Pordenone 12 febbraio - Il Dsm cataloga la 180 in "Undicimila giorni di storia"



Pordenone 12 febbraio: riflessione aperta con la città sul tema della salute mentale
Il Dsm cataloga la 180 in "Undicimila giorni di storia"
Sarà presentata la ristampa anastatica di "Morire di classe" il testo firmato nel 1969 da Franca e Franco Basaglia

In allegato un'immagine della mostra "Undicimila giorni storia":  1 - Guido Cecere, 2008, Azienda Agricola "Il Seme" Fratte di Fiume Veneto (Pn)


Pordenone

Giovedì 12 febbraio alle 17, presso l’ex Convento di San Francesco a Pordenone, sarà presentato alla cittadinanza il catalogo della mostra “Undicimila giorni di storia” che per l’occasione verrà riallestita per una settimana (da lunedì 9 a domenica 15 febbrao). L'evento, che succede in ordine cronologico alla presentazione all'interno della più ampia Festa del libro con gli autori di Pordenonelegge.it, vedrà in esposizione le fotografie di Gianni Berengo Gardin, Cesare Rizzetto, Neva Gasparo, Claudio Ernè, Guido Cecere, Moira Piemonte e Cristina Pittuello. "Undicimila giorni di storia" illustra il percorso lento e non sempre lineare della riforma psichiatrica negli ex manicomi del Friuli Venezia Giulia e delle province limitrofe.
L'evento, che sarà accessibile agli studenti degli Istituti superiori all'interno della campagna di sensibilizzazione sul tema della salute mentale, godrà altresì della presentazione della ristampa anastatica di "Morire di classe", il testo di Franca e Franco Basaglia pubblicato nel 1969 da Einaudi, a cura della Cooperativa Sociale Agenzia 2001 di Trieste. Nell’occasione saranno presenti il fotografo Gianni Berengo Gardin, il critico Enzo Di Grazia e l’attrice Federica Guerra che si esibirà in una performance.
Il catalogo di "Undicimila giorni di storia" è nato grazie alla generosa disponibilità ricevuta da diverse persone che il Dipartimento di salute mentale di Pordenone desidera ringraziare: anzitutto gli utenti ospitati nelle strutture riabilitative del Dsm stesso che hanno accettato di farsi fotografare, poi gli operatori delle Comunità La Selina, Villa Bisutti e Villa Jacobelli, del Centro Sociale “Circolo delle Idee”, del progetto “Abitare la Comunità” e dell’Azienda Agricola “Il Seme”.  La mostra aveva visto come promotori dell’iniziativa oltre al Dsm dell'Ass 6 Friuli Occidentale, i Comuni di Pordenone, Sacile e San Vito al Tagliamento, la Provincia di Pordenone, le Cooperative sociali Fai, Acli, Il Seme, Itaca e Noncello, l’associazione Aitsam, la Casa del Volontariato, i Gruppi Ama e Cinemazero.


La scheda
“Undicimila giorni di storia” è un’esposizione interamente dedicata alla Legge 180 in occasione del Trentennale (1978-2008) promossa per dar vita a un dibattito sul grande tema della salute mentale. Le immagini fotografiche contemporanee e storiche sono di Guido Cecere, Cesare Rizzetto, Gianni Berengo Gardin, Claudio Ernè, Neva Gasparo, Moira Piemonte e Cristina Pittuello. L’allestimento della mostra è curato dall’Istituto d’arte “Enrico Galvani” di Cordenons, il coordinamento generale della mostra è a cura di Carmen Schifilliti del Dsm pordenonese.
Organizzata in quattro sessioni, l’esposizione conduce in un viaggio all’interno della Legge 180. La 1^ sessione - fotografie di Gianni Berengo Gardin, Claudio Ernè è Neva Gasparo – parte da quando Basaglia con la sua équipe iniziò la campagna morale e scientifica tesa allo smantellamento dei manicomi, e seppe captare la solidarietà militante delle intelligenze progressiste presenti allora nel Paese. Tra queste intelligenze, spiccavano alcuni operatori della comunicazione. Tra i fotografi, fecero scalpore i reportage sui manicomi realizzati G.B. Gardin e da altri eminenti reporter italiani. La funzione esplicita di tale opera di documentazione visiva era informare i cittadini sulla brutale realtà dei manicomi fino ad allora misconosciuta. Di fatto la “Legge Basaglia” fu presto boicottata e la definitiva chiusura dei manicomi fu per lungo tempo procrastinata. Ancora nei primi anni Novanta si contavano a decine di migliaia gli internati nei residuati ghetti manicomiali, spesso resi legali con il solo escamotage di un fittizio cambio di denominazione. Le fotografie ritraggono persone internate che hanno sopportato per decenni il logoramento psichico e morale di una non-vita spesa nello squallore e nella violenza dell’Ospedale psichiatrico.
La 2^ sessione - fotografie di Cesare Rizzetto – raccoglie immagini realizzate nella succursale dell’Opp di Udine, a cavallo tra gli anni ‘80-’90 su commissione del Centro Studi e Ricerche per la Salute Mentale del FVG. Non compaiono più le camicie di forza o le camere di contenzione ma rimangono incancellabili gli esiti distruttivi di una lunga permanenza dentro l’istituzione totale. Molte delle persone fotografate sono ormai decedute e questi scatti sono l’unica testimonianza disponibile che tali persone siano realmente esistite. Non erano alieni, ma esseri umani dotati ognuno di una propria inimitabile identità. Non erano svaniti nel nulla quando le mura del manicomio li aveva fagocitati.
La 3^ sessione - fotografie di Guido Cecere – raccoglie istantanee realizzate nella realtà dei Servizi di Salute mentale del Pordenonese nel 2008. Le immagini mostrano che è possibile realizzare percorsi di cura che siano soprattutto percorsi di vita, di scambio, di creatività e di libertà. La realtà della psichiatria territoriale, così come dimostrano le fotografie, ha restituito dignità al proprio vivere quotidiano, appartenenza e cittadinanza superando ogni forma di separatezza, offrendo la possibilità di dare un senso alle proprie giornate, la consapevolezza che comunicare è vivere e che il lavoro può essere un piacere. Risposte concrete a chi vive il disagio psichico senza l’utilizzo di luoghi di coercizione ed isolamento. La 4^ sessione raccoglie infine immagini di Moira Piemonte e Cristina Pittuello.

Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it
Prot. 232
Allegato Rimosso