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Cibelli ci ha provato, ora dice che la clonazione terapeutica è obsoleta
- Subject: Cibelli ci ha provato, ora dice che la clonazione terapeutica è obsoleta
- From: "associazione Amici di Lazzaro" <associazioneamicidilazzaro at yahoo.it>
- Date: Thu, 5 Apr 2007 13:45:44 +0200
Cibelli ci ha provato, ora
dice che la clonazione terapeutica è obsoleta
www.ilfoglio.it Roma. La ricostruzione di un’intera valvola cardiaca a partire da cellule staminali umane del midollo osseo, annunciata lunedì scorso e realizzata all’Imperial college di Londra, è un ulteriore successo della linea di ricerca sulle staminali adulte. A segnare il passo sono invece gli studi sulle staminali embrionali e sulla connessa clonazione terapeutica. Un’inaspettata conferma arriva da uno scienziato di fama internazionale, l’argentino-americano José Cibelli, vale a dire colui che più si è avvicinato alla clonazione di un embrione umano. Quella discutibile impresa, in realtà, non è ancora riuscita a nessuno, così come a nessuno è per ora riuscito di sperimentare terapie che facciano uso di staminali embrionali. Cibelli, che dirige il laboratorio di riprogrammazione cellulare dell’Università del Michigan ed è anche direttore scientifico della Banca di cellule staminali di Granada, rispondendo all’agenzia italiana Aduc, ha dichiarato a sorpresa che “il futuro è ottenere che la stessa clonazione terapeutica diventi obsoleta”. A pesare, dice Cibelli, non c’è soltanto la frode coreana, avvenuta nel 2005 a opera del professor Hwang Woo Suk dell’Università di Seul, il quale millantò la realizzazione della prima creazione di staminali “su misura”, ottenute da embrioni clonati. Non era vero nulla, anche se la ricerca finì su Science, che dovette chiedere scusa al mondo intero per averla pubblicata senza gli opportuni controlli. Lo stesso Cibelli, che nel 2004 aveva collaborato con il gruppo di Hwang e figurava come consulente dei coreani in quanto esperto di partenogenesi, ha avuto di che pentirsi sia di quella imbarazzante contiguità, sia di aver dichiarato, quando ancora la frode non era stata scoperta: “ In Corea del sud hanno tutto ciò che serve: il know how, il denaro e una legge che gli dà il via libera”. E’ evidente la recriminazione sulle restrizioni federali americane imposte alla ricerca sulle staminali embrionali. All’agenzia Aduc, ora Cibelli dice che quella truffa è stata possibile “perché si sono combinate l’ambizione personale del direttore del gruppo, l’enorme disponibilità di fondi e, forse, un certo tratto della cultura coreana, in cui prevale un grande rispetto nei confronti dei superiori”. Il fisiologo si riferisce forse al fatto che, tra i molti peccati di Hwang Woo Suk, c’è anche quello di aver preteso che alcune sue collaboratrici fornissero ovociti per gli esperimenti, pena l’espulsione dall’équipe. La necessità di disporre di grandissimi quantitativi di ovociti è infatti un altro serio intralcio agli studi sulla clonazione terapeutica, perché le donatrici devono sottoporsi a iperstimolazione ovarica, pratica che presenta rischi seri. Anche Cibelli adesso ammette che “non sarebbe etico sottoporre donne a iperstimolazione ovarica per esperimenti insicuri, da cui loro stesse non avrebbero un beneficio”. Lui, per ora, continua a lavorare sulla partenogenesi, per “ottenere cellule staminali partendo da un ovocita non fecondato. E’ possibile stimolarlo in modo che, senza la presenza di spermatozoi, si divida e si sviluppi fino a produrre cellule staminali. Negli ultimi tre mesi è stato dimostrato che queste cellule sono al cento per cento compatibili con quelle di qualsiasi tessuto della stessa donna da cui l’ovocita proviene. Ciò apre, per le donne in età riproduttiva, la possibilità di avere cellule per la cura delle proprie eventuali malattie, quando i trattamenti fossero messi a punto”. Anche questa, tuttavia, è una strada destinata a essere superata. A giudizio di Cibelli, bisogna puntare sulle cellule somatiche (cioè adulte) per “riuscire a differenziarle fino a trasformarle in cellule staminali”. Si tratta quindi di far regredire staminali adulte allo stadio embrionale (l’identica strada sulla quale, in Italia, si sta muovendo il biologo molecolare Angelo Vescovi). Per capire come questo possa essere possibile, spiega Cibelli, bisogna studiare l’ovulo, perché “se si prende il nucleo di una cellula della pelle, e lo si fonde con l’ovocita, questi ha il potere di farlo retrocedere alla condizione di cellula staminale”. E racconta della sua recente scoperta, pubblicata nello scorso settembre sulla rivista dell’Accademia delle scienze americana: “Ci sono circa cinquemila geni che si manifestano in modo evidente e quasi esclusivamente nell’ovocita”, ma solo alcuni di essi sono gli artefici della trasformazione delle cellule adulte in cellule staminali. Bisognerà capire quali sono, e se l’operazione riuscirà, “andremo a introdurli e ad attivarli in una cellula prelevata dalla pelle, per far sì che retroceda a cellula staminale”. A partire da un frammento di pelle, in teoria, ciascuno potrebbe avere una riserva di cellule embrionali (ottenute senza creare e distruggere embrioni) da trasformare in qualsiasi tipo di tessuto, senza pericoli di rigetto. E alla giornalista di Aduc che gli chiede se allo stesso scopo potrebbero essere usati gli embrioni avanzati da pratiche di fecondazione in vitro, Cibelli risponde che dal mezzo milione di embrioni congelati e inutilizzati negli Stati Uniti, si potrebbero ottenere “1.500 linee cellulari differenti”, ma “per ragioni di compatibilità immunitaria non potrebbero servire che al trenta per cento della popolazione”. (nic.til.) |
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