Il summit di Ginevra



articolo pubblicato su "La rivista del volontariato" di ottobre 2003

Il summit mondiale dell’informazione a Ginevra
di Nicola Rabbi


Dal 10 al 12 dicembre di quest’anno si svolgerà a Ginevra Il primo Summit Mondiale sulla Società dell’Informazione (WSIS World Summit on the Information Society). Ne avevamo solo accennato in una precedente puntata della nostra rubrica dedicata al tema del digital divide (divario tecnologico tra paesi ricchi e quelli poveri). Ma un evento così importante per il nostro futuro di cittadini e per uno sviluppo equilibrato del pianeta, deve essere approfondito. Intanto è la prima volta che si organizza un incontro del genere; perché solo ora? Perché è oramai chiaro a tutti che le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) stanno modificando il nostro modo di vivere, sia a livello di relazioni internazionali che a livello di relazione interpersonali, e lo stanno facendo in un modo inaspettatamente rapido. L’ONU ha incaricato l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU, a cui aderiscono oltre a 189 stati anche ben 650 multinazionali) di organizzare il vertice e di fissarne i contenuti. Altro elemento di novità è rappresentato dal fatto che al vertice parteciperanno i governi dei vari stati, il settore privato e la società civile. L’assunto che sta alla base dell’incontro può essere riassunto così: le nuove tecnologie devono servire per migliorare la qualità della vita di tutti e assicurare la partecipazione alla vita politica e la democrazia. Tradotti in contenuti questi principi vedono la tecnologia al servizio del: 1. “buon governo” (democrazia elettronica, sostegno al sistema educativo e sanitario, facilitazione dell’accesso dei cittadini alle informazioni e ai servizi dei rispettivi governi) 2. rispetto per la diversità culturale e linguistica (offerta di contenuti locali, integrazione dei nuovi media con quelli tradizionali, formazione dei giornalisti, sistema di informazione accessibile a tutti) 3. sviluppo (le infrastrutture necessarie per assicurare a chiunque l’accesso alla rete telematica, commercio elettronico per tutti, eliminazione della povertà) 4. sicurezza delle informazioni (per prevenire l’utilizzo illegale delle ICT, rendere sicura la rete).

Il summit si propone di scrivere una dichiarazione politica comune e un piano di azione. Addirittura nel documento ufficiale di presentazione (www.wsisgeneva2003.org) sono elencate una serie di possibili azioni (ne citiamo solo alcune): la connettività via etere entro il 2010 del 90% della popolazione mondiale, del 100% nel 2015, la connettività di tutti i comuni entro il 2010, di tutte le scuole elementari entro il 2015 e così via… Viene quasi da sorridere, i propositi sono proprio buoni, mettere al centro del summit l’uomo e non la tecnologia è il punto di partenza giusto ma lo sviluppo mondiale oggigiorno non va certamente in questa direzione. Sono gli interessi delle corporazioni economiche internazionali a dettare i tempi e i modi di sviluppo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione; gli stati, gli enti sopranazionali non riescono ad avere il controllo di questi processi mentre la società civile, spesso, ne rimane fuori. Come si può parlare di democrazia e partecipazione quando la logica è quella di vendere lo spettro per le onde radio, la televisione e le telecomunicazioni al miglior offerente? Dove la logica dominante dei mass media vede nel proprio pubblico solo un consumatore e non un cittadino da informare? A proposito della partecipazione della società a questo summit dice Jason Nardi direttore di Unimondo (www.unimondo.org): “Al comitato preparatorio hanno partecipato 121 paesi, 144 ong, 29 organizzazioni internazionali, 39 imprese private….la partecipazione della società civile è stata abbastanza elevata ma conflittuale…inoltre per la prima volta il settore privato si è accreditato come entità…non come singolo facente parte di un’associazione di categoria…la domanda legittima a questo punto è: il WSIS sarà il vertice dell’ONU o dell’ITU a cui aderiscono 650 multinazionali?”.
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Nicola Rabbi - turtle
Centro Documentazione Handicap di Bologna
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