Udine-Trieste: "La storia di Livio" per ricordare Basaglia (1138)



"La storia di Livio" per ricordare Basaglia
1978-2005

La storia teatralizzata di uno dei ragazzi della compagnia 'Accademia della
Follia' di Trieste, Livio, che racconta tutto il suo percorso psichiatrico,
da quando era bambino fino alla consacrazione come attore.

E alcune testimonianze di persone, come Daniel, Paola, Dino a Maria Laura.

"Basaglia fu il primo a dire che tutti i pazienti avevano il diritto di
vivere bene, di avere il loro armadio dove mettere i vestiti e i loro
comodini [...]"

"E poi dovevano essere lasciati liberi, LIBERTA', era la parola d'ordine di
ogni ammalato. Prima non potevano avere nessun diritto, né la libertà [...]"

"Sono anch'io come Basaglia di chiudere i manicomi e lasciare aperte le
case, anche se ci sono ugualmente delle persone che soffrono [...]"

I Spetenas - La storia di Livio

<http://www.itaca.coopsoc.it>www.itaca.coopsoc.it

Nel mese di Marzo siamo andati ad incontrare un gruppo teatrale triestino,
Accademia della Follia, una compagnia fondata più di vent'anni fa da un
attore e una psicologa che da allora sono andati avanti ed hanno costruito
una lunga serie di esperienze nel campo del difficile rapporto tra teatro e
devianza. Il gruppo è guidato da Claudio Misculin, un "Mattattore" come si
definisce lui, anche se durante uno degli intermezzi delle prove ha
elogiato molto il lavoro dell'elettricista, che, secondo lui, ti permette
di conoscere più gente senza troppa fatica.

Ma, a parte le battute, il suo lavoro è incentrato "sull'idea che il matto
può diventare un talento artistico se si creano opportunità di esplorare e
di mettere in scena altre maschere oltre a quella unica e sovradeterminata
del malato".

Lo spettacolo che stavano provando, e che andrà in scena prossimamente, è
la storia teatralizzata di uno dei ragazzi della compagnia, Livio, che
racconta tutto il suo percorso psichiatrico, da quando era bambino fino
alla consacrazione come attore.

Uno spettacolo molto forte e crudo, che affronta in modo diretto i tabù
della psichiatria smontandoli e vivendoli attraverso il protagonista.
Recentemente Rai Tre ha messo in onda un film in due puntate su una tournée
che il gruppo ha fatto nel 2004, ma seguendo i personaggi nella loro
quotidianità, nella loro vita semplice e dignitosa.

Vorrei adesso riportare alcune impressioni dei componenti della nostra
compagnia su questo incontro.

Dice Daniel: "Io e i miei compagni di teatro siamo andati a Trieste ad
assistere alle prove di un gruppo teatrale triestino 'Accademia della
Follia'. Quello che mi ha più colpito è la grande personalità del capo del
gruppo, quasi un domatore, e la bravura dell'attore principale che sapeva
il copione a memoria. Inoltre mi ha anche colpito che con pochi mezzi a
disposizione riescono a fare del teatro. Tutto ciò mi ricorda molto i film
del neorealismo italiano, che sono stati fatti con pochissimi mezzi ma
hanno avuto un successo in tutto il mondo: 'Roma città aperta', 'Sciuscià',
'Ladri di biciclette'...".

Paola invece è rimasta colpita da quello che ci hanno detto: "...Entrammo
in una sala dell'ospedale psichiatrico, finita la recita il regista ci
parlò molto del metodo Basaglia. Si deve sapere che Basaglia fu quel medico
che fece chiudere i manicomi, annullò, anzi vietò le camicie di forza, gli
elettroshock e le cure drastiche. Una volta i manicomi erano chiusi e gli
infermieri dell'ospedale psichiatrico picchiavano i malati, c'erano delle
grandi stanze ma non c'erano posti a sedere, nemmeno una seggiola, e tanti
pazienti si sedevano e si sdraiavano per terra. Se qualche malato aveva
fatto qualcosa che al medico non andava, veniva messo in pigiama per molti
giorni, senza uscire, o gli facevano indossare camicie di forza. Basaglia
fu il primo a dire che tutti i pazienti avevano il diritto di vivere bene,
di avere il loro armadio dove mettere i vestiti e i loro comodini. E poi
dovevano essere lasciati liberi, LIBERTA', era la parola d'ordine di ogni
ammalato. Prima non potevano avere nessun diritto, né la libertà. Il
professor Basaglia con il suo metodo riuscì nel suo intento. Ora non ci
sono più manicomi ma cliniche private. Sono anch'io come Basaglia di
chiudere i manicomi e lasciare aperte le case, anche se ci sono ugualmente
delle persone che soffrono. Ecco il formarsi delle Comunità, appartamentini
con sei o più persone con degli operatori di turno. Quindi anche la
psichiatria ha fatto progressi in questo ultimo periodo di tempo".

Dino, invece dice: "Sono rimasto impressionato dalla facilità di come
recitava la sua parte Livio. La sua recitazione è durata sicuramente dieci
minuti. Bravo anche Sandro, che aveva sbagliato l'uscita dell'autostrada e
poi era riuscito a rientrare".

Maria Laura invece saluta tutti e dice: "Siamo noi gli Spetenas, e vi
aspettiamo numerosi ai nostri spettacoli". In questo periodo abbiamo girato
alcune scene di un cortometraggio che un regista cinematografico manderà ad
un concorso di video. I nostri incontri avvengono ogni lunedì dalle ore 14
alle 16, presso la sala parrocchiale "Gesù Buon Pastore" di via R. di
Giusto a Udine.


Fabio Della Pietra
Ufficio stampa
Cooperativa Itaca - Pordenone

Prot. 1138