8 MARZO: PICCOLE DONNE CRESCONO



COMUNICATO STAMPA

IL VOLONTARIATO ORGANIZZATO FEMMINILE: CARATTERISTICHE SALIENTI E DISTINTIVE

a cura di Renato Frisanco - Settore Studi, Ricerche e Documentazione



Una ricerca sulla presenza femminile - tratta ed elaborata dall'ultima
rilevazione FIVOL del 2001 - evidenzia che le donne impegnate nelle
organizzazioni di volontariato sono circa 500 mila, di cui 300 mila in modo
continuativo in 13.089 gruppi di volontariato.

Le volontarie attive, pur rappresentando il 50,8 per cento dei volontari,
sono ai posti di comando solo nel 30 per cento delle organizzazioni
solidaristiche e in 7 casi su 10 diventano "presidentesse" solo in virtù
del fatto che è marcatamente prevalente la componente femminile di queste
organizzazioni (quando cioè almeno 6 volontari su 10 sono di genere
femminile). Ciò significa che le donne sono elette a responsabili di un
gruppo di volontariato soprattutto dalle altre donne: vi è comunque una
crescita tendenziale di donne che rivestono incarichi di responsabilità nel
mondo del volontariato organizzato rispetto alla precedente rilevazione
(1997).

Le organizzazioni di volontariato a forte o esclusiva presenza femminile
sono 7.960 e si concentrano prevalentemente nel Nord-Est del Paese.

Le organizzazioni femminili sono di formazione più recente: 63 su 100 al
momento della rilevazione ha un'anzianità non superiore ai 15 anni. Il
volontariato femminile è espressione della partecipazione dei cittadini, di
movimenti preesistenti e si genera maggiormente nell'ambito delle
istituzioni ecclesiali - parrocchie e Caritas  - ed è invece meno affiliato
alle grandi centrali del volontariato nazionale. Più spiccata è pertanto
l'ispirazione cristiana della loro matrice ideale: ciò fa sì che esse
operino maggiormente in gruppi a vantaggio esclusivo di terzi e che siano
meno propense ad iscriversi ai Registri regionali del volontariato.

La presenza delle organizzazioni "rosa" è particolarmente apprezzabile nel
contesto urbano, dove operano nel raggio d'azione più ristretto del
quartiere o parrocchia in cui sono molto radicati. Dal punto di vista della
loro strutturazione appaiono organizzazioni meno formalizzate (con statuto
e personalità giuridica) e meno articolate in organi di governo e gestione,
cioè più snelle e meno burocratizzate che nella media dei casi.

Le organizzazioni a larga presenza femminile sono costituite, in misura
maggiore, da persone che operano in modo gratuito e continuativo
(volontariato "puro" in  28 organizzazioni su 100 rispetto alle 17 su 100 a
prevalenza maschile) e quindi possono contare complessivamente meno su
figure quali soci, iscritti, obiettori di coscienza e personale remunerato
e possono contare mediamente su 24 volontari, rispetto ai 18 delle unità
maschili. Si tratta di organizzazioni di medie dimensioni impegnate
mediamente per 105 ore settimanali complessive, pari a 5 ore pro-capite,
rispetto alle 6 svolte nell'ambito di quelle a massiccia presenza maschile.

            Le organizzazioni "rosa" sono costituite da persone in età
prevalentemente matura, dato che nella loro maggioranza le volontarie hanno
superato i 45 anni (56,3%), diversamente dalle organizzazioni maschili
(40,9%), e non attive sul mercato del lavoro : 63 su 100 sono studentesse,
casalinghe o pensionate; queste ultime costituiscono l'aliquota più
importante, a segnalare una migliore propensione femminile a fare
volontariato dopo il ritiro dalla vita professionale.

Il volontariato femminile è più impegnato sul versante socio-assistenziale
che sanitario, al contrario delle organizzazioni a elevata presenza
maschile. Sono invece scarsamente presenti nei settori dello sport, della
"cultura", dell'ambiente e, soprattutto, della protezione civile che è
largamente monopolizzato dalle organizzazioni a esclusiva o prevalente
componente maschile. Le finalità che connotano la loro "mission" è
peculiarmente quella del sostegno alle persone in stato di bisogno e della
loro tutela con una propensione a intervenire in un'ottica non "riparativa"
ma "liberante" per la persona accolta e aiutata. Anche quando operano negli
altri settori lo fanno con una specifica attenzione all'inclusione sociale
di persone e gruppi. Le utenze principali e tipiche del volontariato
femminile sono i soggetti in età evolutiva, le famiglie, comprese quelle
monogenitoriali. Sono altresì le organizzazioni che si fanno carico dei
"disagi femminili"  e della presa in carico di poveri e immigrati e delle
vittime di violenza.



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