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Trieste, 3 ottobre - Nuova legge sulla Cooperazione sociale in Consiglio (2313)
- Subject: Trieste, 3 ottobre - Nuova legge sulla Cooperazione sociale in Consiglio (2313)
- From: Fabio Della Pietra <f.dellapietra at itaca.coopsoc.it>
- Date: Mon, 2 Oct 2006 15:55:20 +0200
Nuova legge sulla Cooperazione sociale in Consiglio regionale il 3 ottobre Il testo in approvazione non corrisponde alle problematiche centrali del il settore Le Centrali Cooperative presentano degli emendamenti Martedì 3 ottobre 2006 il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia approverà la nuova legge regionale sulla Cooperazione sociale. Nonostante il lavoro positivo svolto sinora dall'Assessorato e dalla Commissione competente restano, tuttavia, alcuni fondamentali nodi da sciogliere senza i quali il testo in approvazione rischia di nascere inevitabilmente monco e non aderente alle problematiche centrali del settore. Agci-Solidarietà, Federsolidarietà-Confcooperative e Legacoopsociali hanno a tal fine posto all'attenzione dei consiglieri regionali un gruppo di emendamenti volti alla soluzione di tali criticità. Tre le priorità poste sul tavolo del Consiglio regionale: la necessità di una efficace verifica della corrispondenza tra Regolamenti e Contratti nazionali; la richiesta di esclusione dal principio comunitario del 'de-minimis' per gli inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati; l'applicazione della norma che prevede appalti riservati alle Cooperative sociali di tipo B ai sensi della direttiva europea 2004/18. Le tre Centrali Cooperative della regione saranno presenti alla discussione che il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia aprirà martedì 3 ottobre alle 10 per l'approvazione della nuova legge in materia di Cooperazione Sociale, che andrà a sostituire la attuale Legge Regionale n. 7 del 1992, la più antica norma regionale italiana in materia. Attraverso una nota congiunta diffusa oggi Agci-Solidarietà, Federsolidarietà-Confcooperative e Legacoopsociali affermano di aver preso "atto della versione del Disegno di Legge che verrà portata in discussione, apprezzando il lavoro positivo svolto dapprima dall'Assessorato alle Attività Produttive e successivamente dalla competente Commissione, che raccoglie in gran parte le istanze del settore ed il lavoro progettuale realizzato dalle tre Centrali Cooperative in un confronto attivo e partecipato, attraverso la consultazione ed il protagonismo della vasta platea delle Cooperative sociali aderenti, rappresentanti l'assoluta maggioranza del settore". Restano tuttavia alcuni importanti nodi da sciogliere. "Dobbiamo purtroppo rilevare -sottolineano i presidenti delle tre Associazioni regionali di Cooperative Lanfranco Sarasso, Dario Parisini e Gian Luigi Bettoli- il mancato accoglimento di un gruppo di tre proposte da noi presentate, senza il quale il testo del Disegno di Legge in via di approvazione non corrisponderebbe a problematiche centrali per il settore". Si tratta di punti fondamentali ed imprescindibili che, se non dovessero esser inglobati nella nuova legge, porterebbero alla nascita di una normativa che non rispecchia le reali ed attuali esigenze della Cooperazione sociale regionale. Serve anzitutto una "verifica efficace della corrispondenza dei Regolamenti delle Cooperative ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di settore (CCNL), quanto mai necessaria in un settore dove -evidenziano Sarasso, Parisini e Bettoli- la delicatezza dei servizi svolti e lo stato di difficoltà soggettiva di una parte dei lavoratori non debbono diventare strumenti per far diminuire le garanzie normative e retributive". Oltre a ciò le Centrali Cooperative chiedono alla Regione "l'esclusione dal principio comunitario del 'de-minimis' almeno degli inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati previsti dalla legislazione regionale (ex alcoolisti, ex tossicodipendenti e soggetti a rischio segnalati dai Servizi sociali). Soltanto il Friuli Venezia Giulia adotta questo criterio, a nostro avviso del tutto irrazionale, per cui vengono considerati 'aiuti all'impresa' le assunzioni di persone con gravi condizioni di difficoltà e relativamente discutibili livelli produttivi". Il terzo aspetto riguarda "l'applicazione della norma della direttiva europea 2004/18 che prevede appalti riservati alle Cooperative sociali di tipo B, per la quale riteniamo inutile -concludono- attendere il successivo provvedimento legislativo in materia di appalti pubblici, attualmente allo studio da parte dell'assessorato competente". Fabio Della Pietra Ufficio stampa Cooperativa sociale Itaca Pordenone www.itaca.coopsoc.it 348 8721497 Prot. 2313
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