Qualcuno tenta di confondere il dibattito sulle cellule staminali



Qualcuno tenta di confondere il dibattito sulle cellule staminali
Intervista al professor Giuseppe Noia, ostetrico-ginecologo e docente di
Medicina

ROMA, giovedì, 9 settembre 2004 (ZENIT.org).- A suscitare grande entusiasmo
di recente è stata la notizia, diffusa il 7 settembre dal Policlinico San
Matteo di Pavia e dal Policlinico di Milano, secondo cui Luca un bambino di
cinque anni è guarito dalla talassemia grazie all'utilizzo di cellule
staminali adulte prelevate dal cordone ombelicale delle due sorelline.

Il giorno dopo la notizia è stata però al centro di numerose polemiche
perché le due gemelline donatrici risultano essere nate con tecniche di
inseminazione assistita e selezione degli embrioni, non previste dalla legge
italiana.

Per cercare di comprendere la novità della notizia al di là delle polemiche,
ZENIT ha intervistato il professor Giuseppe Noia, ostetrico-ginecologo al
Policlinico Gemelli e docente di Medicina dell'età prenatale all'Università
Cattolica del Sacro Cuore.

Cosa ci dice del polverone mediatico sollevato da questa notizia?

Prof. Giuseppe Noia: Come la stampa ha trattato questo caso è un esempio
classico di manipolazione semantica e culturale, perché invece di andare a
mettere in evidenza che è stata guarita una malattia genetica curabile ma
non guaribile come la talassemia, si è dato importanza ad aspetti ideologici
e di interesse politico.

L'aspetto scientifico straordinario è che, come ha detto il Ministro della
Salute Girolamo Sirchia, si tratta del primo caso di guarigione con una
tecnica che ha utilizzato cellule staminali adulte.

I mezzi di comunicazione non hanno presentato il dato scientifico, bensì
enfatizzato l'aspetto ideologico e politico tirando fuori la storia secondo
cui le cellule staminali erano state prese dalle due sorelline nate con una
diagnosi preimpianto.

Il dato scientifico e medico è notevole, perché si tratta di cellule
staminali del cordone ombelicale che sono state espanse. In questo caso
abbiamo una conferma della validità curativa delle cellule staminali adulte
(così vengono considerate quelle del cordone ombelicale, ndr) con la novità
di essere riusciti a espanderle e a raggiungere una guarigione in pochissimo
tempo.

Perché critica i mass media?

Prof. Giuseppe Noia: Perché hanno manipolato il concetto ed il significato
della guarigione. Perché hanno utilizzato il successo non in riferimento all
'utilizzo di cellule staminali adulte, ma in riferimento alla derivazione di
quest'ultime dai cordoni ombelicale di due bambini selezionati con la
diagnosi del preimpianto. E tutto questo per affermare che con l'attuale
legge la selezione preimpianto non si può fare.

In questo modo un grande risultato medico è stato ridotto ad una polemica
mossa da interessi politici finalizzati contro la legge vigente in materia
di fecondazione assistita. Tanto più che le bambine potevano nascere sane
anche senza selezione.

Cosa intende dire?

Prof. Giuseppe Noia: Guardi, ho appena ricevuto un messaggio da una mamma di
nome Ivonne, la quale mi dice che la sua bambina è perfettamente sana. E' la
storia di una coppia che ha scoperto la gravidanza in un momento
particolare. Ed ha accolto la vita.

E' stata diagnosticata la malformazione, la bambina aveva il 30/40 per cento
di possibilità che nascesse cromosomopatica, cioè tipo Down. Ivonne e suo
marito hanno deciso di andare avanti e dopo la nascita la mappa cromosomica
della bambina è risultata sana. Sono oltre 4.500 i parti che ho seguito e
portato avanti, e di storie come questa ne ho tantissime da raccontare.

Ha mai pensato di raccogliere e raccontare queste storie?

Prof. Giuseppe Noia: Sto lavorando con 15 donne di bambini considerati
terminali. In molti casi la mentalità corrente non fa proprio alcuno sforzo
nel pensare a possibilità terapeutiche. Mentre l'evoluzione della conoscenza
ha fatto sì che feti un tempo considerati terminali, oggi potessero essere
curati.

L'accidia intellettuale non cerca cure per questi bambini: è più facile
eliminarli!

In alcuni casi però non esistono cure e conoscenze per salvare i nascituri.
Cosa si fa in questi casi?

Prof. Giuseppe Noia: Ci sono gravidanze con l'esito sicuramente terminale,
cioè per conoscenza e per storia naturale sono quei bambini che muoiono
sicuramente prima o dopo la nascita. In questi casi propongo l'
accompagnamento dei bambini, anche se l'esito è terminale.

Mi aiuta molto l'esempio di Maria che sapeva bene che suo Figlio sarebbe
morto, ma per la salvezza del mondo. Qualcuno mi ha accusato dicendo che in
questo modo queste mamme avranno un trauma psicologico.

Ma un conto è subire la perdita sapendo di aver dato amore, un'altra cosa è
subire la stessa perdita sapendo che hai tolto amore a tuo figlio. Purché
malformato o anencefalo, quello è e rimane tuo figlio.

ZI04030912