E' uscito "I giorni della nostra vita"



  E' uscito "I giorni della nostra vita"

 "Šsia io che Mimmo pensiamo che quando uno si mette a fare il lavoro del
comunistaŠil carcere non rappresenta che uno dei modi, più o meno
difficili, di lavorare per il Partito, e non fa quindi che temprare il
combattente, abituarlo a considerare la lotta come vita di tutti i giorni,
e non come una cosa al di fuori della vita quotidiana, che si lascia fuori
dalla porta quando si rientra a casaŠ"
Marina scrive queste parole a quasi trent'anni di distanza dall'inizio
della sua storia d'amore con Emilio Sereni e della sua militanza politica,
le scrive alla figlia Lea quando il genero, Toti, viene arrestato nel 1951
per aver scritto un articolo a favore delle manifestazioni popolari
antiamericane in occasione della visita in Italia del generale Eisenhower.
Le dice anche affettuosamente: "Ora siete voi che vi fate le ossa e questo
non vuol dire che presto non possa venire un'altra volta il nostro turnoŠ".
E il suo turno era iniziato quando, poco più che ventenne, durante il
regime fascista, si era innamorata di un militante del Partito Comunista
clandestino e aveva così preso il via un percorso di trasformazione che
l'avrebbe portata dall'incertezza e dalla difficile comprensione di teorie
politiche a lei allora sconosciute, al raggiungimento della consapevolezza,
della determinazione e della forza di militante comunista negli anni del
nazifascismo.
Il contributo che Marina porta alla lotta rivoluzionaria, contro
l'ingiustizia e lo sfruttamento di classe, si snoda attraverso la sua
esperienza quotidiana e quella del suo compagno, nell'incessante lavoro del
Partito Comunista clandestino prima a Napoli e poi a Parigi, nella Francia
occupata dai tedeschi, negli anni passati accanto al marito e negli anni in
cui il marito è in carcere. Dalla realizzazione della stampa clandestina
all'organizzazione dell'evasione di Emilio ("Mimmo", così è chiamato),
dalla notizia delle torture da lui subite ai contatti con i compagni in
clandestinità, Marina matura una forza esemplare, che le consente di
prendere in mano la propria vita e quelle delle sue figlie, organizzandosi
e resistendo nella lotta contro lo sfruttamento e la miseria in cui il
fascismo aveva costretto le masse popolari.
Pur rimanendo sicuramente una figura di secondo piano all'interno del
Partito, l'esempio di Marina risulta oggi significativo per la sua
risolutezza e la sua elevata coscienza politica.
Le comuniste e i comunisti sanno che la reale emancipazione della donna può
essere conquistata solo all'interno di un processo di cambiamento in senso
rivoluzionario della società, l'unico processo che eliminerà il carattere
discriminatorio che la società borghese attua nei confronti delle donne e
proprio per questo è fondamentale che le donne assumano ruoli di direzione
nella lotta per abbattere la borghesia, nella prospettiva del comunismo!


Pag. 154 - 10 ¤
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Ordini a:
Edizioni Rapporti Sociali
Via Tanaro, 7
20128 - Milano
rapportisociali at libero.it
Pagamento:
con ccp n°60973856
Intestato a M. Maj
Specificando la causale

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Di prossima uscita "Nelle mani del nemico" di A. Colombi

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