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Udine-Trieste: "La storia di Livio" per ricordare Basaglia (1138)
- Subject: Udine-Trieste: "La storia di Livio" per ricordare Basaglia (1138)
- From: Fabio Della Pietra <f.dellapietra at itaca.coopsoc.it>
- Date: Fri, 13 May 2005 16:43:59 +0200
"La storia di Livio" per ricordare Basaglia 1978-2005 La storia teatralizzata di uno dei ragazzi della compagnia 'Accademia della Follia' di Trieste, Livio, che racconta tutto il suo percorso psichiatrico, da quando era bambino fino alla consacrazione come attore. E alcune testimonianze di persone, come Daniel, Paola, Dino a Maria Laura. "Basaglia fu il primo a dire che tutti i pazienti avevano il diritto di vivere bene, di avere il loro armadio dove mettere i vestiti e i loro comodini [...]" "E poi dovevano essere lasciati liberi, LIBERTA', era la parola d'ordine di ogni ammalato. Prima non potevano avere nessun diritto, né la libertà [...]" "Sono anch'io come Basaglia di chiudere i manicomi e lasciare aperte le case, anche se ci sono ugualmente delle persone che soffrono [...]" I Spetenas - La storia di Livio <http://www.itaca.coopsoc.it>www.itaca.coopsoc.it Nel mese di Marzo siamo andati ad incontrare un gruppo teatrale triestino, Accademia della Follia, una compagnia fondata più di vent'anni fa da un attore e una psicologa che da allora sono andati avanti ed hanno costruito una lunga serie di esperienze nel campo del difficile rapporto tra teatro e devianza. Il gruppo è guidato da Claudio Misculin, un "Mattattore" come si definisce lui, anche se durante uno degli intermezzi delle prove ha elogiato molto il lavoro dell'elettricista, che, secondo lui, ti permette di conoscere più gente senza troppa fatica. Ma, a parte le battute, il suo lavoro è incentrato "sull'idea che il matto può diventare un talento artistico se si creano opportunità di esplorare e di mettere in scena altre maschere oltre a quella unica e sovradeterminata del malato". Lo spettacolo che stavano provando, e che andrà in scena prossimamente, è la storia teatralizzata di uno dei ragazzi della compagnia, Livio, che racconta tutto il suo percorso psichiatrico, da quando era bambino fino alla consacrazione come attore. Uno spettacolo molto forte e crudo, che affronta in modo diretto i tabù della psichiatria smontandoli e vivendoli attraverso il protagonista. Recentemente Rai Tre ha messo in onda un film in due puntate su una tournée che il gruppo ha fatto nel 2004, ma seguendo i personaggi nella loro quotidianità, nella loro vita semplice e dignitosa. Vorrei adesso riportare alcune impressioni dei componenti della nostra compagnia su questo incontro. Dice Daniel: "Io e i miei compagni di teatro siamo andati a Trieste ad assistere alle prove di un gruppo teatrale triestino 'Accademia della Follia'. Quello che mi ha più colpito è la grande personalità del capo del gruppo, quasi un domatore, e la bravura dell'attore principale che sapeva il copione a memoria. Inoltre mi ha anche colpito che con pochi mezzi a disposizione riescono a fare del teatro. Tutto ciò mi ricorda molto i film del neorealismo italiano, che sono stati fatti con pochissimi mezzi ma hanno avuto un successo in tutto il mondo: 'Roma città aperta', 'Sciuscià', 'Ladri di biciclette'...". Paola invece è rimasta colpita da quello che ci hanno detto: "...Entrammo in una sala dell'ospedale psichiatrico, finita la recita il regista ci parlò molto del metodo Basaglia. Si deve sapere che Basaglia fu quel medico che fece chiudere i manicomi, annullò, anzi vietò le camicie di forza, gli elettroshock e le cure drastiche. Una volta i manicomi erano chiusi e gli infermieri dell'ospedale psichiatrico picchiavano i malati, c'erano delle grandi stanze ma non c'erano posti a sedere, nemmeno una seggiola, e tanti pazienti si sedevano e si sdraiavano per terra. Se qualche malato aveva fatto qualcosa che al medico non andava, veniva messo in pigiama per molti giorni, senza uscire, o gli facevano indossare camicie di forza. Basaglia fu il primo a dire che tutti i pazienti avevano il diritto di vivere bene, di avere il loro armadio dove mettere i vestiti e i loro comodini. E poi dovevano essere lasciati liberi, LIBERTA', era la parola d'ordine di ogni ammalato. Prima non potevano avere nessun diritto, né la libertà. Il professor Basaglia con il suo metodo riuscì nel suo intento. Ora non ci sono più manicomi ma cliniche private. Sono anch'io come Basaglia di chiudere i manicomi e lasciare aperte le case, anche se ci sono ugualmente delle persone che soffrono. Ecco il formarsi delle Comunità, appartamentini con sei o più persone con degli operatori di turno. Quindi anche la psichiatria ha fatto progressi in questo ultimo periodo di tempo". Dino, invece dice: "Sono rimasto impressionato dalla facilità di come recitava la sua parte Livio. La sua recitazione è durata sicuramente dieci minuti. Bravo anche Sandro, che aveva sbagliato l'uscita dell'autostrada e poi era riuscito a rientrare". Maria Laura invece saluta tutti e dice: "Siamo noi gli Spetenas, e vi aspettiamo numerosi ai nostri spettacoli". In questo periodo abbiamo girato alcune scene di un cortometraggio che un regista cinematografico manderà ad un concorso di video. I nostri incontri avvengono ogni lunedì dalle ore 14 alle 16, presso la sala parrocchiale "Gesù Buon Pastore" di via R. di Giusto a Udine. Fabio Della Pietra Ufficio stampa Cooperativa Itaca - Pordenone Prot. 1138
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