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anno europeo disbili
- Subject: anno europeo disbili
- From: "alberto alberani" <alberani at legacoop.bologna.it>
- Date: Fri, 7 Feb 2003 19:23:40 +0100
Carissimi, vi invio questa lettera che verra' pubblicata sul "Domani" di domani 8 febbraio nella pagina dedicata al Terzo Settore che esce tutti i sabati. Vi chiederei la cortesia di leggerla e se ne avete voglia di rispondermi per attivare una riflessione legata all' Anno Europeo dei disabili. Cordiali saluti Alberto Alberani Responsabile Politiche Sociali Legacoop Bologna tel. 051 509828 fax. 051 509834 e-mail alberani at legacoop.bologna.it NOTIZIE AGGIORNATE SUL MONDO COOPERATIVO: http://www.legacoop.bologna.it Alberto Alberani Si è svolta ad Atene domenica 26 gennaio la cerimonia di apertura dell'Anno europeo delle persone handicappate, disabili, diversabili (il dibattito sulla parola è oggi quanto mai aperto). Fino al 3 dicembre, quando a Roma si svolgerà la cerimonia di chiusura, in tutta Europa si svolgeranno manifestazioni, eventi e dibattiti con l'intenzione di "formare una nuova cultura sociale e politica per le persone handicappate". Come rappresentante di un'Associazione europea che si occupa della formazione dei professionisti sociali che lavorano con persone disabili (Arfie), ho avuto la possibilità di partecipare all'inaugurazione che come tutte le ritualità formali diventa occasione anche per incontrare persone che non si vedono da tempo. Molte di queste, in particolari francesi e belghe, ma anche molti italiani (essendo l'unico bolognese presente all'iniziativa), mi chiedevano dove potevano trovare l'elenco delle manifestazioni che la nostra città organizzerà per l'Anno europeo e, di fronte alla mia titubanza, mi rivolgevano sguardi comprensivi o commenti tipo "certo che, una volta, facevate delle belle cose a Bologna". Sono tornato un po' depresso sentendo il bisogno di scrivere queste righe essendomi ancora di più convinto che l'immagine che stiamo dando all'estero e non solo è che da una decina d'anni il sistema che produceva innovazioni qualitative si è inceppato e "noi" ci siamo un po' addormentati. Dormendo non si guarda in faccia alla realtà e ci si dimentica della storia, che diventa un sogno. Dal 1975 al 1990, anni in cui eravamo molto svegli, attraverso sperimentazioni innovative di welfare mix, abbiamo creato una cultura che ha prodotto una rete di servizi apprezzati anche in altre parti d'Italia e all'estero. Con l'inizio degli anni 90, la progressiva vittoria della cultura neoliberista, economicistica, ragionieristica, ha condizionato istituzioni e organizzazioni del privato sociale (poi diventato terzo settore) producendo fra l'altro quella barbaria delle gare d'appalto al massimo ribasso in cui venivano-vengono messi all'asta bambini e adulti disabili e i loro bisogni (e siamo l'unico paese europeo a farlo), generando fra l' altro una sottocasta di lavoratori sociali sfruttati e sottopagati e, oggi, per lo più arresi da un'impotenza appresa. Negli ultimi dieci anni, probabilmente, anche a Bologna la cultura della qualità dei servizi che metteva al primo posto i bisogni delle persone è stata battuta dalla cultura neoliberista che mette al primo posto il denaro e la quadratura dei bilanci. Si è passati da "c'è bisogno di centri residenziali, cerchiamo il denaro (e non solo) per realizzarli" a "abbiamo un tot di denaro a disposizione, possiamo fare solo questo". Ha senso tutto ciò? Viviamo in una Regione e in una Provincia che ci dicono (io ne sono convinto) essere fra le "migliori" in Europa, ma sempre piu' spesso ci accorgiamo che aumentano le "cose" che non funzionano piu' bene (centri diurni, integrazione scolastica, ecc): abbiamo la voglia e il coraggio di credere che un altro sistema è possibile? O preferiamo continuare a dormire dicendoci che tutto va bene? In altri tempi, in occasione dell'Anno Europeo delle persone con disabilità, il Comune o la Provincia di Bologna, qualche organizzazione del privato sociale avrebbero colto questo rituale come un ' occasione per riflettere su ciò che accade; avrebbero avuto il coraggio e la forza di promuovere un coordinamento delle iniziative che (speriamo) ogni organizzazione realizzerà. Sono sicuro che molte iniziative sono già in cantiere e spero che chi le sta promuovendo approfitti del "Domani" e non solo per darne comunicazione perché ciò che si vede è la presenza di tante isole distanti fra loro che lavorano bene, ma faticano a comunicare le iniziative, ma anche il senso culturale e politico del loro agire. Forse ognuno di noi è preso a risolvere i propri piccoli grandi problemi e legittimamente preoccupati dalla risoluzione di emergenze quotidiane, arriviamo alla sera stanchi, senza aver condiviso con gli altri il senso delle concrete azioni quotidiane. E ci addormentiamo. Ritengo sia necessario svegliarsi e questo significa rimboccarsi le maniche, e avanzare alcune proposte: - Si stanno concludendo i lavori nei tavoli tecnici dei Piani sociali di Zona: sarebbe utile inserire all'interno degli obiettivi prioritari da realizzarsi nel 2003 anche iniziative legate all'anno europeo e cercare di connetterle fra loro - Per l'Anno europeo delle persone disabili, lo Stato Italiano ha a disposizione un milione e mezzo di euro: siamo capaci di realizzare (entro il 3 marzo) un progetto presentato da diverse realtà-persone che operano nell'ambito della Provincia di Bologna? Chi è interessato può inviarmi una e-mail entro il 15 febbraio (alberani at legacoop.bologna.it ) in seguito sarà possibile incontrarsi per presentare qualcosa insieme. - E poi, grazie all'ospitalità del Domani, possiamo rilanciare un dibattito anche a partire da questa scadenza. Perché non approfittarne? *Responsabile politiche sociali Legacoop Bologna
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