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8 MARZO: PICCOLE DONNE CRESCONO
- Subject: 8 MARZO: PICCOLE DONNE CRESCONO
- From: "Fivol - Ufficio Stampa" <ufficio.stampa at fivol.it>
- Date: Mon, 8 Mar 2004 20:35:37 +0100
COMUNICATO STAMPA IL VOLONTARIATO ORGANIZZATO FEMMINILE: CARATTERISTICHE SALIENTI E DISTINTIVE a cura di Renato Frisanco - Settore Studi, Ricerche e Documentazione Una ricerca sulla presenza femminile - tratta ed elaborata dall'ultima rilevazione FIVOL del 2001 - evidenzia che le donne impegnate nelle organizzazioni di volontariato sono circa 500 mila, di cui 300 mila in modo continuativo in 13.089 gruppi di volontariato. Le volontarie attive, pur rappresentando il 50,8 per cento dei volontari, sono ai posti di comando solo nel 30 per cento delle organizzazioni solidaristiche e in 7 casi su 10 diventano "presidentesse" solo in virtù del fatto che è marcatamente prevalente la componente femminile di queste organizzazioni (quando cioè almeno 6 volontari su 10 sono di genere femminile). Ciò significa che le donne sono elette a responsabili di un gruppo di volontariato soprattutto dalle altre donne: vi è comunque una crescita tendenziale di donne che rivestono incarichi di responsabilità nel mondo del volontariato organizzato rispetto alla precedente rilevazione (1997). Le organizzazioni di volontariato a forte o esclusiva presenza femminile sono 7.960 e si concentrano prevalentemente nel Nord-Est del Paese. Le organizzazioni femminili sono di formazione più recente: 63 su 100 al momento della rilevazione ha un'anzianità non superiore ai 15 anni. Il volontariato femminile è espressione della partecipazione dei cittadini, di movimenti preesistenti e si genera maggiormente nell'ambito delle istituzioni ecclesiali - parrocchie e Caritas - ed è invece meno affiliato alle grandi centrali del volontariato nazionale. Più spiccata è pertanto l'ispirazione cristiana della loro matrice ideale: ciò fa sì che esse operino maggiormente in gruppi a vantaggio esclusivo di terzi e che siano meno propense ad iscriversi ai Registri regionali del volontariato. La presenza delle organizzazioni "rosa" è particolarmente apprezzabile nel contesto urbano, dove operano nel raggio d'azione più ristretto del quartiere o parrocchia in cui sono molto radicati. Dal punto di vista della loro strutturazione appaiono organizzazioni meno formalizzate (con statuto e personalità giuridica) e meno articolate in organi di governo e gestione, cioè più snelle e meno burocratizzate che nella media dei casi. Le organizzazioni a larga presenza femminile sono costituite, in misura maggiore, da persone che operano in modo gratuito e continuativo (volontariato "puro" in 28 organizzazioni su 100 rispetto alle 17 su 100 a prevalenza maschile) e quindi possono contare complessivamente meno su figure quali soci, iscritti, obiettori di coscienza e personale remunerato e possono contare mediamente su 24 volontari, rispetto ai 18 delle unità maschili. Si tratta di organizzazioni di medie dimensioni impegnate mediamente per 105 ore settimanali complessive, pari a 5 ore pro-capite, rispetto alle 6 svolte nell'ambito di quelle a massiccia presenza maschile. Le organizzazioni "rosa" sono costituite da persone in età prevalentemente matura, dato che nella loro maggioranza le volontarie hanno superato i 45 anni (56,3%), diversamente dalle organizzazioni maschili (40,9%), e non attive sul mercato del lavoro : 63 su 100 sono studentesse, casalinghe o pensionate; queste ultime costituiscono l'aliquota più importante, a segnalare una migliore propensione femminile a fare volontariato dopo il ritiro dalla vita professionale. Il volontariato femminile è più impegnato sul versante socio-assistenziale che sanitario, al contrario delle organizzazioni a elevata presenza maschile. Sono invece scarsamente presenti nei settori dello sport, della "cultura", dell'ambiente e, soprattutto, della protezione civile che è largamente monopolizzato dalle organizzazioni a esclusiva o prevalente componente maschile. Le finalità che connotano la loro "mission" è peculiarmente quella del sostegno alle persone in stato di bisogno e della loro tutela con una propensione a intervenire in un'ottica non "riparativa" ma "liberante" per la persona accolta e aiutata. Anche quando operano negli altri settori lo fanno con una specifica attenzione all'inclusione sociale di persone e gruppi. Le utenze principali e tipiche del volontariato femminile sono i soggetti in età evolutiva, le famiglie, comprese quelle monogenitoriali. Sono altresì le organizzazioni che si fanno carico dei "disagi femminili" e della presa in carico di poveri e immigrati e delle vittime di violenza. Per info: Ufficio stampa 0647481205 - <mailto:ufficio.stampa at fivol.it>ufficio.stampa at fivol.it - c.s. 02/04
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