comunicato stampa: PRESENTATA LA CARTA DEI PRINCIPI DELLO SPORT PER TUTTI



COMUNICATO STAMPA

Presentata la CARTA DEI PRINCIPI DELLO SPORT PER TUTTI

Roma, 19 febbraio 2004 - Biblioteca della Camera

E' stata oggi presentata (ed è allegata al comunicato stampa) presso la
Biblioteca della Camera di Palazzo San Macuto la "Carta dei principi dello
sport per tutti" in cui il Forum del Terzo Settore, le associazioni di
sport per tutti che ad esso fanno capo (con il prezioso contributo di altre
non aderenti) hanno raccolto, in una enunciazione di sintesi, i criteri che
caratterizzano la pratica dello sport per tutti distinguendola da altre
forme di sport, rendendola strumento di promozione umana e sociale e
indicando anche alcuni elementi su cui fondare una politica di sviluppo
dello sport per tutti.
Tra i relatori Edoardo Patriarca Portavoce del Forum del Terzo Settore, Leo
Leone Coordinatore del Gruppo di Lavoro "associazionismo sportivo", Antonio
De Poli, Coordinatore Politiche Sociali Conferenza delle Regioni, numerosi
presidenti ed esponenti di Enti e Associazioni che hanno contributo alla
stesura della "Carta" e senatori e deputati.

La "Carta dei principi dello sport per tutti" assume particolare rilievo se
si considera che:
- il 2004 è stato dichiarato Anno Europeo dell'Educazione attraverso lo Sport.
- la città di Roma ospiterà (11-14 Nov. 2004) il X Congresso Mondiale dello
Sport per Tutti;
- quasi 30 anni venne approvata la "Carta Europea dello Sport per Tutti"
(Bruxelles 1975)

L'incontro odierno ha segnato l'avvio delle iniziative che il Forum del
Terzo Settore e le associazioni di promozione sportiva ad esso aderenti
realizzeranno in occasione dell'Anno Europeo dello Sport per tutti ed
essere una prima occasione di confronto e dibattito per l'inizio di un
percorso che porti alla realizzazione di una via italiana allo sport per
tutti.

CHE COSA E' LO SPORT PER TUTTI:
E' innanzitutto un diritto di tutti i cittadini, a prescindere dall'età e
dalle categorie sociali di appartenenza.
Pone al centro la persona e non il risultato.
E ancora:
Ha prevalenti finalità sociali: non il perseguimento della prestazione ma
tutela e miglioramento della salute, divertimento, fruizione  del tempo
libero, formazione continua dell'individuo, inclusione e coesione sociale.
Il suo sviluppo è primariamente  responsabilità delle istituzioni pubbliche
centrali e territoriali,  secondo il principio affermato già nella "Carta"
emanata dalla Conferenza dei ministri dello sport del Consiglio d'Europa,
Bruxelles, 20-21 marzo 1975.
Assume forme e modelli organizzativi più flessibili in quanto, per essere
davvero "per tutti" deve adattarsi alle condizioni locali e alle capacità
di ogni cittadino.
I NUMERI
Secondo le ultime statistiche Istat (anno 2000) il 28.4% della popolazione
italiana, pari a circa 16 milioni di individui pratica attività sportiva in
forma continuativa o saltuaria. Di questi il 77'1% pratica lo sport per
tutti.
Un dato in costante aumento, a fronte di una progressiva diminuzione dei
tesserati delle federazioni sportive nazionali e discipline associate.
In pratica, solo poco più di 3 milioni fanno capo al mondo dello sport
finalizzato alla pura performance, ovvero dello sport promosso dalle
Federazioni Sportive Nazionali.

Il sistema sportivo italiano non ha più motivo di essere incentrato
sull'interesse per lo sport di performance, l'unico che - ad oggi - trova
al suo interno riconoscimento e supporto
Non c'è dubbio che l'anomalia tutta italiana di avere un Comitato Olimpico
facente funzioni di "Ministero dello sport" abbia indirizzato per oltre
mezzo secolo la quasi totalità delle attenzioni e delle risorse sportive
del Paese in direzione dello sviluppo dello sport di selezione e di
prestazione assoluta.

Lo sport per tutti è cresciuto; si è affermato in Italia solo grazie allo
sforzo compiuto dall'associazionismo di settore ma è tuttora privo di
riconoscimento giuridico e non fruisce di una politica pubblica di sostegno.

Va recuperato il "ritardo culturale" normativo e devono essere rimosse le
discriminazioni che ancora sussistono in molteplici aspetti:
1) Il riconoscimento dell'autonomia: Allo sport per tutti va riconosciuta
una propria autonomia rispetto allo sport di performance: risulta invece
che, anche nel nuovo ordinamento del CONI appena varato dal recente decreto
governativo (gennaio 2004) le associazioni di sport per tutti sono presenti
in misura ridotta e discriminata, rispetto alle Federazioni sportive che vi
sono invece tutte rappresentate.
2) La questione dei finanziamenti: il CONI riconosce all'insieme
dell'associazionismo di sport per tutti un contributo globale annuo pari
allo 0.9% delle sue entrate. Il restante 99.1% va alle Federazioni;
1) la Legislazione nazionale: non è mai arrivato alla discussione in aula
nessuno dei numerosi progetti di legge (presentati in Parlamento nel corso
dei decenni da diverse forze politiche) finalizzati ad una legge-quadro
dello sport che riconoscesse e assegnasse risorse sufficienti allo sport
per tutti;
2) la Legislazione regionale: il DPR 616/77 ha affidato alle Regioni
competenze in materia di impiantistica e promozione sportiva sul
territorio: tutte si sono dotate di leggi in materia sportiva, ma nessuna
di esse è finalizzata alla promozione dello sport per tutti.

"Allo stato attuale - sottolinea Edoardo Patriarca Portavoce del Forum del
Terzo Settore - crediamo non siano assolutamente più rinviabili una riforma
legislativa e il varo di un diverso modello sportivo che deve
inevitabilmente passare attraverso una mutata considerazione dello sport
per tutti e del ruolo sociale che esso svolge. Richieste che assumono
maggiore urgenza se si considera che il 2004 è stato eletto "Anno europeo
dell'educazione attraverso lo sport", sport inteso tra l'altro come
strumento di promozione dell'istruzione e della formazione permanente e di
lotta contro l'emarginazione sociale e la discriminazione.
Sono le stesse valenze - conclude Edoardo Patriarca - che noi diamo allo
sport per tutti, promosso in Italia da oltre 30.000 Società sportive non
profit che si avvalgono dell'opera di centinaia di migliaia di operatori
volontari"


La "Carta dei principi dello sport per tutti"

1. Praticare lo sport è un diritto dei cittadini di tutte le età e
categorie sociali
2. Lo sport per tutti costituisce un fenomeno socialmente rilevante, poiché
assolve a primarie funzioni nei processi di crescita degli individui e
della collettività.
In particolare, lo sport costituisce un elemento irrinunciabile della
dimensione educativa, per il ruolo che esso svolge nella formazione del
fanciullo e dell'educazione continua degli adulti. Il diritto allo sport è
dunque diritto a compiere un'esperienza di maturazione umana e di
integrazione sociale. Lo sport per tutti è un'attività umana che si fonda
su valori sociali, educativi e culturali essenziali, e rappresenta quindi
un eccellente strumento per equilibrare la formazione e lo sviluppo della
persona in ogni età
3. Lo sport per tutti svolge una preziosa funzione sanitaria a beneficio di
tutti: tutela la salute ed è fattore di prevenzione contro le malattie. Il
diritto allo sport è quindi parte integrante del diritto alla salute.
4. La dimensione associativa dello sport costituisce un'importante risorsa
di relazione e interazione sociale, una preziosa esperienza di democrazia,
partecipazione e corresponsabilità.
5. Lo sport per tutti, in tutte le sue forme e per tutti i cittadini,
dev'essere affermato, riconosciuto e garantito per assicurare i massimi
benefici dell'esperienza sportiva alle singole persone, ai gruppi sociali e
alla collettività.
6. Per assolvere le sue funzioni educative, culturali e sociali lo sport
deve essere organizzato e praticato sulla base di principi e criteri
scientificamente fondati, nel rispetto delle regole disciplinari, di norme
di fair play condivise e liberamente accettate, e dei bisogni dei
cittadini. Un'adeguata formazione degli operatori è indispendsabile per
sviluppare lo sport sociale e in particolare per concretizzare la
dimensione educativa dell'attività sportiva.
7. L'associazionismo sportivo è essenziale per la promozione e
l'organizzazione dello sport secondo criteri di qualità, eticità e
regolarità.
8. La specificità che deriva allo sport dalle sue funzioni sociali si basa
sulla salvaguardia sia dell'autonomia delle associazioni sportive sia del
volontariato che le sostiene.
9. L'associazionismo di sport per tutti, nelle sue varie forme, rappresenta
una dimensione rilevante dell'economia sociale.
10. E' dovere delle Istituzioni Pubbliche a tutti i livelli - nazionale,
regionale e locale - garantire le condizioni per la pratica dello sport di
tutti i cittadini e per la vita e le attività delle organizzazioni sportive.

Roma, 19 febbraio 2004
comunicato stampa 05/04
Paola Scarsi
ufficio stampa
Forum Permanente del Terzo Settore
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