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Pordenone - Coop sociali "modello" della nuova Europa
- Subject: Pordenone - Coop sociali "modello" della nuova Europa
- From: Fabio Della Pietra <f.dellapietra at itaca.coopsoc.it>
- Date: Tue, 28 Mar 2006 11:36:46 +0200
<https://www.itaca.coopsoc.it/article.php3?id_article=1032>Coop sociali "modello" della nuova Europa La cultura della cooperazione sociale italiana e degli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate sono modelli da esportare e divulgare a livello di Unione Europea. <http://www.itaca.coopsoc.it>www.itaca.coopsoc.it La cultura della cooperazione sociale e degli inserimenti lavorativi in Italia sono "modelli" culturali da divulgare a livello di Unione Europea. E' quanto emerso ieri a Pordenone nel corso di un vertice incentrato sul ruolo delle Cooperative sociali in Italia. Tra i nodi da sciogliere la necessità di un maggiore dialogo fra cooperazione sociale ed enti locali, il superamento del progressivo dilaniamento del welfare che tende a considerare le Cooperative sociali come semplici supplenti del settore pubblico. Inoltre la necessità di ristabilire una perequazione sociale ma anche economico-retribuitiva tra operatori del privato sociale ed operatori pubblici, il superamento della logica di affidamento dei servizi per mezzo di gare d'appalto al massimo ribasso, il tutto orientato nell'ottica più ampia di ristabilire di fatto una reale centralità della persona. Sabina Siniscalchi, candidata capolista alla Camera per il Prc in Friuli Venezia Giulia, ha incontrato ieri, a Pordenone nella sede di vicolo Selvatico della Cooperativa sociale Itaca, alcuni rappresentanti della cooperazione sociale friulana. Numerosi i presenti tra cui il presidente di Legacoop sociali del Friuli Venezia Giulia Gigi Bettoli, il presidente di Itaca Leo Tomarchio, il presidente della Cooperativa L'Agorà Sergio Della Valle, la vice presidente di Itaca Orietta Antonini, Tiziano Tissino per Beati i Costruttori di Pace, Michele Negro candidato di Rc alla Camera. Il presidente di Itaca, Leo Tomarchio, dopo aver fatto gli onori di casa, ha introdotto la gradita ospite e sottolineato la necessità per l'universo della cooperazione sociale di un riferimento concreto per instaurare un dialogo fattivo con la maggioranza di governo, anche a livello regionale. Siniscalchi ha sottolineato che le questioni sociali rimarranno prioritarie nel suo impegno a livello parlamentare. Tiziano Tissino, in rappresentanza de Beati i Costruttori di Pace, ha evidenziato la questione della presenza di 50 atomiche stoccate presso la Base Usaf di Aviano ed il ruolo succube del territorio nei confronti dell'impero statunitense. Nel programma dell'Unione, ha rilevato Siniscalchi, è presente una maggiore attenzione alla multilateralità nei confronti dell'Europa piuttosto che degli Usa. La rappresentante di Rc ha poi messo sul tavolo la più ampia questione della necessità del ruolo prevalente del pubblico, diretto ed indiretto, nelle questioni del sociale. Sergio Della Valle, presidente della Cooperativa L'Agorà, ha affermato che prima di rivisitare la legge sulla cooperazione sociale, anche se questa resta una priorità, sarebbe più opportuno interrogarsi su altre tematiche, come ad esempio la divulgazione della cultura della cooperazione sociale e degli inserimenti lavorativi per persone svantaggiate. Assistiamo infatti, ha sottolineato Della Valle, ad un dilaniamento progressivo del welfare ed all'assoluta relativizzazione dell'impegno quotidiano dei co-operatori sociali. Il grosso problema si riscontra a livello politico: se la devolution delega maggiori poteri alle Regioni, servono però indirizzi chiari a livello sociale anche per le persone svantaggiate. Fondamentale deve essere la centralità della persona. Indirizzi chiari ed univoci servono per fare in modo che gli operatori sociali non siano semplici supplenti o delegati. In quest'ottica è necessaria a livello nazionale la creazione di organismi che tengano maggiormente in considerazione le sperienze sviluppatesi sui vari territori, serve insomma una maggiore e migliore comunicazione rispetto alle idee provenienti dal basso. Il ruolo del settore pubblico resta fondamentale, è intervenuta Siniscalchi, sia in termini di garanzia dei diritti sia di perequazione sociale. Il non profit, tuttavia, non sempre è stato chiaro nelle sue posizioni, basti pensare alle incertezze evidenziate dallo stesso Forum del Terzo Settore. Il presidente di Legacoopsociali del Fvg ha successivamente introdotto una delle questioni più combattute, quella della necessità di equiparare anche a livello economico-retributivo gli operatori del privato sociale a quelli del settore pubblico. Elena Beltrame, già coordinatrice delle politiche sociali per i minori presso la Provincia di Pordenone, ha ricordato il tema delle gare d'appalto al massimo ribasso, portando come esempio l'esperienza di qualche anno fa della Provincia di Pordenone i cui tecnici avevano proposto l'utilizzo di capitolati d'appalto con indicatori di qualità che facessero la differenza (e non il prezzo). Tuttavia la componente politica non fece la sua parte, non proseguì il lavoro iniziato dai tecnici né sperimentò tali capitolati. A tal proposito Beltrame ha ribadito la necessità di istituire tavoli di lavoro tra cooperazione sociali ed enti locali. Troppo spesso le esperienze sono frutto della sensibilità di questo o quell'amministratore/ente locale, ha affermato Orietta Antonini, vice presidente di Itaca. Per quanto riguarda ad esempio la questione dell'immigrazione soprattutto femminile, la legge non consente la formazione se non al personale occupato. Ciò avviene anche nella nostra regione. A tal proposito, ha chiarito Siniscalchi, serve integrazione tra gli organismi del territorio, va costruita una sorta di legame tra vasi comunicanti che coinvolga le diverse pratiche del territorio. Tornando alla dimensione europea, Sergio Della Valle ha ricordato la assoluta mancanza di recepimento da parte dell'Unione Europea dell'esperienza della cooperazione sociale italiana, evidente anche a livello terminologico dove si parla di "laboratori protetti". L'esperienza tutta italiana della cooperazione sociale in Europa non viene invece considerata, tanto meno è stata esportata come modello culturale. Oggi uno dei problemi maggiori, per quanto concerne le richieste di contributi, riguarda il fatto che la cooperazione sociale si trova a dover superare lo scoglio del de minimis. Per assurdo se la cooperazione sociale in Italia si fermasse di colpo e all'unisono, ha sottolineato Antonini, il settore pubblico non avrebbe oggi alcuna capacità gestionale di seguire i servizi alla persona. Ancora oggi l'aspetto economico è il motore di tale esternalizzazione dei servizi, che dal pubblico vengono delegati al privato sociale. Restano due le componenti fondamentali, quella economica e quella culturale, ha sentenziato Michele Negro, candidato Rc alla Camera. La cooperazione sociale nasce in Fvg come una nuova modalità di intervento nei confronti del disagio intorno agli anni '75-'80. Oggi il settore pubblico è sempre meno impegnato nei servizi alla persona e quando interviene lo fa con forme abberranti. Non è più sufficiente delegare, la questione va riaffrontata in senso più ampio, anche perché ci troviamo di fronte a situazioni "limite", con cooperative che fanno di tutto fino alla gestione di un Centro di Permanenza Temporaneo. Il riferimento è al vergognoso caso della Cooperativa Minerva di Savogna d'Isonzo, cooperativa non sociale, che nei mesi scorsi si è aggiudicata la gara d'appalto per la gestione dei servizi interni al Cpt di Gradisca d'Isonzo, comportamento che ha ricevuto la ferma condanna, pressoché unanime, da parte dell'universo della cooperazione sociale del Friuli Venezia Giulia. Questione quella dell'appalto del Cpt gradiscano, ha concluso Gigi Bettoli, che ha scatenato un dibattito notevole all'interno dell'universo cooperativo regionale, che ne è uscito fortemente ricompattato. Fabio Della Pietra Ufficio stampa Cooperativa Itaca - Pordenone <http://www.itaca.coopsoc.it>www.itaca.coopsoc.it
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