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notiziario caritas n.72
- Subject: notiziario caritas n.72
- From: "Caritas Diocesana di Bologna" <cdbosegr at iperbole.bo.it>
- Date: Wed, 22 Dec 2004 13:24:24 +0100
NOTIZIARIO TELEMATICO DELLA CARITAS DI BOLOGNA Per raccontare le nostre iniziative, segnalare articoli, appuntamenti, pensieri… che "ne vale la pena" 22 dicembre 2004 - n. 72 In Sommario 1. DOSSIER IMMIGRAZIONE 2004; 2. 5° RAPPORTO SULL'ESLUSIONE SOCIALE; 3. NEGOZIO PER FILO E PER SEGNO; 4. INCONTRO DI AGGIORNAMENTO PER LE CARITAS PARROCCHIALI, I CENTRI DI ASCOLTO, VOLONTARI E OPERATORI DI ALTRE REALTA' 5.AUGURI DI NATALE. 1. DOSSIER IMMIGRAZIONE 2004; Il dossier è stato curato da Caritas Italiana, dalla fondazione Migrantes e dalla Caritas di Roma. Il nuovo slogan "società aperta, società dinamica e sicura" sottolinea che l'immigrazione può essere governata solo nel contesto di una società che sia in grado di valorizzare le opportunità nel reciproco interesse, salvaguardando un senso di sicurezza sia negli italiani che nei nuovi venuti. Il mito delle frontiere chiuse ha già prodotto tanti effetti negativi ed è tempo di sperimentare politiche innovative che riescono a coinvolgere gli immigrati e i loro paesi. Gli stranieri registrati come soggiornanti al 31/12/2003 sono 2.193.999 a cui vanno aggiunti 404.224 minori stimati. La stima complessiva nel 2003 è di 2.598.223, 4,5% sulla popolazione totale. Ben i due terzi di tutti gli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia sono venuti per lavoro e circa un quarto per motivi di famiglia, per lo più rappresentati dai ricongiungimenti. Questo è un dato molto importante perché significa che gli stranieri partecipano in modo massiccio all'economia reale del paese e denotano un inserimento stabile nella realtà italiana, un radicamento sul territorio. Romania, Albania, Marocco, Ucraina, Cina Popolare sono le nazionalità più presenti in Italia. Nella nostra regione gli stranieri presenti regolarmente sono 263.414 pari al 6,46% dei residenti, di cui 45.658 miniori. Bologna, Modena e Reggio Emilia sono le province con maggiore presenza. Per quanto riguarda le nazionalità il gruppo più numeroso diventa quello europeo che supera quello africano. Questo cambiamento è dovuto all'arrivo di donne dall'est Europa, assunte come assistenti familiari e colf. Dai dati Inail si capisce l'importanza nel tessuto produttivo regionale degli inserimenti lavorativi di stranieri nell'industria. Inoltre la consistenza numerica degli stranieri risulta inversamente proporzionale al tasso di disoccupazione. La nostra regione è la quarta come presenza di immigrati ma diventa la prima per incidenza percentuale dei bambini stranieri nelle scuole. Per richiedere il volume contattare direttamente la Caritas di Roma al numero 06/69886465, e-mail: ufficio.stampa at caritasroma.it. 2. "VUOTI A PERDERE". 5° RAPPORTO SULL'ESLUSIONE SOCIALE Il volume, curato da Caritas Italiana e dalla Fondazione Zancan, edito da Feltrinelli, si sofferma su alcune situazioni emergenti di disagio e vulnerabilità sociale. I casi presi in esame riguardano particolari condizioni di fragilità che le persone sperimentano nella società contemporanea, che portano o aumentano una condizione di non autosufficienza. Questa sfocia in una forma di "incompiutezza della cittadinanza" che non significa solo abbandono o solitudine, ma prima ancora impossibilità a far valere i propri diritti. Depressione, demenza senile, dipendenza da sostanze, precarietà causata dal lavoro flessibile sono alcuni dei fenomeni che vengono studiati. Riportiamo alcune frasi della presentazione di mons. Pasini, Presidente della Fondazione Cancan e mons. Nozza, direttore di Caritas Italiana, che ci sembrano particolarmente significative: "L'espressione vuoti a perdere richiama l'assurdità di un'organizzazione sociale, che si rassegna buttare preziose risorse umane… la persona viene trattata come oggetto, con lo stile dell'usa e getta. Si tratta di un filosofia non dichiarata, ma che è penetrata nella vita sociale ed è diventata logica diffusa, che è uscita dai cancelli dell'azienda ed è diventata tarlo della società nel suo insieme. E la filosofia dei vuoti a perdere è rintracciabile anche nelle attuali tendenze delle politiche sociali e previdenziali, che vanno nella direzione di un sistema di protezione sociale a maglie larghe, all'interno del quale alcuni soggetti particolarmente problematici costituiscono un surplus umano, di cui non è vantaggioso accollarsi gli oneri socio assistenziali". 3. NEGOZIO PER FILO E PER SEGNO; In questo numero del notiziario telematico vogliamo conoscere meglio il negozio "per filo e per segno" per poterne capire le peculiarità e la sua valenza sociale. " Per Filo e per Segno - Abiti e abilità sociali " è un progetto che si sviluppa nell'ambito della Caritas Diocesana di Bologna e che nasce dall'immagine della società vista come una grande carovana, una carovana lunga e composita, dove chi è in testa tira cercando di imporre un ritmo veloce al cammino, col rischio che non tutti possano stare al passo. Ogni giorno nel nostro lavoro abbiamo a che fare con le retrovie di questa carovana e col tentativo di creare un ponte per superare l'emarginazione, il senso di abbandono, solitudine e sfiducia che queste persone nutrono. Ci accorgiamo che questo è possibile nella misura in cui anche noi scopriamo il nostro "essere retrovia", insieme col desiderio di creare condizioni per cui ognuno possa trovare un "passo" rispettoso di sé e delle sue risorse. E' proprio a partire da quest'immagine che abbiamo voluto pensare un modo nuovo per allacciare insieme le due estremità della carovana. Realizzazione del progetto Nasce quindi " Per Filo e per Segno - Abiti e abilità sociali ", uno spazio di incontro e conoscenza dove convivano insieme le tante piccole realtà del nostro territorio che operano con il comune intendo di promuovere l'integrazione sociale, valorizzando e dando espressione alle risorse di ciascun individuo. " Per Filo e per Segno - Abiti e abilità sociali " vuole però essere anche uno spazio dove la gente possa conoscere e incontrare la bellezza dei nostri piccoli. L'idea è infatti quella di aprire un punto vendita dove i protagonisti siano proprio i "piccoli": quelli che sono piccoli perché ancora bambini ma anche quelli che sono piccoli perché soli, emarginati e spesso allontanati dal tessuto delle relazioni sociali e dal mercato produttivo. All'interno del negozio, già allestito in un ampio locale nel centro di Bologna in Via Cesare Battisti 4/b e già aperto dalla metà del mese di luglio e che è stato inaugurato ufficialmente il 17 settembre, sono esposte e vendute due diverse tipologie di prodotti: da un lato i prodotti di artigianato frutto del lavoro e della fantasia delle tante persone che operano all'interno dei laboratori e degli atelier delle Cooperative e degli Enti che prendono parte al progetto, dall'altro lato vengono invece venduti gli abiti usati per bambini che una delle cooperative coinvolte nel progetto, attraverso il lavoro di alcune donne straniere, dopo averli accuratamente selezionati, lavati e igienizzati, ripropone sul mercato a prezzi molto accessibili. Questo spazio viene poi utilizzato per proporre periodicamente dei laboratori, degli incontri e delle iniziative volte alla promozione delle realtà che prendono parte al progetto. Tutto questo con la finalità principale di dare visibilità e valore alle persone che operano in questi laboratori, nel tentativo di sensibilizzare sempre più la città sulla tematica dell'emarginazione sociale attraverso uno strumento nuovo come quello della vendita e della produzione. Gli enti coinvolti nel progetto L'ente promotore dell'iniziativa è la Caritas Diocesana di Bologna, gli enti che prendono direttamente parte allo sviluppo del progetto esponendo e vendendo in maniera stabile i propri prodotti all'interno del negozio sono: Opera dell'Immacolata, l'Associazione di volontariato Mosaico di Solidarietà e le Cooperative sociali La Piccola Carovana, Campi d'Arte, Casa Santa Chiara e Siamo Qua. Nel corso del tempo verrà poi data l'opportunità ad altri enti di esporre e vendere i propri prodotti per periodi limitati di tempo. Riferimenti Il responsabile del Progetto è Daniele Bergamini che, per conto della Cooperativa sociale La Piccola Carovana, si occupa della gestione e dell'organizzazione del negozio e di tutte le attività ad esso connesse. Per qualsiasi informazione o chiarimento potete contattare Daniele ai seguenti recapiti: - Tel. 333 4563945 - Fax. 051 975195 - E-mail. LaPiccolaCarovana at libero.it Vieni in negozio, il 6 gennaio alle ore 17.00 ad ascoltare la favola dei figli del Baobab !! ….spargi la voce ai tuoi amici,Ti aspettiamo!! 4. INCONTRO DI AGGIORNAMENTO PER LE CARITAS PARROCCHIALI, I CENTRI DI ASCOLTO, VOLONTARI E OPERATORI DI ALTRE REALTA'. Il 19 gennaio presso la parrocchia della Dozza, dalle ore 14.30 alle ore 17.00 si tiene il 3° incontro di aggiornamento per le caritas parrocchiali, i centri d'ascolto, i volontari e gli operatori di altre realtà. Il tema di questo pomeriggio di incontro è "il lavoro debole, tra difficoltà e nuove idee", ci aiuteranno nella riflessione alcuni amici dei sindacati di legacoop e confcooperative. Il 4° incontro è previsto per il 10 febbraio. Si tiene una giornata intera di studio al centro San Petronio, dalle 9.30 alle 16.30, il tema che verrà affrontato sarà "Lavoro di rete". Nei prossimi numeri del notiziario vi forniremo maggiori dettagli. 5. AUGURI DI NATALE. Vogliamo farvi i migliori auguri di Natale con queste parole del patriarca latino di Gerusalemme: "Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, purché non ritornino a vivere da stolti "(Sal 84/85, 9). 1. A tutti quelli che cercano la pace e la giustizia in questa terra santa, Buona festa di Natale. Che la pace e la gioia di Natale riempiono i vostri cuori e le vostre anime. Con tutti voi, e con il salmista "Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, purché non ritornino a vivere da stolti"(Sal 84/85, 9). Celebriamo Natale e ci rallegriamo, per rinnovare le nostre energie, per potere pazientare e superare le forze del male nella nostra terra. Celebriamo Natale, preghiamo, intensifichiamo le preghiere, digiuniamo e purifichiamo i nostri cuori e le nostre intenzioni affinché questa festa ci riempi di santità, di vita, d'amore e della forza dello spirito con la quale arriveremo a costruire una pace che sembra molto difficile se non impossibile. 2. I giorni presenti sembrano annunciare la pace. Lo speriamo, dopo tante preghiere, tante vite sacrificate, tante lacrime e grandi sofferenze. Speriamo che i capi politici abbiano il coraggio necessario per firmare una pace giusta e definitiva e accettare i sacrifici indispensabili, personali o comunitari, anche se sono dolorosi. Ciascuno, oggi, deve avere imparato le lezioni della violenza passata che ha demolito l'immagine di Dio nei carnefici e nelle vittime, negli oppressori e negli oppressi. Ci furono in quest'ultimi anni molte vittime, molta paura, molte case demolite, molta agricoltura devastata, e malgrado tutto questo, siamo allo stesso punto. Gli Israeliani sono sempre in una difficile ricerca della loro sicurezza ed i Palestinesi non cessano di chiedere la fine dell'occupazione, la loro libertà e la loro indipendenza. E tuttavia, i due popoli sono destinati a vivere insieme in pace. E ciò è possibile e vi crediamo. 3. Il popolo deve liberarsi dal timore, e rientrare nella fiducia ed i suoi capi devono aiutarlo in questa liberazione. I dirigenti palestinesi preparano le loro elezioni nella calma. Sono rientrati in piani di pace. I capi israeliani sono chiamati a entrare nelle stesse disposizioni, e per ciò smettere le azioni di guerra, fermare la costruzione del muro, e anche l'inseguimento di quanti sono ricercati che non fa che aumentare il numero dei prigionieri e dei morti. La pace non può essere lasciata in ostaggio tra le mani di quelli che vedono ancora nella violenza una via per la giustizia e la pace. Il muro di separazione, da parte sua, non separerà e non proteggerà. Al contrario, farà crescere l'odio, l'ignoranza dell'altro, e dunque l'ostilità al suo riguardo, la violenza e l'insicurezza. Occorre cercare, in tutta umiltà, le cause della violenza. Nell'umiltà e la sincerità, occorre ascoltare i gridi dei poveri e degli oppressi. Porre fine alle oppressioni ed alle umiliazioni imposte ai Palestinesi è dal fatto stesso porre fine al timore e l'insicurezza degli Israeliani. E' anche porre fine agli approfittatori dell'oppressione e della povertà. Il muro di separazione non farà le frontiere sicure. Solo i cuori amici sono le frontiere sicure. Con i cuori amici, tutte le frontiere diventeranno un puro simbolo; saranno straripate dalla vita e dalla gioia della pace e della fraternità. 4. I capi religiosi hanno un doppio ruolo in questi giorni: continuare ad insistere sulla giustizia, sulla dignità umana, sulla sicurezza e sulla fine dell'occupazione, ma allo stesso tempo, hanno il dovere di mostrare le vie della pace. Poiché nessuno dei due popoli è condannato a continuare ad offrire la morte ai suoi giovani. Ogni popolo ha la volontà ed il diritto di vedere i suoi giovani vivere come tutti i giovani del mondo. Gli Israeliani non sono condannati a vivere eternamente nell'insicurezza e nella guerra. I Palestinesi, anche loro, non sono condannati a richiedere eternamente la fine dell'occupazione e restare per ciò sui cammini della morte. 5. Abbiamo visto la vita e abbiamo udito cosa dice il Signore: "Egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, purché non ritornino a vivere da stolti" (Sal 84/85, 9). Il senso cristiano di Natale è che il Verbo di Dio ha fatto il suo ingresso nel mondo e ci ha portato la vita. Natale è una promessa di vita, di gioia e di dignità nella presenza di Dio che ha scelto la nostra terra per la sua dimora: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. E dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto" (Gv 1, 18.16). Ed è in questa visione e in questa presenza di Dio che si costruisce la pace e la giustizia a Gerusalemme ed in tutta la Terra Santa. Buona festa di Natale. Pace, giustizia e gioia a tutti. + Michel Sabbah, Patriarca
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