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[Cnv] - Info n° 32 - 25.II.04 -
- Subject: [Cnv] - Info n° 32 - 25.II.04 -
- From: "Volontariato Oggi" <redazione at centrovolontariato.it>
- Date: Wed, 25 Feb 2004 18:36:08 +0100
Centro Nazionale per il Volontariato *** www.centrovolontariato.it *** *** [Cnv] - Info n° 32 - 25.II.04 *** ---------- BOLLO AUTO ---------- Il governo sana le norme in materia di Irap e tasse automobilistiche. Esenti le associazioni toscane: «Niente più bollo auto per i mezzi del volontariato» Con il nuovo anno una buona notizia per le associazioni di volontariato toscane che potranno rimanere tranquille sull'esenzione dal pagamento del bollo auto. La norma, decisa pochi mesi fa dalla Giunta regionale toscana, era stata impugnata dal governo, davanti alla Corte Costituzionale, che contestava il potere della Regione di legiferare in materia. Ora l'esecutivo ha fatto una sorta di passo indietro e con la Finanziaria 2004 ha previsto una sanatoria per le norme già approvate dalle Regioni e che modificano scadenze e tariffe in materia di Irap e tasse automobilistiche. "Per le oltre 2.200 organizzazioni che operano in Toscana - ha detto l'assessore al Bilancio, finanze e credito, Marco Montemagni - si tratta sicuramente di una buona notizia, anche se la legge regionale, pur impugnata, già era operativa. Le ambulanze erano già esenti dal bollo auto. La norma che abbiamo approvato nei mesi scorsi esentava dal pagamento anche i pulmini e le auto utilizzate per il trasporto di disabili, bambini ed anziani, oltre ai mezzi di proprietà di Onlus, enti locali ed aziende sanitarie utilizzati per il trasporto di persone in stato di bisogno, di sangue ed organi. Unica condizione richiesta: che la destinazione d'uso fosse indicata sulla carta di circolazione". La Regione aveva infatti chiesto un'estensione del potere impositivo regionale in materia di tasse automobilistiche, in attesa dell'applicazione del nuovo titolo V della Costituzione. Il Governo risolve così i conflitti di competenza ed illegittimità sollevati in passato, dando voce a quell'ampio consenso politico che si era registrato negli ultimi anni in materia di federalismo fiscale. Andrea Magrini ---------- UNICEF & BAMBINI ---------- Convegno «La parola ai bambini - La presenza dei bambini nei procedimenti giudiziari» L'UNICEF informare che il prossimo 29 aprile 2004 terrà a Firenze, presso il Centro di Ricerca Innocenti dell'UNICEF, un convegno dal titolo "La parola ai bambini - La presenza dei bambini nei procedimenti giudiziari". Primo incontro sulla giustizia minorile, presso il Centro di Ricerca Innocenti dell'UNICEF, Piazza S.S. Annunziata, 12 (Firenze, ore 9/18). Relazioni sui temi: Ascoltare la voce dei bambini; Il Comitato ONU sui diritti dell'infanzia: sue indicazioni in tema di ascolto del minore; La Convenzione di Strasburgo: l'ascolto, l'assistenza, la rappresentanza del minore nel processo. Attualità e prospettive; Le regole del giusto processo minorile; La terzietà del giudice minorile; L'avvocato del minore e la sua specifica preparazione; La rappresentanza del minore: il curatore speciale; Le audizioni protette in Italia: l'applicazione territoriale; L'esperienza internazionale in materia di ascolto; La funzione e il ruolo del giudice onorario nell'ascolto dei minori; L'ascolto del minore nella pratica giudiziaria; Come interrogare il minore la difficoltà di formazione; La specializzazione: uno strumento per affinare l'ascolto del minore. Per ulteriori informazioni telefonare al 06 47809220, fax 06 47809270. [Info: a.orlandi at unicef.it] ---------- SCUOLA & VOLONTARIATO ---------- «La solidarietà sui banchi di scuola»: incontro sulla dispersione scolastica Un ragazzo bocciato ogni sei e un abbandono scolastico che sfiora il 4%. E questo solo nella provincia di Lucca. Questi sono alcuni dei dati emersi durante il seminario "La solidarietà sui banchi di scuola", organizzato dal Centro Nazionale per il Volontariato grazie al finanziamento della Fondazione Banca del Monte di Lucca. Volontari, operatori pubblici, studenti, ma anche insegnanti e associazioni familiari si sono incontreranno per discutere della dispersione all'Oratorio di San Giuseppe. Durante il convegno è emerso che la provincia di Lucca supera la media regionale e nazionale di dispersione scolastica, calcolata nei ragazzi compresi tra 14 e 18 anni. Nel dettaglio, abbiamo un bocciato ogni 6-7promossi (quasi il doppio della media nazionale: 16,27% rispetto al 7%); un ragazzo su quattro è promosso con debito (a livello nazionale uno ogni 3: il 23% a Lucca, il 39% in Italia); l'abbandono scolastico è del 3,94% (in Italia 4,61%, nelle regioni centrali 3,42%) e riguarda in particolare gli istituti professionali (7,82%). Il disagio scolastico è infatti avvertito principalmente nelle scuole professionali (22,55% di insuccessi), seguite dagli istituti tecnici (17,6%) e istituti d'Arte (16,14%). La dispersione è concentrata soprattutto nelle aree geografiche della Garfagnana (in particolare a Barga), in alcune zone della Versilia (Seravezza e Stazzema) e in alcuni istituti professionali della Piana dove si raggiungono picchi di insuccessi superiori al 30%. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi, ma con minore differenza di quanto non accada a livello nazionale. "Il nostro obiettivo - si è detto durante il convegno - è di trasformare gli insuccessi scolastici, che spesso determinano negative rinunce all'apprendimento, in scelte positive e consapevoli di percorsi scolastici e formativi alternativi, percorsi di lavoro, di diritti di cittadinanza e di vita. L'innalzamento del livello di istruzione medio di un paese ha un effetto fortemente positivo sulla crescita economica e sociale". Ma che ruolo ha il volontariato con le scuole e con le istituzioni? "A scuola, come nella vita - è stato detto - è più facile trovare chi rimprovera e ci fa sentire incapaci e colpevoli delle nostre incapacità. E' molto più faticoso dare potere, piuttosto che esercitarlo sugli altri. Ed è ancor più faticoso sentirsi la responsabilità di tutto ciò, come insegnanti, come persone. Il volontariato può quindi essere mezzo e fine. E può agire con il sostegno scolastico (tutoraggio promosso da Provincia, Comuni o associazioni come la San Vincenzo de Paoli, Villaggio del Fanciullo), favorendo spazi di innovazione e progettualità sociale (come gli Sportelli Scuola & Volontariato, Equinozio, eccetera) o aiutando a risolvere i conflitti pacificamente e democraticamente (Gruppo Abele, Berretti Bianchi e noi del Cnv, ad esempio)". Sono state inoltre presentate alcune esperienze positive che già esistono sul nostro territorio, e nuovi possibili percorsi da sperimentare. Anche attraverso l'attivazione degli sportelli scuola-volontariato in una logica di lavoro di rete. [Info: www.centrovolontariato.it] ---------- COMMERCIO EQUO ---------- Da Fiesole a Caserta: «Commercio equo, istruzioni per l'uso». In aprile fa tappa in Campania con la collaborazione di Arci Nuova Associazione Sono ormai più di 250 i "bottegai equosolidali" che si sono formati alla scuola di TransFair frequentando la fortunata formula "Commercio equo: istruzioni per l'uso", la full immersion di due giorni pensata per chi intende avviare un'attività di commercio equo. Il 2 e 3 aprile si replica con l'ottava edizione a Caserta, presso la sede della Cgil, in via Verdi 1, in collaborazione con Arci. Il programma prevede l'arrivo e l'accoglienza dei partecipanti venerdì 2 aprile alle 10,30. La mattina sarà dedicata all'introduzione al commercio equo e ai suoi diversi attori e alla storia dei marchi di garanzia. Nel pomeriggio, "Come aprire e gestire un'attività di commercio equo dal punto di vista fiscale e finanziario" e "Primi elementi di scelta di prodotti di Commercio Equo e Solidale per un punto vendita". Sabato mattina il programma prevede due interventi: "Come gestire un PDV del Cees e di prodotti solidali; tecniche di approvvigionamento e vendita; display dei prodotti. Tra cooperazione con il Sud del Mondo e Cooperazione Sociale, esempi di sostenibilità economica di un'attività di Commercio Equo e Solidale"; e "Animazione di una realtà del Commercio Equo e Solidale: tecniche di comunicazione. Come gestire i rapporti con i media, come far riconoscere ai cittadini la propria attività ed i propri prodotti attraverso l'organizzazione di eventi". Tutti gli interventi sono seguiti da simulazioni pratiche ed esercitazioni. Il corso prevede la partecipazione di 25 iscritti al massimo ed un contributo a copertura dei materiali didattici, dei costi di vitto e alloggio e di rimborso dei docenti, con particolari agevolazioni per i soci Arci. Le domande di iscrizione saranno accettate fino ad esaurimento dei posti disponibili, entro e non oltre il 12 marzo 2004. Per informazioni ed iscrizioni: Indira Franco (tel. 049 8750823; 340 5726373; fax 049 8750910). [Info: segreteria at transfair.it] ---------- CIVITAS ---------- Mostra Convegno della Solidarietà e dell'Economia Sociale e Civile, dal 30 aprile al 2 maggio alla Fiera di Padova l'edizione 2004 L'edizione 2004 di Civitas aprirà le porte ai visitatori dal 30 aprile al 2 maggio nella Fiera di Padova. Giunta alla nona edizione si colloca nel panorama italiano ed europeo come appuntamento di eccellenza che promuove sviluppo alla sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini. Nel 2004 intende avvicinare le questioni globali con la quotidianità dei cittadini europei "vecchi" e "nuovi". Il tema della qualità della vita è il protagonista di questa edizione, nei suoi aspetti più salienti: cittadinanza, responsabilità sociale, ecologia, rapporto lavoro-economia-finanza, esperienze di innovazione nello sviluppo sociale, esperienze di sviluppo economico compatibile. "Qualità della vita e vita di qualità" nella relazione tra individuo e comunità, economie e società. Il 1° maggio l'entrata di dieci nuovi stati membri nell'Unione Europea segna un momento importante: Civitas vivrà l'allargamento dei confini con i protagonisti delle reti sociali e delle municipalità di tutta Europa. Il World Social Agenda quest'anno propone "l'Altra Africa". Sarà un'occasione importante per confrontare il cammino intrapreso dal continente africano verso l'unione africana in concomitanza all'analoga esperienza della vicina Europa. E' già stata confermata l'illustre presenza di Aminata Traorè, già Ministro della cultura del Mali, impegnata nella lotta contro il neoliberismo che sta rovinando il suo paese.Tra le altre importanti questioni anche lo sport e il suo mondo, nell'Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport, rilancia i suoi valori educativi che nell'attualità non sono sempre visibili. La manifestazione sarà suddivisa in macro-aree tematiche, per permettere ai visitatori e agli stessi espositori di usufruire di un migliore servizio e facilitare l'orientamento tra il ricco piano culturale e il vasto quartiere espositivo. [Info: www.civitasonline.it] ---------- INTERNET ---------- On-line il nuovo sito di «Fisioterapisti Senza Frontiere» Il Coordinamento dei Fisioterapisti Senza Frontiere informa che è on-line il nuovo sito di FSF, all'indirizzo http://www.fsf.unimondo.org. Il Coordinamento dei "Fisioterapisti senza Frontiere" nasce dall'incontro di Fisioterapisti che hanno avuto esperienze di lavoro, cooperazione e volontariato nei Paesi in Via di Sviluppo, all'interno dei progetti gestiti i dalle Organizzazioni Non Governative che operano in ambito sanitario e della riabilitazione. Al gruppo aderiscono anche Fisioterapisti semplicemente interessati a queste tematiche. Opera all'interno ed in sintonia con l'Associazione Italiana FIsioterapisti Nazionale e Regionali, con proprio logo ed autonomia. E' apartitico, aconfessionale ed opera a scopo no-profit. Intende collaborare con Enti Pubblici e privati, con Associazioni, con ONG, con gli Organismi deputati alla Cooperazione Internazionale, col Ministero Affari Esteri e con l'Unione Europea. [Info: www.fsf.unimondo.org] ---------- PACE ---------- 4a Marcia Internazionale «Il Sentiero della Libertà», 30 aprile - 2 maggio 2004 Nei giorni 30 aprile, 1 e 2 maggio 2004 si effettuerà la 4a Marcia Internazionale "Il Sentiero della Libertà", che attraverso la Majella ripercorrerà, in tre tappe, Sulmona - Campo di Giove - Taranta Peligna - Casoli, quell'impervio Sentiero lungo il quale, negli anni più tragici della II guerra mondiale - quando l'Abruzzo divenne linea di confine ed angolo di speranza - si avventuravano, alla ricerca della Libertà oltre la Linea Gustav, i prigionieri di guerra fuggiaschi, i perseguitati politici braccati dai nazisti, i renitenti alla leva della Repubblica fascista di Salò. Fra questi c'era l'attuale Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, desideroso di ricongiungersi all'esercito italiano di Liberazione. Negli stessi luoghi nacque la Brigata Majella, che combattè eroicamente per la libertà a fianco degli Alleati, entrando per prima a Bologna. Organizzatrice della marcia rievocativa è l'Associazione culturale "Il Sentiero della Libertà", in collaborazione con il Liceo Scientifico "E. Fermi" di Sulmona e con numerose altre associazioni di volontari che assicurano la logistica e l'assistenza lungo il percorso e nei pernottamenti. La 1° marcia è partita solennemente e festosamente, con migliaia di partecipanti, il 17 maggio 2001, con alla testa il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che ha voluto ripercorrere, per un tratto di strada, la "traversata" verso la libertà che egli, giovane sottotenente, fece nel marzo del '44 e che racconta nel suo diario di guerra. Per informazioni: Associazione "Il Sentiero della Libertà", presso Liceo Scientifico Statale E. Fermi, Viale Togliatti, 67039 Sulmona (AQ). [Info: adelaide.strizzi at katamail.com - www.liceoscientificosulmona.it] ---------- IL MURO D'ISRAELE ---------- Inrtervento di Luisa Morgantini alla Sessione Plenaria del Parlamento Europeo sulla «Dichiarazione del Consiglio - Posizione dell'UE sull'audizione alla Corte Internazionale di Giustizia sul muro israeliano» di Lusia Morgantini Signor Presidente, Suor Marie Dominique Croyal è Direttrice della Casa di Nostra Signora dei Dolori ad Abu Dis, un villaggio alla periferia di Gerusalemme diviso dal Muro della segregazione razziale e dell'annessione di territori come lo chiamano palestinesi e pacifisti israeliani o da una barriera di sicurezza come lo chiamano le autorità israeliane. Vorrei leggervi alcune parti del messaggio che ha inviato: "L'11 gennaio 2004. è iniziata la costruzione del nuovo muro di separazione, alto 9 metri, esso rimpiazza un altro muro, molto più basso, costruito nell'agosto del 2002 che permetteva alla gente di scavalcarlo quando non era più loro permesso di andare da Bethany ed Abu Dis a Gerusalemme. Migliaia di persone hanno scavalcato questo primo muro: bambini, studenti, madri, anziani. Molte e molti sono caduti, qualcuno è anche morto nella caduta. Due mesi fa abbiamo dovuto chiamare un'ambulanza per un uomo di 65 anni che, cadendo, aveva battuto la testa e perso conoscenza. L'ambulanza ci ha messo mezz'ora per arrivare. Sulla strada l'esercito ha perquisito l'ambulanza, obbligato la moglie del ferito a scendere, ritardando ancor più l'arrivo all'ospedale. Le cose che succedono attorno a questo muro sono diventate intollerabili! Per mesi, centinaia di persone al giorno sono passate attraverso la nostra proprietà per sfuggire al controllo militare, perché molti lavorano a Gerusalemme, ma non hanno i permessi richiesti. La gente attorno a noi vive nella paura: di essere arrestati o maltrattati, come troppo spesso avviene. La tensione è costante per la popolazione, le cui condizioni di vita sono sempre più miserevoli. E' una lotta quotidiana per queste persone che sono costantemente umiliate. Di fronte all'inerzia generalizzata ci sentiamo sole e senza aiuto. Vogliamo farci portavoce per quelle persone senza voce che ogni giorno da due anni hanno dovuto lottare per raggiungere il loro luogo di lavoro e le loro scuole, per non parlare di coloro che muoiono per la mancanza di cure mediche. Cercando di compiere la nostra missione, anche noi siamo incorse in difficoltà con i soldati quando abbiamo ricoverato persone perché l'ambulanza non poteva entrare in Israele. Lo stesso problema sorge quando qualcuno muore. il cimitero è dall'altra parte. I negozi stanno dall'altra parte del muro e le persone più anziane devono chiamare i commercianti di fronte al muro, per consegnare i loro ordini cercando un interstizio tra i blocchi di cemento. Molti dei nostri pazienti si sentono soli perché le loro famiglie non possono più visitarli. Non sappiamo cosa accadrà quando il muro sarà terminato. La maggioranza dei nostri anziani e dei nostri impiegati viene dalla Cisgiordania. Dei nostri 18 impiegati solo 3 hanno la carta d'identità di Gerusalemme. Per due anni hanno dovuto scavalcare il muro e cambiare spesso percorso per evitare i check point perché, anche con un lasciapassare, i soldati dopo ore di attesa, li facevano tornare indietro. Questo muro di 9 metri ci obbligherà a licenziare la maggioranza del nostro personale e ingaggiarne altro da Gerusalemme; non accettare anziani dalla Cisgiordania, quindi i più poveri. Siamo preoccupate, siamo più isolate di prima per le condizioni della strada e perché il circondario è diventato zona militare, aiutateci". Questa le parole di suor Dominique, ma molto peggiore è la situazione degli abitanti di Qalquilya ai quali il muro impedisce persino di vedere il sorgere del sole e l'unica uscita dalla città ha un cancello di ferro che l'esercito israeliano apre e chiude a seconda del suo umore. Viene ermeticamente chiuso dopo le 17 di sera e nessuno puo' più entrare od uscire dalla città. E che dire degli abitanti di Budros che hanno cercato insieme a molti pacifisti israeliani di opporsi in modo non violento allo sradicamento dei loro alberi alla distruzione di case e sono stati brutalmente colpiti dai soldati. Un ragazzo israeliano colpito da diversi proiettili si trova ancora in ospedale. Un parlamentare svedese è stato arrestato insieme ad altri ed allontanato dal paese. Il muro e le barriere che si stanno costruendo obbligano i palestinesi a vivere in ghetti separati tra di loro. Per la sicurezza - dice Sharon - per impedire azioni terroriste, non volendo capire che la sicurezza non puo' basarsi sulla costruzione di un muro o sulla crescita delle colonie, ma sulla possibilità per il popolo palestinese di vivere liberi e autonomi nel loro stato in coesistenza con lo stato d'Israele. Ma il muro non è solo prigionia, è ancora una volta confisca di terre, annessione di territori occupati ad Israele, la sua linea non è sulla linea dei territori occupati nel 67 ma penetra e divide il territorio palestinese costruendo fatti concreti che impediranno l'esistenza ad uno stato autonomo con continuità territoriale. E intanto la propaganda per fare accettare il muro si fa intensa, preoccupati dalla visione negativa della comunità internazionale l'autorità israeliana sta cercando di rendere meno mostruoso il muro, purtroppo non è una barzelletta, è la proposta resa pubblica dal giornale israeliano Maariv, del team del Ministero degli esteri addetto alla relazioni pubbliche che testualmente ha affermato: "Se il muro fosse dipinto a colori vivaci, sarebbe più estetico e il danno delle relazioni pubbliche verrebbe ridotto". Noi abbiamo condannato la costruzione del muro chiedendo di fermarne la costruzione, perché i muri e lo abbiamo visto con Berlino uccidono la libertà. L'assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato perché la corte di giustizia dell'Aja dia un parere sulla sua legittimità, Il presidente del consiglio dei Ministri europei ha dichiarato, molto inopportunamente, di ritenere inopportuna la valutazione della Corte di Giustizia, e perché mai, quando si tratta delle autorità israeliane il diritto internazionale, le violazioni dei diritti umani devono sempre essere dismessi in nome di negoziati che non ci sono e che il quartetto invece di fare pressioni per la "road map"; lascia che il tempo passi e che in Palestina e in Israele si continui a morire. E' complicità perché questo muro non è sicurezza questo muro è annessione territoriale, è conquista coloniale. L'Unione Europea non puo' buttare a mare il diritto internazionale. Mettiamo in campo azioni diplomatiche e si rilanci la "road map", ma facciamo anche pressioni economiche e politiche su Israele affinché Sharon non assuma azioni unilaterali e ritorni al tavolo dei negoziati. La Comunità internazionale ascolti e dia forza all' iniziativa di Ginevra, alla resistenza popolare non violenta contro l'occupazione militare, ai soldati che rifiutano di bombardare e di essere strumento di repressione nei territori occupati, al circolo di padri e madri, palestinesi e israeliani, che hanno avuto i loro cari uccisi da azioni dell'esercito, dai coloni israeliani o da azioni omicide e suicide palestinesi e che rifiutano la vendetta. Tutti loro mostrano che la convivenza e la sicurezza sono possibili, nell'affermazione del diritto di tutte e tutti a vivere in pace, con dignità e giustizia. [Info: www.luisamorgantini.net] ---------- APPELLO SUDAN ---------- Appello dell'Unicef per fermare i combattenti sudanesi di Darfur: «Donne e bambini le principali vittime dei violenti combattimenti nel Sudan occidentale» I feroci combattimenti che insanguinano la regione di Darfur, nel Sudan occidentale, stanno mettendo a grave repentaglio la vita di centinaia di migliaia di bambini che, a causa delle violenze, sono stati costretti a fuggire dalle loro case, ha ammonito oggi l'UNICEF. Il Direttore Generale dell'UNICEF, Carol Bellamy, ha esortato il Governo sudanese a "far rispettare la legalità e ad adottare energiche misure a protezione dei civili", invitando le parti in lotta a raggiungere un cessate -il-fuoco immediato e a garantire un accesso sicuro per le agenzie umanitarie e gli aiuti, a soccorso delle popolazioni sfollate a causa dei combattimenti. Negli ultimi giorni, gli attacchi sferrati contro numerosi villaggi dalle milizie arabe e da bande di fuorilegge hanno costretto migliaia di civili, in prevalenza donne e bambini, a una fuga disperata verso le città di Darfur, nella speranza di trovarvi rifugio: oltre 100.000 sfollati sono giunti nella città di Kutum, nel nord di Darfur, e si stima che siano circa 750.000 le persone sfollate a causa degli ultimi mesi di combattimenti. Lo scorso lunedì il Presidente del Sudan ha autorizzato l'apertura di corridoi umanitari in alcune delle aree dove i civili hanno trovato rifugio, dopo settimane in cui ogni aiuto era stato di fatto impossibile. Di ritorno dalle città di Kutum e Geneina, JoAnna Van Gerpen, Rappresentante UNICEF in Sudan, ha descritto la condizione dei civili sfollati come "scioccante": "Una madre con i suoi 9 figli è arrivata a Kutum da un villaggio a 3 km di distanza; erano accampati con altre migliaia di sfollati nel letto di un fiume in secca, disseminato di escrementi di animali. I suoi soli averi erano i vestiti che indossava e una tanica per raccogliere l'acqua. Come loro, decine di migliaia di persone, troppo terrorizzate per lasciare la città, vivono accampate all'aperto o in fatiscenti rifugi di paglia, spesso privi perfino del tetto". Secondo quanto riportato dal Rappresentante UNICEF, le popolazioni sfollate si trovano in condizioni di estrema precarietà minacciate da molteplici pericoli tra cui l'insufficiente disponibilità d'acqua e di cibo e da condizioni igienico-sanitarie preoccupanti, soprattutto alla luce dell'affollamento eccessivo dei campi per sfollati, che costituisce un terreno ideale per lo sviluppo di focolai di infezione e la diffusione di malattie. L'UNICEF, in collaborazione con i suoi partner, sta provvedendo al trasporto e distribuzione di scorte d'acqua d'emergenza e alla costruzione di pozzi nei campi per sfollati: l'afflusso continuo di civili, costretti alla fuga dalla sistematica distruzione dei loro villaggi d'origine, rischia però di diventare insostenibile alla luce delle risorse disponibili. A rendere la situazione ancor più drammatica è l'insufficiente presenza di personale medico che, in fuga verso aree più sicure, ostacola il già precario funzionamento dei servizi sanitari. "I civili di cui parliamo, nonostante le condizioni di vita in cui si trovano, sono da considerarsi le più fortunate, essendo quelle che siamo in grado di raggiungere", ammonisce JoAnna Van Gerpen: "Altre centinaia di migliaia di persone in fuga dalle loro case nonn possono essere raggiunte dagli aiuti umanitari, a causa delle insufficienti condizioni di sicurezza o delle restrizioni imposte dal Governo". [Info: www.unicef.it] ---------- EMERGENZA ALIMENTARE ---------- Emergenza alimentare a Polhó: a rischio la vita di 5.000 profughi di guerra. Fame, violenza e militarizzazione: si rafforza la strategia di contro-insurrezione. Aumentano le adesioni e la partecipazione italiana alla campagna di solidarietà A dieci anni dall'insurrezione armata dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, rischia di precipitare la situazione già precaria dei 5.500 desplazados (profughi) accampati a San Pedro Polhó, capoluogo dell'omonimo Municipio Autonomo, Altos de Chiapas. La Croce Rossa Internazionale ha deciso di lasciare questa zona sostenendo che "la priorità in questo momento è l'Iraq" e dopo che lo status internazionale degli indigeni che dal 1997 (dopo il massacro di Acteal) vivono ancora in accampamenti precari, è passato da vittime di guerra a profughi interni, cui non viene garantito alcun diritto. La presenza della CRI in questa zona, seppur con alcune riserve, rappresentava un segnale minimo di attenzione sanitaria alle oltre 5.000 persone che vivono in condizioni igieniche e sanitarie allarmanti, perché impossibilitate a far ritorno alle comunità di origine a causa della minaccia rappresentata da gruppi paramilitari che - come denunciato anche da Don Samuel Ruiz - si sono riattivati negli ultimi mesi. Il Municipio Autonomo di San Pedro Polhó e la Giunta del Buon Governo di Oventik denunciano che "ad aggravare questa situazione è la pesante militarizzazione e la presenza di paramilitari che non permettono agli zapatisti di andare a lavorare nelle milpas" (campi di mais) e fa appello alla società civile nazionale ed internazionale per un'azione urgente. Con una lettera inviata alla solidarietà italiana chiedono un appoggio economico d'emergenza. "Adesso - scrivono - non abbiamo nessun appoggio per coprire queste necessità vitali, perciò vi presentiamo questa situazione, perché sappiamo che non siamo soli e che voi siete parte di questa lotta". "Nonostante tutta la sofferenza noi continueremo a resistere e a costruire l'autonomia. Ringraziamo per gli sforzi che realizzerete per appoggiare questa necessità alimentare". E' possibile contribuire all'emergenza dei profughi nel Municipio di Polhó con versamenti sul conto corrente bancario di Mani Tese (piazzale Gambara 7/9 - 20146 Milano) n° 40 c/o Banca Popolare Etica, sede di Padova, Piazzetta Forzaté 2, ABI 05018, CAB 12100 specificando la causale "Micro 2025 - Emergenza Chiapas". La presenza a Polhó della Croce Rossa Internazionale era appoggiata dall'Unione Europea che solo il 27 gennaio scorso ha invece concesso un finanziamento di 15.000.000 di euro al governo del Chiapas con la seguente motivazione: "Appoggiare gli sforzi del governo del Chiapas per combattere la povertà e contribuire a rafforzare le azioni di conservazione delle risorse naturali della Selva Lacandona", definendo questo progetto "sviluppo sociale integrato e sostenibile in Chiapas". Si tratta, in realtà, di appoggiare la strategia di saccheggio delle risorse naturali della Selva disegnata nei progetti del Corridoio Biologico Mesoamericano e del Plan Puebla Panama che comporta una crescente militarizzazione e l'intensificazione dell'offensiva contro le comunità indigene nei Municipi Autonomi in Chiapas. Il 22 gennaio scorso, nella regione dei Montes Azules, con l'intervento di corpi di polizia federale e statale, sono state bruciate 23 case e sgomberati violentemente gli abitanti della comunità di Nuevo San Rafael, ed è stato impedito l'accesso alla zona dei rappresentanti di organizzazioni per i diritti umani, come il Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, lasciando questa zona completamente isolata. La politica degli "sgomberi" rientra pienamente nella strategia dei grandi piani di sviluppo che riguardano questa zona del mondo. Nella regione del Caracol de La Garrucha, con popolazione di etnia Tzeltal cui fanno riferimento le basi d'appoggio dei Montes Azules, prosegue la devastazione dei boschi con i permessi del governo: già migliaia di metri cubi di legname sono stati saccheggiati e svenduti, per altro, ad un prezzo miserabile. Da segnalare, inoltre, le continue aggressioni da parte di funzionari municipali del PRD contro le basi di appoggio dell'EZLN nella comunità di Zinacantán, con l'interruzione della fornitura di acqua potabile ed impedendo il transito agli zapatisti che ha portato le basi d'appoggio della zona a manifestare numerose il 13 febbraio scorso. In aggiunta, s'inasprisce il livello di controllo sugli osservatori di pace internazionali, con la richiesta di un parlamentare chiapaneco di "fare ricorso all'espulsione" per queste persone in quanto "violerebbero le regole del permesso di soggiorno turistico". Di fronte alla situazione allarmante, facciamo appello agli organi di stampa affinché, oltre che occuparsi di analisi e approfondimento delle "teorie" zapatiste, pongano attenzione sulla realtà della difficile sopravvivenza quotidiana delle comunità indigene zapatiste attraverso cui prende corpo il progetto di autonomia indigena. [Info: rsens at tin.it] ---------- CORSO DI PERFEZIONAMENTO ---------- «Tecniche sanitarie di Protezione civile» Presso la Chirurgia d'Urgenza dell'Università degli Studi di Pisa viene organizzato anche quest'anno un Corso di Perfezionamento in "TECNICHE SANITARIE DI PROTEZIONE CIVILE". Tale corso, che si terrà dal 9 al 13 giugno 2004, riservato ai laureati in Medicina e Chirurgia, ai diplomati in Scienze Infermieristiche ed agli Infermieri Professionali che operano nell'area dell'emergenza, prevede, oltre alla parte teorica, una parte pratica di aggiornamento e qualificazione professionale nel settore "Emergenza Sanitaria", utilizzando anche le strutture campali di una unità sanitaria mobile medico-chirurgica. Tale Corso ha avuto il riconoscimento da parte del Dipartimento della Protezione Civile mediante una Convenzione fra i due Enti. I posti a disposizione sono 15. Le domande di iscrizione devono essere presentate entro il 05 maggio 2004. E' stato richiesto accreditamento E.C.M. per crediti formativi. La segreteria scientifica è a disposizione per ulteriori informazioni al seguente numero telefonico: 050 99.25.32, dal lunedì al venerdì, ore 9-12. ---------- SPORT PER TUTTI ---------- Presentata la «Carta dei principi dello Sport per tutti» E' stata presentata presso la Biblioteca della Camera di Palazzo San Macuto la "Carta dei principi dello sport per tutti" in cui il Forum del Terzo Settore, le associazioni di sport per tutti che ad esso fanno capo (con il prezioso contributo di altre non aderenti) hanno raccolto, in una enunciazione di sintesi, i criteri che caratterizzano la pratica dello sport per tutti distinguendola da altre forme di sport, rendendola strumento di promozione umana e sociale e indicando anche alcuni elementi su cui fondare una politica di sviluppo dello sport per tutti. Tra i relatori Edoardo Patriarca Portavoce del Forum del Terzo Settore, Leo Leone Coordinatore del Gruppo di Lavoro "associazionismo sportivo", Antonio De Poli, Coordinatore Politiche Sociali Conferenza delle Regioni, numerosi presidenti ed esponenti di Enti e Associazioni che hanno contributo alla stesura della "Carta" e senatori e deputati. La "Carta dei principi dello sport per tutti" assume particolare rilievo se si considera che: il 2004 è stato dichiarato Anno Europeo dell'Educazione attraverso lo Sport; la città di Roma ospiterà (11-14 Nov. 2004) il X Congresso Mondiale dello Sport per Tutti; quasi 30 anni venne approvata la "Carta Europea dello Sport per Tutti" (Bruxelles 1975). L'incontro odierno ha segnato l'avvio delle iniziative che il Forum del Terzo Settore e le associazioni di promozione sportiva ad esso aderenti realizzeranno in occasione dell'Anno Europeo dello Sport per tutti ed essere una prima occasione di confronto e dibattito per l'inizio di un percorso che porti alla realizzazione di una via italiana allo sport per tutti. CHE COSA E' LO SPORT PER TUTTI? E' innanzitutto un diritto di tutti i cittadini, a prescindere dall'età e dalle categorie sociali di appartenenza. Pone al centro la persona e non il risultato. E ancora: ha prevalenti finalità sociali. Non il perseguimento della prestazione ma tutela e miglioramento della salute, divertimento, fruizione del tempo libero, formazione continua dell'individuo, inclusione e coesione sociale. Il suo sviluppo è primariamente responsabilità delle istituzioni pubbliche centrali e territoriali, secondo il principio affermato già nella "Carta" emanata dalla Conferenza dei ministri dello sport del Consiglio d'Europa, Bruxelles, 20-21 marzo 1975. Assume forme e modelli organizzativi più flessibili in quanto, per essere davvero "per tutti" deve adattarsi alle condizioni locali e alle capacità di ogni cittadino. I NUMERI: secondo le ultime statistiche Istat (anno 2000) il 28.4% della popolazione italiana, pari a circa 16 milioni di individui pratica attività sportiva in forma continuativa o saltuaria. Di questi il 77'1% pratica lo sport per tutti. Un dato in costante aumento, a fronte di una progressiva diminuzione dei tesserati delle federazioni sportive nazionali e discipline associate. In pratica, solo poco più di 3 milioni fanno capo al mondo dello sport finalizzato alla pura performance, ovvero dello sport promosso dalle Federazioni Sportive Nazionali. Il sistema sportivo italiano non ha più motivo di essere incentrato sull'interesse per lo sport di performance, l'unico che - ad oggi - trova al suo interno riconoscimento e supporto Non c'è dubbio che l'anomalia tutta italiana di avere un Comitato Olimpico facente funzioni di "Ministero dello sport" abbia indirizzato per oltre mezzo secolo la quasi totalità delle attenzioni e delle risorse sportive del Paese in direzione dello sviluppo dello sport di selezione e di prestazione assoluta. Lo sport per tutti è cresciuto; si è affermato in Italia solo grazie allo sforzo compiuto dall'associazionismo di settore ma è tuttora privo di riconoscimento giuridico e non fruisce di una politica pubblica di sostegno. Va recuperato il "ritardo culturale" normativo e devono essere rimosse le discriminazioni che ancora sussistono in molteplici aspetti. Il riconoscimento dell'autonomia: allo sport per tutti va riconosciuta una propria autonomia rispetto allo sport di performance: risulta invece che, anche nel nuovo ordinamento del CONI appena varato dal recente decreto governativo (gennaio 2004) le associazioni di sport per tutti sono presenti in misura ridotta e discriminata, rispetto alle Federazioni sportive che vi sono invece tutte rappresentate. La questione dei finanziamenti: il CONI riconosce all'insieme dell'associazionismo di sport per tutti un contributo globale annuo pari allo 0.9% delle sue entrate. Il restante 99.1% va alle Federazioni. La Legislazione nazionale: non è mai arrivato alla discussione in aula nessuno dei numerosi progetti di legge (presentati in Parlamento nel corso dei decenni da diverse forze politiche) finalizzati ad una legge-quadro dello sport che riconoscesse e assegnasse risorse sufficienti allo sport per tutti. La Legislazione regionale: il DPR 616/77 ha affidato alle Regioni competenze in materia di impiantistica e promozione sportiva sul territorio: tutte si sono dotate di leggi in materia sportiva, ma nessuna di esse è finalizzata alla promozione dello sport per tutti. "Allo stato attuale - sottolinea Edoardo Patriarca Portavoce del Forum del Terzo Settore - crediamo non siano assolutamente più rinviabili una riforma legislativa e il varo di un diverso modello sportivo che deve inevitabilmente passare attraverso una mutata considerazione dello sport per tutti e del ruolo sociale che esso svolge. Richieste che assumono maggiore urgenza se si considera che il 2004 è stato eletto "Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport", sport inteso tra l'altro come strumento di promozione dell'istruzione e della formazione permanente e di lotta contro l'emarginazione sociale e la discriminazione. Sono le stesse valenze - conclude Edoardo Patriarca - che noi diamo allo sport per tutti, promosso in Italia da oltre 30.000 Società sportive non profit che si avvalgono dell'opera di centinaia di migliaia di operatori volontari". [Info: http://www.forumterzosettore.it/documenti.pic1?DOC_ID=131] ---------- CORSO GRATUITO ---------- Aggiornamento sulla comunicazione digitale per i volontari delle associazioni per le persone con disabilità L'Università IULM propone un corso gratuito di aggiornamento sulla comunicazione digitale per i volontari delle Associazioni per le persone con disabilità. Il programma é stato opportunamente ridefinito sulla base dei risultati dell'incontro tenutosi con gli operatori delle Associazioni presso l'Università IULM in occasione del seminario "La comunicazione sul Web delle Associazioni delle persone con disabilità". TITOLO DEL CORSO: "Progettare e gestire la presenza sul Web delle Associazioni". DATE: Il corso si svolgerà il 15, 16 e 17 marzo 2004. Ogni giornata sarà dedicata a un tema e sarà aperta a 30 volontari. Tutte le lezioni saranno tenute in aula informatizzata attrezzata con postazioni in rete. E' possibile partecipare all'intero corso o alle singole giornate. 1° giornata: 15 marzo, dalle ore 14 alle ore 18. L'importanza di essere in rete: i servizi on-line "Come progettare un servizio on-line". 2° giornata: 16 marzo, dalle ore 14 alle ore 18. Usabilità e accessibilità dei servizi on-line. 3° giornata: 17 marzo , dalle ore 9 alle ore 18. La comunicazione in rete: concetti tecnici di implementazione. La docenza è gestita da Susanna Sancassani e dai collaboratori del corso di progettazione multimediale. MODALITA' D'ISCRIZIONE: L'iscrizione è gratuita e va effettuata entro il 5 marzo 2004 inviando una mail all'indirizzo daniela.casiraghi at iulm.it indicando come oggetto della e-mail "iscrizione corso volontari" e segnalando nel contenuto della e-mail a quali giornate si è interessati a partecipare. Per facilitare la programmazione vi preghiamo inoltre di allegare un curriculum contenente informazioni sull'attività di volontariato dell'interessato. [Info: daniela.casiraghi at iulm.it] ---------- BIBLIOTECHE RAGAZZI ---------- Quarto convegno nazionale delle Biblioteche per ragazzi «Segnali di lettura», «Il senso di leggere - La situazione della lettura giovanile» - Campi Bisenzio, Biblioteca di Villa Montalvo, 26-27 maggio 2004 Convegno promosso da Comune di Campi Bisenzio, Regione Toscana. Organizzato da Biblioteca Gianni Rodari di Campi Bisenzio con il coordinamento della rivista LiBeR e la collaborazione di Equilibri. Si discutono oggi i sintomi di una crisi della lettura giovanile, riscontrabili nel calo della lettura particolarmente accentuato nella fascia d'età degli adolescenti, nella diminuzione delle vendite librarie e nei fenomeni di "massificazione" che riguardano le attuali offerte editoriali. Questi elementi non sono stati però ancora sufficientemente analizzati e, soprattutto, manca un'analisi approfondita delle cause che hanno determinati. Il convegno intende contribuire a questa analisi offrendo agli operatori un'utile occasione di approfondimento e di confronto. Il "senso di leggere" allude a una delle funzioni del libro che per diversi anni ha sostenuto la crescita della lettura giovanile e del mercato editoriale per bambini e ragazzi. Nel mondo delle relazioni e dei sentimenti dell'infanzia e dell'adolescenza il libro svolge infatti un'importante funzione, consentendo di incontrare vicende e tematiche perlopiù legate al mondo delle relazioni interpersonali e sen-timentali, al centro degli interessi e del vissuto infantile e adolescenziale, tali da attivare processi di partecipazione emotiva e di immedesimazione che hanno motivato il successo dell'editoria per ra-gazzi per tutti gli anni '90. Oggi la concorrenza degli altri media nell'ambito dei consumi culturali e dell'uso del tempo libero si propone particolarmente forte anche su questi aspetti: dalla tv al web, dagli "squillini" agli sms, la vita delle giovani generazioni appare sempre legata al mondo delle relazioni con i coetanei, ma il "pas-saparola" che ha sancito l'alleanza tra ragazzi e libri appare sempre più contaminato e appannato dall'interferenza di altri collanti relazionali. La promozione della lettura deve tener conto di questa situazione e adeguare le proprie strategie di intervento. Informazioni: http://www.liberweb.it/convegni/convegniindex.htm, il convegno propone elementi di riflessione sull'attualità dell'editoria per bambini e ragazzi, vista anche attraverso i vari "sensi del leggere" che caratterizzano l'infanzia e l'adolescenza dei nostri giorni. Hanno finora assicurato la loro partecipazione al convegno: Domenico Barrilà, Maurizio Caminito, Roberto Denti, Francesca Lazzarato, Eros Miari, Graciela Montes, Giusi Quarenghi. Informazioni e iscrizioni: le iscrizioni al convegno saranno aperte dal 1 marzo al 15 aprile 2004. È previsto il pagamento di una quota di iscrizione di 25 euro. Informazioni e iscrizioni on line (dal 1 marzo al 15 aprile 2004): www.liberweb.it. Segreteria: Idest, via Ombrone 1, 50013 Campi Bisenzio (Fi), tel. 055 8944307, fax 055 8953344. Biblioteca di Villa Montalvo (Biblioteca comunale, Biblioteca Gianni Rodari, Archivio storico) Via di Limite 15 - 50013 Campi Bisenzio (FI) Tel. 055 8959600 Fax 055 8959601 biblio at comune.campi-bisenzio.fi.it biblio.rodari at comune.campi-bisenzio.fi.it http://www.comune.campi-bisenzio.fi.it/citta/virtuale/pub_uti/biblio02.htm [Info: convegni at idest.net] ---------- ALLARME ONG ---------- Uranio impoverito: preoccupazione delle Ong per le sorti dei volontari italiani inviati nei Balcani L'Associazione ONG Italiane apprende con dolore e preoccupazione la notizia della morte dell'alpino di origine sarda, Valery Melis, colpito dal linfoma di Hodgkin dopo quattro missioni di pace nei Balcani, ed esprime tutta la propria solidarietà ai militari coinvolti. "Quanto accaduto - commenta Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione ONG Italiane - non può minimamente esimere le autorità dal ricordarsi del fatto che anche centinaia di volontari delle Ong hanno lavorato per anni nei Balcani, alcuni dei quali proprio in operazioni di sminamento e quindi molto più a rischio rispetto ad altri". In seguito alla guerra in Kossovo, l'Associazione aveva già espresso pubblicamente questa preoccupazione, chiedendo alle autorità competenti e in particolare alla commissione Mandelli - che era stata incaricata dal Governo di far luce sulla questione dell'uranio impoverito - di consultarla e di tenerla informata sugli esiti dell'indagine che era stata portata avanti. "Lungi dal fare polemiche - evidenzia Marelli - vogliamo tuttavia ribadire che nulla ci è stato comunicato e resta tuttora alta la nostra preoccupazione, soprattutto alla luce dei nuovi sospetti di un collegamento diretto tra l'utilizzo dell'uranio impoverito e la morte di questo povero soldato". "Per questo - conclude il Presidente - vogliamo essere informati e chiediamo che venga fatta piena luce sui rischi per i nostri volontari". [Info: www.focsiv.it] ---------- Sulle ALI della FANTASIA ---------- 3° Concorso Internazionale di f otografia, pittura e/o poesia riservato a cittadini affetti da FIBROSI CISTICA e/o OSSIGENO DIPENDENZA. TERMINE DI INVIO: 30 aprile 2004 È indetto il 3° Concorso Internazionale "SULLE ALI DELLA FANTASIA", riservato a cittadini affetti da Fibrosi Cistica e/o da Ossigeno dipendenza (la certificazione medica potrà essere richiesta dall'Organizzazione). II concorso, si articola in tre sezioni: Fotografia, Pittura e Poesia. Ciascun concorrente potrà partecipare a una o più sezioni. La sezione Pittura è divisa in due sottosezioni, la Prima riservata agli Adulti, la Seconda, ai Giovanissimi (con meno di 12 anni). Non è prevista alcuna quota di partecipazione. Ciascun artista potrà partecipare a ciascuna sezione, con un massimo di TRE opere a tema libero: "fotografie" in bianco e nero o a colori, dovranno avere il lato maggiore compreso tra i 30 e 40 cm; potranno essere anche in formato inferiore purché applicate su cartoncino delle predette misure; "opere di pittura" potranno essere eseguite con la tecnica preferita e dovranno avere lo stesso formato indicato al precedente punto a); "poesia" il testo di ciascuna opera in prosa o versi, dovrà essere contenuto in una pagina. Per i concorrenti non italiani, ciascuna opera dovrà essere corredata da traduzione in italiano o inglese. A tergo di ciascuna opera dovrà essere indicato: nome, cognome, anno di nascita ed indirizzo dell'autore, titolo e numero progressivo dell'opera, anno di realizzazione e, ove necessario, in basso a sinistra l'indicazione del giusto verso di visione. Ogni autore è personalmente responsabile di quanto forma oggetto delle opere e ne autorizza la pubblicazione senza alcun fine di lucro. L'invio delle opere dovrà essere effettuato, franco di ogni rischio e spesa, in un imballo adeguato, unitamente alla scheda di partecipazione, entro il 30 Aprile 2004 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo: Famiglia NOLI - Via del Casaletto, n. 527 - 00151 - ROMA. L'Organizzazione, pur assicurando la massima cura nella conservazione delle opere, declina ogni responsabilità per eventuali danneggiamenti, smarrimenti o furti del materiale inviato dovuti a cause di carattere generale. Verranno respinti i plichi che, a causa di irregolarità, saranno multati dall'Amministrazione Postale. L'assegnazione dei premi avverrà a giudizio insindacabile della giuria. L'Organizzazione trattiene tutte le opere pervenute salvo diverse indicazioni espresse dall'autore al momento dell'iscrizione. Per le opere di cui viene chiesta la restituzione (entro TRE mesi dalla premiazione), i partecipanti dovranno allegare i relativi involucri predisposti per la restituzione e affrancatura italiana o versamento di pari importo in EURO sul c.c. n. 08735779.01.18 CAB 05081 ABI 03069 - IntesaBci - Filiale 4830 - Ag. 18 -Roma. Tutte le opere ammesse saranno esposte dal 21 al 24/6/2004 in una Sala il cui indirizzo verrà indicato in seguito e inserite nel sito internet http://www.pranarcem.it (in fase di aggiornamento). Il concorso potrà essere annullato se, per ciascuna sezione, parteciperanno meno di 20 (venti) concorrenti. Segreteria: NOLI - Via del Casaletto, n. 527 - 00151 - ROMA. Tel. 06 65.36.518, fax 06 65.74.50.24. E-mail: associazione at pranarcem.it; info at pranarcem.it. [Info: www.pranarcem.it] ---------- LETTERA DI UN PILOTA ISRAELIANO ---------- Lettera del pilota Israeliano Yonathan Shapira. Uno di quei piloti e quei soldati che si rifiutano di bombardare o di prestare servizio nei territori occupati palestinesi di Yonathan Shapira Sono Yonathan, uno dei promotori e firmatari della lettera dei piloti israeliani. Qualche settimana fa ero ancora un pilota attivo e capo di una squadra d'elicotteri dell'aeronautica israeliana. La vigilia dell'ultimo Yom Kippour, il Comandante mi ha convocato per annunciarmi che ero stato dimesso dalle mie funzioni per avere annunciato che non avrei più obbedito ad ordini illegali e immorali. Negli ultimi mesi, il Comandante dell'aeronautica ha fatto il giro delle basi e delle squadre di volo per annunciare che una grande e potente organizzazione sostiene il nostro gruppo e che l'esercito ha tutte le intenzioni di scoprirla e denunciarla al mondo intero. Voglio rivelare l'identità di quest'organizzazione potente: è un'organizzazione praticamente in ginocchio nella quale siamo cresciuti e dalla quale siamo stati educati. Voglio anche elencare due dei valori fondamentali cui s'ispirano le Forze Israeliane della Difesa (FID). *Dignità umana: le FID e i suoi soldati devono rispettare la dignità umana. Ogni essere umano dev'essere rispettato indipendentemente dalla sua razza, dalla sua religione, dalla sua nazionalità, dal suo genere, dal suo statuto o rango sociale. *Purezza delle armi: Il soldato non utilizzerà le proprie armi né il proprio potere se non per raggiungere l'obiettivo, secondo l'importanza di tal fine e deve conservare la propria umanità anche durante la battaglia. Il soldato non utilizzerà le proprie armi né il proprio potere per far del male a persone che non sono soldati, combattenti o prigionieri e farà tutto ciò' che è in suo potere per impedire un'aggressione alle loro vite, ai loro corpi o alle loro proprietà. La notte tra il 22 e il 23 luglio 2002. Era tardi, la squadra F-16 era alla base. La squadra mobilitata è composta da un pilota e un navigatore. Rotta su Gaza. Attesa dell'ordine d'attacco. L'ordine arriva. Le bombe vengono lanciate. Atterraggio. Rapporto e ritorno. La routine. In quella specifica missione è stata lanciata una bomba di una tonnellata (ciò' equivale a cento bombe suicide) su una casa nel quartiere Al-Daraj di Gaza, uno dei quartieri più popolati. In quest'azione 14 persone sono state uccise e 150 ferite. Quattro famiglie, 9 bambini, 2 donne e due uomini sono stati ammazzati dalla squadra dell'aviazione che ha eseguito la missione e centrato il segno in pieno, credendo di difendere gli Israeliani. Ecco, invece, cosa ha detto Dan Halutz (il Comandante delle Forze Aeree) parlando della suddetta missione: dichiaro che tutto quanto è stato fatto in questa missione, secondo la mia morale è giustificato. Rivolgendosi ai piloti ha ribadito dormite bene questa notte, avete eseguito la missione alla perfezione. Quella notte, pero', non abbiamo dormito bene, come non abbiamo dormito bene il 31 agosto 2002 quando Daraghmeh è stata annientata e 4 bambini sono rimasti uccisi. Oppure l'8 aprile 2003 quando Al-Arabib e Al-Halabi sono state sterminate e con coloro 2 bambini e 5 adulti. O il 10 giugno 2003, durante un tentativo di annientare Rantissi, una bambina, una donna e 5 uomini sono stati ammazzati. Non abbiamo dormito bene nemmeno l'11 giugno 2003 quando Abou Nahel è stata rasa al suolo e altre 2 donne e 5 uomini hanno perso la vita e nemmeno il 12 giugno 2003, dopo l'attacco a Yasser Taha dove un bambino di un anno, una donna e 5 uomini sono morti. Tre mesi prima, dopo un blitz di cinque attacchi, due persone ricercate sono state uccise ma con loro sono state annientate anche altre 12 persone innocenti. Il Ministro Effi Eitam e gli ufficiali altolocati dell'aviazione non amano l'espressione Palestinesi innocenti, preferiscono chiamarli dei passanti. In quell'azione sono state uccise 211 persone e circa la metà erano dei passanti. Quale genere di sicurezza abbiamo avuto in cambio? Attacchi su attacchi, noi con i nostri Apache e loro con i loro attacchi suicida. Una danza folle. Nemmeno quella notte abbiamo dormito e abbiamo deciso di scrivere questa lettera. * Noi, piloti di riserva dell'aviazione che siamo stati educati nei valori del sionismo, del sacrificio e del contributo allo stato d'Israele, abbiamo sempre servito in prima linea, pronti a compiere qualsiasi missione difficile o facile al fine di proteggere lo stato d'Israele e di rafforzarlo. * Noi piloti veterani e attivi che abbiamo servito e serviamo lo stato d'Israele per lunghe settimane ogni anno, rifiutiamo d'obbedire ad ordine d'attacchi immorali e illegali che lo Stato d'Israele sferra nei territori occupati. * Noi che siamo educati ad amare lo Stato israeliano e a contribuire all'impresa sionista, noi rifiutiamo di prendere parte ad attacchi dell'aviazione su concentrazioni popolate da civili. * Noi, per i quali le FID e l'aviazione sono parti integranti di noi stessi, rifiutiamo di continuare a fare del male a civili innocenti. * Questi attacchi sono illegali e immorali e sono il risultato diretto dell'occupazione attuale che corrompe tutta la società israeliana. * La continuazione dell'occupazione sferra un colpo mortale alla sicurezza d'Israele e alla sua forza morale. * Noi che serviamo in qualità di piloti attivi - combattenti, istruttori per la prossima generazione di piloti - dichiariamo che continueremo a servire nelle FID e nell'aviazione per qualsiasi missione che servirà a difendere lo Stato d'Israele. Abbiamo parlato a più di un centinaio di piloti, tra i quali comandanti veterani dell'aviazione, molti hanno avuto paura di firmare ma hanno sostenuto la nostra idea e, come previsto, non c'è stata nessuna fuga di notizie sulla lettera. E' importante dire chi ha firmato la lettera, è il momento di conoscere i traditori che hanno aiutato i terroristi Inizio con i piloti attivi: il Maggiore Yotam; il Capitano Tomer, pilota attivo d'Apache; il Capitano Ran, pilota attivo di F-16; il Capitano Zur, navigatore combattente attivo; il Capitato Alon, navigatore attivo di F-16; il Capitano Amnon, pilota attivo di Blackhawk; il Capitano Yonathan, pilota attivo di Blackhawk; il Capitano Asaf, pilota attivo di Blackhawk; il Tenente Colonnello Eli, pilota attivo di F-15 e istruttore di combattimento alla scuola di volo; il Brigadiere Generale Yiphtah Spector, pilota di combattimento e istruttore attivo alla scuola di volo. Altri venti veterani hanno sottoscritto l'iniziativa, combattenti che hanno prestato servizio durante le guerre d'Israele, di cui certe erano più o meno giustificate. Tra questi piloti il Colonnello e Dottore Yigal Shohat, pilota di combattimento, già fatto prigioniero in Siria, destinato in seguito all'aviazione in qualità di medico capo; il Tenente Colonnello Yonathan Shahar, pilota di combattimento e comandante di volo durante la guerra dei Sei giorni; il Tenente Colonnello Abner Raanan, pilota di combattimento che ha ricevuto il Premio Israel per la sicurezza e per avere sviluppato dei sistemi di armi intelligenti; il Professor Motti Peri, pilota d'elicottero, oggi Direttore della Facoltà d'Economia dell'Università d'Ebraico; Il Professor Nahum Karlinski, pilota di combattimento e storico all'Università Ben Gourion; il Tenente Yoel Pieterberg, pilota di prova superiore nell'aviazione, uno dei fondatori della prima squadra Apache, leader della squadra Cobra durante la guerra del Libano, ha ricevuto una medaglia dal Capo di Stato Maggiore, è uno dei pianificatori ed esecutori della missione Karin; il Capitano Moshe Bukeyi, pilota di trasporto, citato per il suo coraggio durante la guerra del Sinae; il Maggiore Hagai Tamir, pilota di combattimento e architetto, eminente stagiaire durante i corsi di formazione dei piloti di Dan Halutz. Due settimane dopo la pubblicazione della lettera dei piloti è apparso un rapporto nel supplemento del giornale Yedioth Aharonoth, Seven Days, supplemento nel quale apparivano cinque comandanti di brigata e colonnelli dell'esercito, fotografati in uniforme e armati, che hanno espresso il loro sostegno a Sharon, ai coloni e alla politica d'annientamento. In questa occasione, Yuval Steinitz, membro della Knesset e i suoi amici, non hanno sollevato alcuna obiezione. Il Ministro della Difesa non li ha chiamati sostenitori del terrorismo e non ha decretato sul fatto ch'essi si esprimessero in uniforme. Perché ? Perché rappresentano il consenso. Perché sostengono il Governo. Un governo che ogni giorno diventa sempre meno democratico e sempre più dittatoriale. Se si chiede ad un cittadino che vive in uno Stato che è diventato una dittatura in quale momento è successo, non potrà rispondere poiché è un processo che cresce senza rendersene veramente conto. Certi elementi pero' non si possono nascondere, ad esempio, qualche mese fa il Capo di Stato Maggiore ha dichiarato che ogni membro del Hamas è da annientare. Vorrei riportarvi la risposta del Portavoce del Procuratore dell'esercito in merito alle denunce contro le FID dieci anni fa. Nel 1993, quando dichiaro' che il ruolo dell'Unità Mista 'Aravim non era quello di sterminare : le FID escludono totalmente questa rivendicazione. Le FID non hanno mai praticato né praticheranno mai una politica d'annientamento intenzionale nei confronti dei ricercati. Il principio di riconoscere che la vita è sacra è un valore fondamentale delle FID. E' sempre stato cosi' e non ci saranno cambiamenti in merito. Se ci basiamo su questa dichiarazione non abbiamo forse già oltrepassato la linea rossa ? oppure si può' ancora continuare un po' ? Molte persone sostengono che non abbiamo oltrepassato la linea e che per il momento non possiamo rifiutarci Š.dobbiamo continuare ad obbedire. Questa situazione mi ricorda la linea rossa dell'acqua del mare di Galilea: ogni volta che l'acqua oltrepassa la linea rossa del lago dobbiamo intervenire per abbassarne il livello. Quando il mio paese si trova in una situazione simile ad un aereo che scende in picchiata, ho tre opzioni : posso lanciarmi e lasciare Israele, posso anche continuare e lasciare l'aereo precipitare provocando la morte di più persone, oppure posso tirare la manipola, con tutte le mie forze, per ristabilire la rotta dell'aereo. Noi abbiamo scelto la terza opzione e la gente ci chiede come abbiamo potuto farloŠ bisogna combattere il terrorismo che dilaga nelle strade. A costoro rispondo che hanno ragione e che conosco il terrorismo da vicino. Questi ultimi anni ho fatto volontariato in un'organizzazione che aiuta i nuovi immigrati, vittime del terrorismo. Ho aiutato i feriti durante la loro degenza, ho sorretto gruppi d'orfani e membri di famiglie in lutto. Ogni persona è un mondo a parte e ogni lutto provoca cerchi di dolori e ferite, proprio come un sasso gettato nell'acqua che forma una serie di cerchi che si allargano sempre più. Il dolore, la collera, la speranzaŠ Si, bisogna combattere questo terrorismo criminale. Se devo uccidere un Kamikaze che sta compiendo una missione terroristica rischiando la mia vita, sapendo che sto salvando altre vite umane, lo faccio con tutto il cuore; ma nessuno degli annientamenti, cosiddetti selettivi, sono stati diretti contro un terrorista in atto (le FID appoggiano questa tesi). Dobbiamo combattere i terroristi ma dobbiamo anche combattere per non diventare sempre più uguali a loro. Le esplosioni degli autobus non giustificano le decisioni di Sharon, Mofaz e del Capo dell'Aeronautica, Dan Halutz, di uccidere involontariamente nove bambini nel sonno e di seminare terrore tra un popolo di milioni di persone che vivono sotto il regno degli accerchiamenti, del copri fuoco, dei check-point. Un popolo chiuso in delle mura, in dei campi, sotto il mirino di fucili di un enorme e spaventoso esercito armato fino ai denti, con aerei a reazione che attraversano il cielo in continuazione ed elicotteri d'attacco che lanciano uno dopo l'altro missili sulle automobili, contro le finestre di case in città sovrappopolate e prive di tutto. Ho detto che sacrificherei di tutto cuore la mia vita per fermare, anche con il mio corpo, un kamikaze terrorista, ma credo sia il momento di parlare della coscienza. Abbiamo perso la fiducia in un sistema che ci chiede di applicare una politica scandalosa e dubbia. Non crediamo ai dirigenti dello Stato, al Ministro della Difesa e ai nostri comandanti altolocati quando ci ordinano di lanciare missili in luoghi dove, questo lo scopriamo sempre dopo, uccideremo donne e bambini. Quando il Capo dell'Aviazione mente alla stampa, la stampa pubblica falsità; ma quando Dan Halutz mente ai piloti, cittadini innocenti vengono uccisi, oggi si usa chiamarli "persone non implicate "(termine tratto da Terminator). Un esercito composto da combattenti che non sono convinti delle ragioni delle loro azioni è un esercito indebolito. Un pilota in missione deve poter avere fiducia nel sistema e dev'essere sicuro al 100% che l'esercito ha preso seriamente esaminato gli aspetti morali, strategici e tattici più giusti. Il pilota non ha modo di sapere ciò' che si cela dietro il bersaglio che sta mirando e non gli si può' certo chiedere di valutare, in tempo reale, se l'ordine che ha ricevuto è appropriato o no. E' estremamente difficile, al momento dell'esecuzione, considerare la situazione. In più, oggi, i piloti hanno l'obbligo di conoscere le statistiche nauseanti delle missioni che compiono. 50% delle vittime delle missioni di sterminio selettivo sono dei civili innocenti. Quando si elimina, intenzionalmente, dal planning e dalle esecuzioni, la cifra, quasi certa, del 50% di vittime civili, mi dico che le candide intenzioni dei pianificatori non sono più cosi' candide ma sono piuttosto macchiate. Voglio citare un articolo recente del portavoce dell'aviazione in cui dei piloti d'Apache vengono intervistati sul dilemma interiore. Un pilota, di lunga esperienza, ha dichiarato: E' probabile che fra un paio d'anni mi riterrò' un idiota per avere oltrepassato la linea rossa. Un altro ha parlato di un insieme di valori che sono cambiati negli ultimi anni : Non avrei mai creduto di poter lanciare dei missili su Jenine, Gaza e Tulkarem pero' l'ho fatto. Mi potrebbero inviare a lanciare missili su Umm El-Fahm (una città israeliana)Š. Oggi sembra inverosimile ma potrebbe capitare. Forse lanceremo dei missili sugli uffici d'Arafat o forse dei missili sulle case arabe di JaffaŠSono tutte cose che penso che non farei mai, pero' oggi ho lanciato missili a cento metri dalle persone solo per disperderle, eppure due anni fa non mi sfiorava nemmeno il pensiero di poter fare cose similiŠ Siamo diventati indifferenti. Un altro pilota ancora dice : Certe volte, ritornando dal briefing, dopo uno sterminio riuscito, penso che comincia il conto alla rovescia per un altro attacco. Ultimante, ho visto molto sangue durante il mio servizio. Nell'intervallo ho disposto truppe di comando nelle periferie delle città in Cisgiordania, ho dovuto evacuare dozzine di feriti, ivi compresi soldati delle FID e dei civili, tra cui dei bambini che riportavano delle orribili ferite. A volte, portiamo i feriti all'ospedale, puliamo il sangue sul fondo dell'elicottero e ripartiamo per andare a prenderne altri. Mi chiedo se siamo veramente tanto ottusi ed ingenui fino al punto di credere che possiamo reprimere un milione e mezzo di persone che non hanno più nessuna paura di morire. Mi chiedo se non stiamo diventando matti anche noiŠ.Apparentemente si. Mi sembra di far parte di una società in stato di psicosi avanzato, una sorta di personalità divisa e che il solo modo per sopravvivere sia quello di rinchiudersi e di sparire nella nostra propria sfera e, se c'è qualcosa che dovremmo far saltare in aria, è proprio questa sfera. Come fare per far saltare la sfera ? Semplice, bisogna conoscere i fatti. Esaminiamo, in breve, che cosa ci è successo negli ultimi tre anni. Nei Territori 2.289 Palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane, tra cui 439 minori di 18 anni; almeno 128 Palestinesi sono stati condannati a morte senza processo; 32 Palestinesi sono stati uccisi da civili Israeliani; 9 stranieri sono stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane; 196 civili Israeliani sono stati uccisi dai Palestinesi; 180 persone delle forze di sicurezza israeliane sono stati ammazzata dai Palestinesi; 86 Palestinesi sospettati di collaborazione con Israele sono stati uccisi dagli stessi Palestinesi; 29 palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza palestinesi. In Israele 377 civili, 80 membri delle forze di sicurezza e 32 civili stranieri sono stati ammazzati dai Palestinesi dei Territori; 48 palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. Le FID confermano che tra i 2.289 Palestinesi uccisi dalle nostre forze di sicurezza, solo 550 erano armati o combattenti. Che cosa è capitato agli altri 1.739 Palestinesi? Prima di concludere vorrei descrivervi alcuni momenti, vissuti negli ultimi due mesi, che fanno venire i brividi . Durante l'intervista relativa al mio rinvio dall'aviazione ero seduto di fronte al Comandante delle forze armate dell'aeronautica, l'ho sentito dire e ripetere che tutte le missione effettuate da noi, ivi comprese le più difficili, erano e sono altamente morali tanto che anche il professore Asa Kasher è d'accordo. Poco dopo, di sua iniziativa, Dan Halutz, il Comandante delle forze dell'aviazione, candidato al posto di Vice Capo di Stato Maggiore, ha declamato, davanti a me, come lui considerava il valore del sangue : in ordine discendente, partendo dal sangue ebreo fino al sangue palestinese. Ho sentito molti soldati di fanteria dire, e per mio dispiacere, l'ho letto anche in una lettera inviata da uno dei piloti che si oppongono alla nostra azione, che il nostro eroismo, nell'esercito aeronautico d'oggi, del 2003, non è quello di mettere le nostre vite a rischio sotto il fuoco delle antiaeree o combattere un aereo nemico. Il nostro eroismo oggi è quello di sormontare il sentimento catastrofico che nasce in noi e che ci fa sentire degli assassini professionisti al servizio dello stato d'Israele. Il nostro eroismo è di alzarsi ogni mattina con la scelta rinnovata di essere un buon soldato, pronto ad accettare qualsiasi missione. Una scrollata di spalle per sostituire le responsabilità che pesano con il sentimento di aver compiuto un gesto di valore per essere riuscito a portare a termine una difficile impresa : è questo che permette ai piloti di compiere i peggiori crimini contro l'umanità. Traduzione italiana a cura di Gabriella Pozzobon ---------- FOCSIV CHIEDE TRASPARENZA ---------- No ai paradisi fiscali e alla deregulation dei mercati finanziari I clamorosi crack finanziari come quelli di Cirio e Parmalat impongono urgentemente alle istituzioni italiane, e più in generale alla comunità internazionale, l'adozione di meccanismi di controllo finanziario efficaci e trasparenti. Su tale urgenza torna a ribattere Volontari nel mondo - FOCSIV (la Federazione Italiana di 57 Organismi Cristiani di Volontariato Internazionale), che da anni propone soluzioni ragionevoli e percorribili per evitare disastri finanziari di questa natura. "Ci volevano 800.000 risparmiatori italiani sul lastrico - commenta Sergio Marelli, Direttore Generale di Volontari nel mondo - FOCSIV - per far capire che la deregulation del mercato finanziario, l'esistenza di paradisi fiscali e l'assenza di un'adeguata rmonizzazione dei sistemi fiscali internazionali non è solo un problema che incide sulle economie già fragili dei Paesi in via di sviluppo, ma può avere pesanti ripercussioni anche sulle nostre economie cosiddette stabili e sviluppate". Casi come quello della Parmalat - continua Marelli - si potevano tranquillamente prevenire se si fosse recepito quello che andiamo proponendo da tempo". Da alcuni anni a questa parte, infatti, la FOCSIV - insieme con molte altre associazioni della società civile e con la Chiesa cattolica - si batte su tre fronti legati al mondo della finanza: sulla questione del debito, per il quale propone un meccanismo di arbitrariato indipendente e trasparente a livello internazionale; sulla lotta ai paradisi fiscali, ovvero a quegli Stati che fondano le loro economie su traffici illeciti, sul riciclaggio di denaro sporco e su un sistema defiscalizzato al di fuori di ogni controllo; e infine sull'adozione della cosiddetta Tobin Tax, ovvero un sistema di prelievo fiscale sulle transazioni finanziarie a breve periodo e di tipo speculativo. Quest'ultimo provvedimento, su cui la FOCSIV si è impegnata a lungo attraverso la Campagna lanciata nel 2000 dal titolo "Una Tassa per lo Sviluppo", permetterebbe di raccogliere ulteriori risorse per lo sviluppo nei Paesi del Sud del mondo, così come per la spesa sociale in Italia, e consentirebbe soprattutto di monitorare e regolamentare l'unico settore all'interno di tutte le transazioni internazionali - quello delle speculazioni finanziarie - svincolato da qualunque sistema di controllo da parte delle autorità. A tal proposito, Volontari nel mondo - FOCSIV concorda a pieno con le dichiarazioni rilasciate recentemente dal cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che ha parlato di "finanza avulsa che, rendendosi autonoma dall'economia produttiva, si è resa autonoma anche dalla morale". In alternativa alla Tobin Tax, il Governo ha recentemente proposto la Detax (lo sconto dell'1% a chi faccia acquisti presso qualsiasi esercizio commerciale da devolvere a iniziative di solidarietà), "che non può e non deve essere presentata come un'alternativa alla fiscalizzazione delle transazioni finanziarie", ribadisce Marelli. "Si tratta di uno strumento - precisa il direttore della FOCSIV - che potrebbe essere interessante, ma che non va a incidere sulle cause strutturali dei danni causati dalla speculazione finanziaria ". "Oltretutto - conclude Marelli - si tratta di un meccanismo a dir poco complicatissimo, che potrebbe essere sostituito dalla nostra semplice proposta di innalzare l'attuale detraibilità delle donazioni a favore delle Onlus o delle Ong dal 2 al 10 per cento". E proprio di "Finanza internazionale e di agire morale" si parlerà domani pomeriggio presso l'Aula Minor Angelicum della Pontificia Università di Roma, durante un incontro nel quale verrà presentato il documento della Conferenza Episcopale Italiana sulla finanza etica. Il testo è stato approntato dall'Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della CEI, con il contributo del gruppo di lavoro Etica & Finanza a cui ha preso parte anche la FOCSIV. [Info: www.focsiv.it] ---------- LIBRI ---------- «Quando la vita diventa amore» - Dimensioni: 14 x 21,5 cm - Confezione: brossura - Copertina: a colori - Pagine: 110 - Prezzo di copertina: Euro 10,00 - ISBN 88-87936-74-9 - ALBERTI & C. Editori (*) Teresa Luigina Zarrelli, autrice del libro "Quando la vita diventa amore" è nata a Melizzano (BN) 44 anni fa dove attualmente vive con la sua famiglia. Abilitata all'insegnamento ma disoccupata, ha sempre partecipato alla vita sociale e all'impegno nel volontariato. Autrice di diversi articoli su giornali provinciali e locali circa le problematiche del volontariato. Nell'estate scorsa a Benevento durante la manifestazione "4 notti e più di luna piena" organizzata dalla nota associazione culturale "ISIDE NOVA", nella rassegna dedicata all'incontro con l'autore, ha presentato l'argomento del detto libro insieme ad esperti. Attualmente è impegnata nella stesura di un nuovo libro. Nonostante lZimpegno familiare, ha conseguito circa quattro anni fa un diploma in scienze religiose dopo un percorso di studi di quattro anni. Contemporaneamente a questo percorso di studi, ha vissuto unZesperienza di volontariato molto forte nel mondo della tossicodipendenza che, successivamente l'ha spinta a scrivere il suddetto libro. In esso ha voluto rivivere le emozioni provate guardandole da un punto di vista più profondo che tende a valorizzare il volontario come persona. Egli nel vivere la sua storia di uomo, il suo travaglio, i suoi limiti si scontra e si incontra con numerose storie trovando la capacità di donarsi e scoprire che dietro quel donarsi si riceve tantissimo. Scorrendo le righe di questo libro emerge una realtà forte e pregna di significati che ogni animo sensibile può fare sua. I disagi di tanti giovani, le sofferenze delle loro famiglie, il travaglio di chi giunge alla decisione di far volontariato confermano il grande valore delle opere di volontariato nonché la generosità di chi offre la propria persona per sì nobili fini. Ciò anche quando il volontario vede violentata la propria dignità da chi antepone interessi personali manipolando senza scrupoli la sofferenza di tanti. Il volontario diventa così colui che non è soltanto un mezzo tecnico per risolvere dei problemi in modo gratuito ma, diventa colui che dallZanonimato lancia un messaggio dZamore che raggiunge la sensibilità di tutti perché tutti possiamo scoprire di essere volontari. Tale esperienza vuole dimostrare che la Vita può andare oltre ciò che i nostri sensi e le nostre emozioni possono toccare. Essa infatti sa trascendere la nostra limitata realtà per farne un tesoro da elargire a tutti donando a noi stessi la capacità di interrogarci nel profondo della nostra anima dove siamo veramente soli con noi stessi. Ed è proprio in quel restare soli con se stessi che l'intelligenza si incontra con l'AMORE e l'ipocrisia, che spesso abbiamo usato come facciata per apparire, scivola via lasciando uno specchio lucido e splendente dove si può vedere lo squallore o la bellezza della propria anima perchéŠ "Quando la vita diventa amore si schiude in un continuo donare se stessa ma inevitabilmente mostra il traguardo di ogni azione, il riscontro di ogni giudizio, e svaluta con violenza ogni forma di arrivismo sconsiderato." (*) la pubblicazione è in corso di stampa e sarà disponibile già dai primi di marzo ***************************** Utilizziamo questa newsletter per trasmettere notizie su convegni, corsi, conferenze e quant'altro abbia a che vedere con il mondo del volontariato e del Terzo settore: dibattiti, nuove opportunità, servizi innovativi, progetti, pubblicazioni, attualità. Se desiderate non ricevere più queste informazioni, vi invitiamo a spedirci un messaggio vuoto a redazione at centrovolontariato.it scrivendo "cancella" all'interno dell'oggetto. ***************************** Centro Nazionale per il Volontariato via A. Catalani, 158 - 55100 - Lucca tel. 0583 419500 - fax 0583 419501 cnv at centrovolontariato.it www.centrovolontariato.it Redazione "Volontariato Oggi"
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