Articolo a 20 anni dall'attacco all'Iraq
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- Date: Tue, 18 Jan 2011 08:31:05 +0100 (CET)
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Le non verità di Wiki Licks a 20 anni dalla guerra del golfo
Nel mese di luglio del 1988 ormai stremati e con nessuna prospettiva di vittoria nella guerra tra Iraq e Iran, i due paesi, decidono e concordano la tregua con la mediazione dell’ONU.
In quel periodo sia gli Stati Uniti, sia l’Unione Sovietica che molti paesi occidentali (come Germania, Francia, Italia) fornirono a Saddam Hussein le armi più potenti e moderne.
Nel 1982, il presidente Ronald Regan rimosse l’Iraq di Saddam dalla lista nera degli stati che appoggiavano il terrorismo internazionale per potergli offrire aiuti consistenti.
Gli USA promisero all’Iraq strumenti per sviluppare armi di distruzione di massa e nel 1983 lo stesso Rumsfield si recò a Baghdad a siglare lo storico accordo di collaborazione militare con Saddam in funzione anti iraniana.
Con la nuova presidenza, Bush, addirittura invitò gli ingegneri iracheni per apprendere i metodi più avanzati per sviluppare le armi nucleari.
Wiki Licks in questi giorni ha diramato un comunicato dove si afferma che gli USA mai appoggiarono l’invasione del Qwait da parte irachena.
Niente di più vero, ma nemmeno niente di più falso.
In realtà gli USA attirarono l’Iraq in una vera e propria trappola, infatti in una cena alla quale era presente l’allora Ambasciatrice americana a Baghdad signora April Glaspie, Saddam minacciò l’invasione del Kuwait se fossero continuate le provocazioni di quel paese contro l’Iraq.
Bisogna tenere presente che In quel periodo rientravano dal fronte iraniano circa 1 milione di soldati iracheni e le necessità economiche dell’Iraq erano enormi dovendo superare la grave crisi economica dovuta alla guerra e la riammissione al lavoro dei combattenti.
Già dalle ultime fasi della guerra contro l’Iran, il Kuwait aumentò in modo inspiegabile e pretestuoso il prezzo del barile di petrolio provocando già in questo modo un grave danno all’economia irachena, ma la cosa che spazientì Saddam fu che poco prima della fine della guerra gli sceicchi del Kuwait cominciarono a spostare il confine di qualche centinaia di metri al giorno verso Nord, ovvero rubando parte del territorio iracheno.
Non solo, ma i Kuwaitiani cominciarono anche a depredare l’Iraq, perforando il terreno in modo trasversale così da pompare il petrolio direttamente dai pozzi iracheni.
Quando Saddam fece queste pesanti accuse e minacciò l’invasione, nel caso il Kuwait avesse continuato in quel modo, l’Ambasciatrice April Glaspie rispose molto semplicemente che quel problema era una questione tra i due Governi e che gli Usa non sarebbero mai intervenuti.
Saddam cadde in pieno in quella che non solo era e si rilevò una trappola, ma offrì la circostanza e l’alibi all’intervento americano.
In realtà già dal 1989 gli USA preparavano la guerra all’Iraq cominciando a pensare alla distruzione di qual paese per ottenere due condizioni essenziali:
- l’egemonia sulle risorse energetiche vitale per la sua economia e benessere;
- la superiorità militare nell’area e quindi nel mondo.
Con la presa del potere in Iraq attraverso la nomina di uomini e governi compiacenti, gli americani oltre allo sfruttamento incontrollato del petrolio iracheno (tra i migliori al mondo per qualità) avrebbero ottenuto un nuovo e decisivo posizionamento geo-politico con basi militari avanzate con le quali avrebbero potuto controllare e minacciare tutto il Medio ed Estremo Oriente e una maggiore influenza di controllo su Cina e Russia (similmente quanto già accaduto in Cile con la preparazione del colpo di stato e l’avvento di Pinochet, si è ripetuto in Iraq).
Dal sig. Assage ci aspettavamo qualcosa di più che gossip internazionale e verità di poca o nessuna importanza.
Una occasione persa per la stampa libera che ancora una volta ha mancato di ricordare:
- i circa 2 milioni di morti a causa della guerra e dell’embargo;
- la distruzione totale del tessuto industriale e produttivo del Paese;
- gli eccidi e i crimini commessi in nome della “nuova democrazia” e della guerra al terrorismo;
- la rapina e la distruzione delle immense ricchezze archeologiche patrimonio dell’umanità;
- l’assassinio premeditato di centinaia di miglia di donne e bambini innocenti;
- il furto delle immense riserve energetiche di petrolio;
C’è tanto, e ancora di più perché la famiglia Bush e il governo americano rispondessero per i crimini di guerra e crimini contro l’umanità di fronte ad un tribunale internazionale.
Ora però nessuno ha il coraggio, e gli uomini e la storia dovranno ancora aspettare.
Contro il popolo iracheno, senza distinzione religiosa, etnica o culturale è stato fatto tutto il male possibile e oltre ai morti, milioni quelli costretti a fuggire..
Questa è la verità, il resto è propaganda del neo nazismo globale.
16 gennaio 2011
Tusio De Juliis
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