LETTERA APERTA from Ass. Aiutiamoli a Vivere
- Subject: LETTERA APERTA from Ass. Aiutiamoli a Vivere
- From: "Tusio De Iuliis" <yuro.doc at inwind.it>
- Date: Mon, 1 Aug 2005 20:23:07 +0200
LETTERA APERTA Ø
Al Signor
Sindaco del Comune di Pescara Ø
Al Signor
Presidente del Consiglio Comunale Ø
Al Signor
Vice Sindaco Ø
Ai Signori
della Giunta Ø
Ai Signori
rappresentanti in Consiglio Comunale Ø
Ai Capi
gruppo in Consiglio Comunale Ø
Agli Illustri
Rappresentanti il Comitato tecnico
organizzativo
e p. c.
Ø
Alla Rete Non
Violenta Abruzzo Ø
Al Social
Forum Abruzzo Ø
Ai Signori
rappresentanti dell’informazione Signor Sindaco, Signor Presidente del
Consiglio, Illustrissimi Signori in indirizzo, i tempi che la nostra società sta
attraversando sono molti difficili e per alcuni versi colmi di orrori e
nefandezze da renderne quasi impossibile un riscontro con la memoria storica
delle barbarie della nostra umanità. Solo molto casualmente, ho letto,
dell’intenzione dell’amministrazione comunale della città di Pescara di erigere
un monumento alla pace, senza però poter fare a meno di riflettere con grande
preoccupazione alle dichiarazioni espresse sulle motivazioni e sulla
intitolazione. Leggo testualmente sul documento
ufficiale dell’ufficio di presidenza: “…
presentazione del Monumento per gli Operatori di Pace nel Mondo ed a ricordo
della Vittime di Nassiriya e contro ogni forma di terrorismo”. Ed ancora oltre: “…Dopo la tragedia di Nassiriya, il Consiglio
Comunale ha approvato alla unanimità un ordine del giorno affinché, oltre ad
intitolare un’importante arteria cittadina, a ricordo di questo doloroso
avvenimento, venisse realizzato anche un monumento che potesse meglio
rappresentare la partecipazione ed il dolore di tutta la cittadinanza pescarese
nei confronti dei familiari delle vittime (militari e civili), ma anche delle
Istituzioni che i nostri sfortunati italiani rappresentavano in Iraq.
Il
Monumento è anche dedicato a tutti gli Operatori di Pace nel Mondo per
testimoniare…” Una confusione evidente, incongruenze
pesanti come macigni, sospettosi compromessi inapplicabili, volontà che voglio
credere oneste ma che nella realtà confondono ancora di più una opinione
pubblica “bombardata” da una disinformazione scientificamente calcolata e
tragicamente falsa. La “Pace” non è un oggetto plasmabile, è
un bene prezioso tanto e come l’acqua, pulita e trasparente; è una parola chiara
scritta nei testi fondanti delle Nazioni Unite (o di quel che ne
rimane). Senza dubbio i “ragazzi” di Nassiriya meritano un
monumento. Le vittime di quel tragico atto
terroristico meritano un ricordo per molti motivi: 1)
Sono vittime
perché inviati in Iraq a seguito ed a sostegno di quelle forze che militarmente
hanno occupato quel Paese calpestando ogni diritto internazione ed ogni carta
costituente i diritti dei popoli e i diritti umani. 2)
Sono vittime
perché inviati in Iraq da una maggioranza del nostro Parlamento, dal Governo e
dal Presidente del Consiglio del
nostro Paese sulla base di una spaventosa e cinica menzogna e per cercare armi
di distruzione di massa (che tutti sapevamo non esserci fin dal
1998). 3)
Sono vittime
dell’inefficienza e della leggerezza di coloro i quali avevano il compito
della sicurezza del Comando di Nassiriya. Mentre da molto tempo prima, a Baghdad
come a Bassora o come in altri luoghi sensibili dell’Iraq e perfino intorno ad
alcuni alberghi erano stati
costruiti frettolosamente paratie e difese di cemento armato, bitte di
varie tonnellate di peso, recinti di filo spinato e tutto quanto potesse essere
comunque necessario a ridurre o eliminare ogni tentativo di attacco
dall’esterno, il Comando di Nassiriya rimaneva inspiegabilmente senza nessuna
difesa adeguata. 4)
Sono vittime
perché inviati in Iraq per difendere gli accordi stipulati tra il nostro
Governo, l’ENI ed il Governo del dittatore Saddam per lo sfruttamento dei pozzi
di petrolio di Nassiriya. 5)
Sono vittime
perché mandati in Iraq a svolgere attività “umanitarie” con carri armati,
elicotteri da guerra, armi leggere e pesanti e aerei da combattimento, di fatto
occupando un paese che non ci ha mai dichiarato guerra.
6)
Sono vittime
perché inviati in Iraq a sostenere i responsabili dei peggiori crimini contro
l’umanità. 7)
Sono vittime
perché inviati in Iraq a supportare i torturatori di un popolo
indifeso. 8)
Sono vittime
perché mandati in Iraq a guardare il genocidio di un popolo e l’assassinio a
freddo di decine e decine di miglia di donne e
bambini. Non c’è nessun dubbio che il militare
italiano sia strutturalmente e culturalmente diverso dal soldato americano, così
come credo e spero che mai raggiungeranno i livelli criminali, la tossicità
omicida, la sadicità nell’applicazione sistematica della
tortura. Elenco Comitato tecnico, organizzativo,
cerimoniale per la realizzazione del monumento alla
Pace: Ricci prof. Ermanno quale rappresentante del
Sindaco Capitano di vascello Carlo Paternuosto Com.te dir. Marittima
di Pescara Ten. Col. Antonio Carideo – Com.te prov. Arma dei
carabinieri Dott. Alfredo D’Agostino – Vice questore
aggiunto Capitano Filippo Patri – Com.te Comp. Guardia di
Finanza Colonnello Fausto Frittoli – Ispettore reg.
Abruzzo Ass. Naz. Carabinieri Clementi prof. Alberto – Preside facoltà di architettura Univ. G.
d’Annunzio Signor Sindaco, signor Presidente, signori in indirizzo, questi ragazzi
meritano un monumento perché vittime di un deliberato inganno senza
precedenti. Signori, se volete innalzare un
monumento, che sia semplicemente un monumento alla
Pace. Prima di ogni soldato, prima di tutti,
ci sono le vittime innocenti delle guerre e di tutti i terrorismi; le vittime
della fame, delle malattie e del terrore che le donne e i bambini dell’Africa,
del Sud-Est asiatico, del Sud America, del Sud del Mondo soffrono, pur
sorridendo, giocando e piangendo allo stesso modo come le donne e i bambini
d’occidente; le madri vestite di lutto, senza differenza di razza, religione o
stato, con o senza burka; i popoli dimenticati; i soldati italiani in Kossovo,
ingannati anche loro e lasciati morire (senza monumenti) nella solitudine più
totale degli effetti devastanti dell’uranio impoverito; le vittime dei signori
della guerra; le vittime innominabili come le donne, i bambini e gli uomini di
Falluja massacrati a migliaia fin dentro le moschee, con armi di
sterminio. I ragazzi di Nassiriya meritano tutto il
rispetto e più rispetto ancora, proprio per questo non potete nascondere la
verità per la seconda volta. Molti di loro li ho conosciuti
personalmente sotto la tenda dell’ospedale della CRI a Baghdad, dove mi recavo a
portare ai bambini lì ricoverati i miei peluche, dove spesso durante il frugale
pranzo abbiamo scambiato opinioni e idee, e l’abbiamo fatto in piena onestà e
chiarezza e alla fine ci siamo rispettati sempre. Ho chiesto a loro di portarmi i libri
raccolti in Italia per la Biblioteca della Facoltà di lingue (sezione di
Italiano) dell’Università di Baghdad, lo hanno fatto senza nessun
commento. Signor Sindaco, signor Presidente del
Consiglio, illustrissimi Signori in indirizzo, credo che anche voi, siete in
qualche modo vittime di chi millantando la pace, in realtà vuole innalzare un
obelisco alla guerra, all’odio, alla scontro religioso e culturale, ad un
nazionalismo sciocco, fuori dal tempo, dalla ragione e dalla
storia. Ci sono valori come gli ideali sani, le
utopie, i sogni di uomini straordinari e puliti, il lavoro di veri operatori di
pace che non possono essere confusi o mediati dalla solita
politica. Sta a voi, alla vostra capacità di
chiarezza, alla vostra onestà intellettuale e politica prendere le decisioni
opportune per non diventare complici di un’altra menzogna ed uccidere per la
seconda volta i ragazzi di Nassiriya. Fra qualche giorno, mi pare il 6 di
agosto, ci sarà l’anniversario della prima esplosione atomica su Hiroshima, un
monito ed un orrore che non dovremmo mai dimenticare.
C’è una scuola, proprio nella nostra
città, il Liceo Artistico “G. Mistioni” che da cinque anni lavora, studia,
incontra personalità diverse della cultura, per arrivare alla progettazione di
un monumento alla Pace; gli studenti, i professori gli artisti stanno lavorando
per questo, loro…non posseggono computer che forniscono monumenti a comando,
hanno però dalla loro parte l’umiltà e la passione, l’onestà dell’arte e della
giovinezza. Un monumento alla Pace non è solo una
pietra scolpita o un disegno; non è un monolite senza anima; non è il prodotto
richiesto anche se ad un buon professionista; è qualcosa di più; nasce
lentamente, giorno per giorno, dallo studio e dall’esempio quotidiano; spesso
nasce da idee a parole volutamente tenute isolate come fossero lebbra; nasce
dalla sofferenza e dalla visione raccapricciante degli orrori di questa civiltà
senza civiltà; nasce quasi sempre dalla solitudine in cui vengono rinchiuse le
persone scomode; nasce dall’entusiasmo e dall’ottimismo; nasce dalla capacità di
sognare e di tradurre i sogni in realtà senza essere sognatori; nasce dalla
consapevolezza del valore della vita e del dolore della morte; nasce dalle
speranze di milioni di uomini e donne, di ragazze e ragazzi, la maggioranza del
nostro pianeta che si batte per un mondo migliore; non nasce dalla mente dei
furbi ma dal cuore e dall’intelligenza delle persone
oneste. Mi spiace
tantissimo che proprio voi proponenti un monumento alla “Pace”, il 21 di luglio 2005, alla serata di una
musica non casuale come il Jazz, di solidarietà con le vittime di ogni guerra e
di tutti i terrorismi, eravate spaventosamente tutti assenti. “Beato il Paese che non ha bisogno di
eroi” (Bertolt
Brecht) spero e confido
nell’azione della società civile pescarese e abruzzese spero e confido
nell’azione delle persone intellettualmente oneste spero e confido
nell’azione dei movimenti e dei partiti democratici spero e confido
in un vostro ripensamento Pescara 31 luglio 2005
In fede Tusio De
Iuliis |
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