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“Ci piace definirli bo-global”
- Subject: “Ci piace definirli bo-global”
- From: "Nicola R." <smiling.turtle at gmx.net>
- Date: Thu, 17 Jul 2003 10:56:41 +0200
L’inchiesta di BandieraGialla “Ci piace definirli bo-global”Sul portale di informazione sociale dell’area metropolitana bolognese BandieraGialla.it (www.bandieragialla.it) “Ci piace definirli bo-global”, un’inchiesta su chi sono e cosa fanno i Movimenti bolognesi. La storia, l’organizzazione, le attività e le prospettive future raccontate attraverso le interviste ai loro leaders. Hanno caratteristiche diverse fra loro i movimenti bolognesi, ma ci piace accomunarli nel termine "bo-global", per unire scherzosamente la realtà territoriale di Bologna (da cui "bo") con "no-global", la parola più usata (e abusata) degli ultimi anni e nella quale questi movimenti non si riconoscono. Ma chi e cosa sono i movimenti cittadini? Quali attività svolgono? Lo abbiamo chiesto ai loro leaders, per dare voce ai vari gruppi e associazioni, per cercare di definirli e distinguerli, per capire qual è la loro storia, come sono strutturati e come riescono (laddove riescono) a lavorare insieme. Ecologia, sviluppo sostenibile, finanza etica, pace, migranti, boicottaggio, OGM, diritti, solidarietà… sono le tematiche di cui i movimenti si occupano, specializzandosi ognuno in un settore diverso. Si tratta di tematiche di rilevanza globale, ma che i movimenti hanno via via concretizzato nel territorio della città, cercando di migliorare la vivibilità di Bologna per tutti coloro
che ci abitano, bolognesi e non.Abbiamo cercato anche di capire il rapporto (spesso controverso) che hanno con i mass media, e quali prospettive future immaginano per il movimento in sé e per la città. Come ormai da tradizione di Bandiera Gialla, l'inchiesta è arricchita di link e indirizzi utili. Per questa inchiesta abbiamo intervistato i rappresentanti del Bologna Social Forum, di Ya Basta! e i Disobbedienti, dei Verdi, dell’Arci e della Rete Lilliput. Come spiega Valerio Monteventi, figura di spicco del BSF “una caratteristica del nostro movimento è che mette insieme tante generazioni di attivisti e militanti differenti, ha suscitato un nuovo interesse anche in gruppi che ormai da tempo erano inattivi, a cui si sono aggiunte grandi masse di studenti, anche della scuola superiore. In questo momento, la situazione del movimento bolognese è particolare soprattutto rispetto a quelle degli altri movimenti in Italia, nel senso che continua ad esserci una presenza attiva del Social forum”. L’attenzione dei movimenti si è progressivamente spostata dai grandi temi e dalle grandi contestazioni l’OCSE del 2000, il G8 di Genova nel 2001, la guerra contro l’Iraq al territorio cittadino e ai problemi che toccano i diversi settori della popolazione, come spiega Giovanni De Rose, presidente dell’Arci di Bologna: “Ci occupiamo di tematiche poste su due livelli: su di un livello quelle di carattere generale, come la pace, i diritti, la solidarietà, l'ambiente. Sull'altro le questioni che ci vengono segnalate da chi nei circoli è a più stretto contatto con la realtà del territorio: la solitudine degli anziani, gli spazi culturali per i giovani, la vivibilità della città”. Un aspetto interessante che emerge dall’inchiesta è la buona adesione dei cittadini alle iniziative, che secondo Gianmarco De Pieri attivista dei Disobbedienti e di Ya Basta! deve essere “un mezzo per ottenere dei cambiamenti concreti”. Sicuramente minore e contraddittoria è l’attenzione rivolta dai media: “Lo spazio che ci riservano è molto quando si parla di cose eclatanti, minore è invece l'attenzione al nostro lavoro quotidiano di informazione”, spiega Marco Trotta web master e portavoce del BSF.
Bandiera Gialla il quotidiano telematico di informazione sociale a Bologna e dintorni e-mail: redazione at bandieragialla.it http://www.bandieragialla.it
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