rivendica una paternità triestina.
Per questa importante anteprima nazionale Kant machine ha ottenuto il Patrocinio della Provincia di Trieste e la collaborazione del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, di Area Science Park e dell’associazione culturale Nadirpro. Inoltre diverse ed eterogenee
realtà di eccellenza di Trieste e del Friuli Venezia Giulia hanno voluto sostenere il progetto in termini di investimento culturale, sociale ed economico: il Consorzio Interland, Wartsila Italia, la cooperativa Itaca di Pordenone e Zidarich, il noto produttore
di vini del Carso.
Il “concetto” Panopticon di Kant machine
[Panottico]:
ciò che è visibile in ogni sua parte attraverso un unico sguardo.
Il Panopticon è l’edificio progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham, una visione al contempo di assoluta bellezza e di estrema dominanza. Questo edificio a forma radiocentrica
doveva realizzare la visione onnisciente del potere: controllare contemporaneamente i prigionieri di un istituto di detenzione attraverso lo sguardo di un solo guardiano. Alla visione del Panopticon si ispira l’installazione ideata da Kant machine. La costruzione
di uno spazio panottico diventa il punto di partenza per evocare la testimonianza immaginaria di due figure capaci di proporre una riflessione radicale e seminale sul tema della libertà e del rapporto tra individuo e istituzione: lo psichiatra Franco Basaglia
ed il pensatore Ivan Illich.
Il riconoscimento del valore terapeutico della libertà e la possibilità di costruire e curare attraverso la relazione e non attraverso la detenzione, l'idea di trasmissione del sapere in un
contesto conviviale piuttosto che nell' angusto ambito istituzionale, rendono il pensiero di Basaglia ed Illich di assoluta attualità. Le diverse prospettive si affiancano in ogni angolo dell'installazione. Noi siamo posti esattamente in mezzo, all’interno
di un ambiente che ci porta a riflettere sulla nostra percezione immergendoci in un gioco di specchi. Mentre le parole di Basaglia ed Illich e lo sguardo di Bentham si inseguono in un vertiginoso parallelismo, la responsabilità dell’esperienza è tutta nostra,
immersi contemporaneamente nella posizione dello spettatore, del guardiano, del convitato, del detenuto, del malato, dell’uomo liberato.
Info e contatti:
Kant machine
Alessandro Rinaldi
Cell. 347 7240386 alessandro.rinaldi at dofcounseling.com
www.kantmachine.com
http://www.kantmachine.com/dow.html
hq at kantmachine.com
www.dofcounseling.com
www.ezzthetic.com
Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
Prot. 959 -------------------------------------------------------------------------------- COOPERATIVA ITACA Soc. Coop. Soc. ONLUS Vicolo R. Selvatico, 16 33170 - Pordenone Tel. 0434366064 - Fax 0434253266 -------------------------------------------------------------------------------- Informativa Privacy - Ai sensi del D. Lgs n. 196/2003 (Codice Privacy) si precisa che le informazioni contenute in questo messaggio sono riservate e ad uso esclusivo del destinatario. E' vietato l'uso, la diffusione, distribuzione o riproduzione da parte di ogni altra persona. Qualora il messaggio in parola Le fosse pervenuto per errore, La preghiamo di eliminarlo senza copiarlo e di non inoltrarlo a terzi, dandocene gentile comunicazione all’indirizzo articolo7 at itaca.coopsoc.it Qualsivoglia utilizzo non autorizzato del contenuto di questo messaggio costituisce la violazione dell'obbligo di non prendere cognizione della corrispondenza tra altri sogetti, salvo più grave illecito, ed espone il responsabile alle relative coseguenze. |
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