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Milano, legge 180 - Un Decalogo per la salute mentale (332)
- Subject: Milano, legge 180 - Un Decalogo per la salute mentale (332)
- From: Fabio Della Pietra <f.dellapietra at itaca.coopsoc.it>
- Date: Thu, 2 Feb 2006 20:40:03 +0100
Milano - Pordenone 180 - UN DECALOGO PER LA SALUTE MENTALE www.itaca.coopsoc.it La diatriba sulla 180 è un falso problema. Il Forum nazionale della Salute Mentale, apertosi oggi a Milano, invia una "Lettera aperta ai Presidenti delle Regioni italiane". Tra le questioni sollevate la mancata attuazione in concreto della 180 (anche da parte di chi la sostiene, ma spesso solo a parole), oggi ancora applicata in Italia a macchia di leopardo, con servizi per la salute mentale sovente inadeguati, con sperequazioni di budget (la chimera del 5% della spesa sanitaria) evidenti tra le regioni e tra territori di una stessa regione. Rilanciata l'opposizione a ogni privatizzazione della sofferenza mentale. Milano - Pordenone Lettera aperta ai Presidenti delle Regioni italiane (Fonte: www.forumsalutementale.it) Il Forum nazionale della Salute Mentale, i cui lavori si sono aperti oggi a Milano e si chiuderanno sabato incentrando il dibattito propsio sulla legge 180, invia una lettera aperta dura ma franca ai presidenti di tutte le Regioni italiane. "Caro Presidente -esordisce il documento-, come Lei sa, il Ministro della Sanità (Francesco Storace, ndr) ha annunciato l'intenzione di rivedere la legge 180 del 1978 in materia di assistenza psichiatrica. Anche negli anni passati Le sarà giunta eco di analoghe intenzioni espresse in vario modo, da più soggetti (leggi in particolar modo i vari ddl Burani Procaccini, e l'on. di Forza Italia prontamente ha colto la provvida occasione dettata dalle parole del ministro Storace per ribadire la necessità e l'improcrastinabilità, secondo l'onorevole, di una contro-riforma della legge Basaglia, dimenticando forse come dal maggio del 2001 a oggi le sue numerose proposte di riforma della 180 siano state clamorosamente tutte bocciate dalla XII Commissione affari sociali della Camera, dal Comitato ristretto, nonché affossate dalle varie forze politiche anche di maggioranza, compreso l'allora ministro alla salute Girolamo Sirchia, evidenziando così la trasversalità a livello partitico nel sostegno alla 180, ndr) e con diverse proposte di legge, e avrà rilevato che la maggior parte delle forze politiche si è sempre opposta alla revisione della 180, difendendone sia lo spirito che la sostanza". La 180 è sostenuta solo a parole, ora servono i fatti. "Anche oggi la legge è sostenuta da un ampio schieramento politico, trasversale a quasi tutti i partiti. Però notiamo che, a fronte di dichiarazioni costantemente espresse in difesa della legge, non si registrino comportamenti altrettanto coerenti -sottolinea il Forum nazionale della Salute mentale-. Così, mentre possiamo comprendere chi critica apertamente la 180 e ne vuole modificare il testo, non capiamo chi si schiera politicamente, culturalmente e tecnicamente a favore della legge ma non addotta comportamenti adeguati, provvedimenti coerenti, politiche organiche e strumenti amministrativi idonei all'effettiva applicazione della legge. Questa inadeguatezza offre argomenti non di poco conto agli oppositori della legge". Basaglia applicata a macchia di leopardo. "Noi dobbiamo constatare che la gran parte delle Regioni italiane sono ancora lontane dall'aver svolto i propri compiti ed esercitato i propri obblighi in materia. Eppure compete esclusivamente ad esse la titolarità, la responsabilità e la possibilità di organizzare adeguatamente i servizi territoriali integralmente sostitutivi dell'ospedale psichiatrico". Servizi per la salute mentale ancora inadeguati. "Invece in molte Regioni, sotto il profilo quantitativo i servizi allestiti sono complessivamente insufficienti o non equilibrati. Ma il quadro è del tutto inadeguato soprattutto sotto il profilo della qualità e della appropriata allocazione delle risorse alle singole strutture -evidenzia il Forum-. A soffrirne è l'organizzazione complessiva, i singoli servizi e la loro specifica rilevanza". La chimera del 5% della spesa sanitaria e le sperequazioni non solo tra una regione e l'altra, ma spesso addirittura tra territori della stessa regione. "E' stato più volte sottolineato, anche in documenti sottoscritti dalla Conferenza Stato Regioni, che occorreva destinare ai servizi di salute mentale una quota orientativamente dell'ordine del 5% dell'intera spesa sanitaria. Ciò sta accadendo solo in poche regioni e, comunque, quasi sempre con ingiustificabili differenze anche tra le aree della stessa regione". Contro ogni privatizzazione della sofferenza mentale. "E ancora: la legge 180 non prevedeva l'utilizzo di cliniche private per il ricovero di pazienti psichiatrici, mentre in molte regioni questo avviene di norma e sotto le più varie denominazioni -denuncia il Forum nazionale Salute mentale-. La legge consentiva il ricovero, in ambiente ospedaliero e in appositi servizi psichiatrici, solo in casi di assoluta necessità, visto che la cura e la riabilitazione devono avvenire di norma nelle strutture territoriali". Oggi alcuni ospedali non hanno nulla da invidiare ai lager manicomiali. "Al contrario, la carenza quantitativa di queste strutture determina nella gran parte delle regioni un utilizzo indiscriminato, e inevitabilmente foriero di gravissimo degrado, delle strutture ospedaliere trasformate in luoghi invivibili che nulla hanno da invidiare per l'abuso di contenzione, violenza e antiterapeuticità, agli aspetti più deteriori degli ospedali psichiatrici". E' necessario un nuovo modello, più adeguato, di servizi per la salute mentale. Questi i nodi cruciali del Decalogo presentato dal Forum nazionale per la Salute mentale. - 1. Uno strutturato Dipartimento di Salute Mentale (DSM) per ogni Azienda Sanitaria con un'unica responsabilità di budget e di indirizzo clinico, il cui responsabile risponde direttamente alla direzione generale dell'ASL e può essere rimosso se non adeguato al compito; - 2. Centri di Salute Mentale (CSM) funzionanti ciascuno 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e dotati di posti letto nella misura di non più di 1 posto letto ogni 10.000 abitanti, disposti in aree orientativamente di 50/80.000 abitanti e comunque di regola nella proporzione di 1 (un) CSM ogni Distretto Sanitario. Oltre a svolgere attività ambulatoriale e domiciliare i CSM devono garantire la presa in carico e la continuità terapeutica nella comunità. I Centri di Salute Mentale devono poter rispondere alla crisi e ospitare presso le proprie sedi persone anche in Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). Ogni Centro deve essere dotato di 25/30 operatori tra medici, infermieri, psicologi e altre figure professionali; - 3. Un Servizio Ospedaliero Psichiatrico di diagnosi e cura per ogni 200/300.000 abitanti, con non più di 15 posti letto (ma possibilmente di meno), che dovrebbe funzionare solo come pronto soccorso psichiatrico, per poi trasferire quasi immediatamente al Centro di Salute Mentale dell'area di provenienza chi ha bisogno di ulteriori trattamenti sulle 24 ore o prolungati; - 4. Una rete di "Case Famiglia" atte ad ospitare poche persone ciascuna, non più di 8, supportate da graduate forme di assistenza per coloro che per lungo o lunghissimo tempo non possono vivere in famiglia o da soli; - 5. Una rete di Cooperative sociali e di laboratori di attività per favorire ogni forma di integrazione lavorativa o di occupazione delle persone coinvolte; - 6. Sostegno alle famiglie, sia attraverso i servizi domiciliari che attraverso il supporto alla dimensione associativa; - 7. Promozione e sostegno alle iniziative di auto-aiuto tra le persone coinvolte; - 8. Messa in opera di forme di sostegno al reddito, alla socialità, ad appropriate politiche per la casa nell'ambito del rapporto tra Aziende Sanitarie ed Enti Locali; - 9. Attività di formazione permanente per gli operatori e il Terzo Settore coinvolto in azioni complementari, dentro le linee puntualmente indicate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come indicazione al più elevato standard di efficacia; - 10. Programmi per gli interventi di diagnosi, consulenza e presa in carico delle persone con disturbo mentale detenute negli Istituti Penitenziari e per avviare percorsi di riabilitazione in alternativa all'internamento in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG). Secondo il Forum, infatti, attraverso queste "azioni coordinate e integrate, come dimostrano numerose esperienze, è possibile superare l'utilizzo di cliniche private, di residenze ad elevata concentrazione di utenti, di posti letto non accreditati o non sensatamente accreditabili". Oltre a ciò attuare il Decalogo significa anche "abolire ogni forma di contenzione fisica, azzerare l'invio di pazienti fuori del territorio di competenza delle rispettive Aziende Sanitarie, eliminare di fatto il ricorso all'Ospedale Psichiatrico Giudiziario" ed infine "dare ai cittadini un adeguato sostegno sociosanitario". Tale "modello organizzativo dei servizi" esplicitato attraverso il Decalogo è "già presente da anni e con provata efficacia in alcune aree del paese -sottolinea ancora il Forum-, è del tutto praticabile e sostenibile, finanziariamente compatibile e per nulla di difficile attuazione, se chiaramente voluto e perseguito con adeguata determinazione". "Premesso tutto ciò -chiosa la Lettera aperta del Forum ai Presidenti delle Regioni italiane-, noi firmatari, piuttosto che scandalizzarci nei confronti di coloro che avanzano proposte di legge di contro riforma, auspichiamo che Lei voglia valutare", una volta "misurato lo scarto tra gli enunciati e le realtà esistenti nel territorio che amministra e alla luce della griglia che abbiamo indicato", se "finora la Sua Regione si è davvero fatta carico dei propri compiti e Lei delle sue responsabilità in materia". In assenza di una ferma e concreta presa di posizione in tal senso, il Forum invita i Presidenti delle Regioni italiane a voler "dichiarare apertamente che la legge 180 va cambiata (il che peraltro non dovrebbe comunque assolvere i governi regionali dal dovere di applicarla fin tanto che legge sia)". A cura di Fabio Della Pietra Ufficio stampa Cooperativa Itaca - Pordenone 348.8721497 www.itaca.coopsoc.it Prot. 332
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