Gorizia - Ape donato a Coop di Rom del Montenegro: è polemica



Coop Arcobaleno accusata di sperpero di denaro pubblico
Ape donato a Coop di Rom del Montenegro: è polemica
Legacoopsociali Fvg al Piccolo di Gorizia: “speculazione giornalistica contro l’intero comparto”


Gorizia

Un motocarro Ape donato ad una Cooperativa sociale di Rom del Montenegro fa scattare la polemica. Progetto internazionale ProCoop nel mirino, la Cooperativa sociale arcobaleno di Gorizia accusata di “sperpero di denaro pubblico e non massimizzazione delle spese”, ma l’associazione regionale che riunisce le Coop sociali del Friuli Venezia Giulia insorge. “E’ un esempio scandaloso di disinformazione giornalistica – tuona Gian Luigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali Fvg, che accusa -: quella messa in atto dal quotidiano Il Piccolo, edizione di Gorizia, è una campagna scandalistica ingiusta”.

I fatti secondo Bettoli. “Una Cooperativa sociale goriziana - spiega il presidente di Legacoopsociali regionale - dona ad una Cooperativa sociale del Montenegro, costituita da persone di etnia rom, un motocarro Ape, dismesso da un'Azienda pubblica di servizi, la Iris, sempre di Gorizia. Il valore dell'Ape è di poche decine di euro, praticamente ferrovecchio”.
Accade così che “la Cooperativa Sociale goriziana lo aggiusti, trasporti e consegni a sue spese, alcune migliaia di euro. Dal nulla risorge, grazie al riciclo, una possibilità operativa da parte di persone svantaggiate in un Paese in via di sviluppo”. Il tutto avviene all'interno di un evento pubblico e “nell'ambito del progetto internazionale ProCoop, finalizzato al sostegno ed alla riqualificazione del Movimento Cooperativo in vari Paesi balcanici, intra ed extraeuropei”. All'evento partecipa anche “e non certo con funzione secondaria il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo”, che, come ben ricorda Bettoli (che nella Presidenza Nazionale di Legacoopsociali è anche responsabile per la Salute mentale, le Dipendenze e le Nuove marginalità), è “buon conoscitore e sostenitore della Cooperazione, particolarmente di quella sociale”.
La Cooperativa sociale in questione è la Arcobaleno di Gorizia, “una realtà storica della Cooperazione sociale friul-giuliana ed italiana, sorta proprio 30 anni fa grazie all'impegno di don Alberto De Nadai, uomo di punta della Arcidiocesi goriziana nel campo della solidarietà”. Lo stesso De Nadai – prosegue il presidente di Legacoopsociali Fvg – “fondatore negli anni successivi di numerose e qualificate altre iniziative a favore dei poveri, dei tossico ed alcool dipendenti, dei carcerati”.
A presiedere oggi la Cooperativa sociale Arcobaleno, “fiore all'occhiello di Legacoop in quella provincia”, è Fabrizio Valencic, cooperatore triestino con un lungo passato nella Cooperazione sociale nata dal Movimento di deospedalizzazione psichiatrica e manicomiale promosso da Franco Basaglia grazie anche alla Legge 180. Valencic ha esperienza peraltro anche di Cooperazione internazionale tra Cooperative ed Imprese sociali.
Le accuse di Legacoop sociali Fvg contro l’edizione goriziana de Il Piccolo. “Il quotidiano Il Piccolo, edizione goriziana, inizia il 1° ottobre – afferma Bettoli - una campagna scandalistica a proposito dell'iniziativa. Il succo degli articoli è che ci sia stato sperpero di denaro pubblico. Non massimizzazione delle spese utilizzate per convegni ed incontri internazionali già progettati, approvati dalle superiori istanze, e programmati da tempo, ma il contrario. Praticamente una specie di "volo di stato", di quelli cui ci ha abituato ordinariamente la politica italiana”.
Il risultato di tale posizione del quotidiano goriziano sarebbe, sempre stando alle affermazioni del presidente di Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia, quello “di far apparire con la "c" minuscola un'esperienza storica, che non a caso abbiamo voluto descrivere con singolare sovrabbondanza di maiuscole”.
Ma il presidente di Legacoopsociali Fvg va oltre. “Il sospetto è che se non si fosse trattato, come beneficiario, di una Cooperativa sociale di Rom, non ci sarebbe forse stata polemica. Quegli stessi Rom – incalza Gian Luigi Bettoli - che sono stati le vittime delle recenti Guerre Balcaniche, massacrati da ognuna delle parti in conflitto ed assai maltrattati anche dai regimi sorti successivamente. Non a caso masse di Rom sono fuggiti in gran numero nel nostro Paese: si fa un gran parlare di aiutare i migranti nel loro Paese ma poi, se lo si fa sul serio, e per di più con poca spesa, si viene insultati gratuitamente a mezzo stampa”.
Bettoli ricorda altresì che Gorizia è stata “l'unica città italiana che ha avuto il raro, e non gradito, "privilegio" di vedere qualche sua piazza attraversata dai proiettili della Guerra di Indipendenza della Slovenia, vista la contiguità tra Gorizia e Nova Gorica, nome della gemella città slovena scritto con diversa grafia ma da leggersi esattamente come il nome italiano, solo senza le seconda "i"!”. Ebbene, prosegue Bettoli, “chiunque fosse stato testimone degli effetti "italiani" della battaglia sul piazzale del posto di confine della Casa Rossa, sarebbe diversamente sensibile ai temi della Cooperazione Internazionale e della stabilizzazione dei Paesi balcanici”.
La chiosa di Bettoli sull’informazione locale è amara e riguarda il pericolo della presenza del “germe, da cui, per fortuna, la maggioranza della categoria è vaccinata, del demagogo populista, dedito a fustigare i deboli ed a lasciare indenni i potenti. Questo germe non si chiama "giornalismo", ma - con termine slavo, per l'appunto – dizinformacija, leggasi: disinformaziia, con la "s" dura”.

Legacoopsociali Fvg