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Castelvolturno: DEMOLITE LE SERRE AGRICOLE



by Feder Mediterraneo, Ufficio per l'Italia Friday December 27, 2002 at 06:45 PM
feder-mediterraneo@libero.it.

E PADRI COMBONIANI SONO “ABUSIVI”. FEDER MEDITERRANEO: “E’ UNA VERGOGNA”
Castel Volturno (Caserta), 27 dicembre 2002 (feder-mediterraneo) – “Sentenza di morte”. Questo il titolo dell’articolo con cui “Blak and white”, rivista mensile pubblicata dai missionari Comboniani della Parrocchia di S.Maria dell’Aiuto a Castel Volturno, nel numero natalizio, ha raccontato una storia che ha dell’incredibile: le autorità locali hanno ordinato la demolizione delle esili serre agricole messe in piedi da un gruppo di immigrati “extra comunitari” provenienti dal Ghana coordinati da fra’ Nicola, uno dei missionari della comunità Comboniana operante sulla Riviera Domizia, che – con l’assistenza tecnica di coltivatori esperti di Mondragone – aveva progettato di dar vita a una coltivazione di ortaggi.
La “sentenza” è stata pronunciata il 19 novembre, anche se la notizia è divenuta di dominio pubblico soltanto alla vigilia di Natale con l’uscita di “Blak en white”..
L’accusa rivolta a immigrati africani e religiosi italiani: “abusivismo edilizio”.
La condanna: “rimuovere le serre e ripristinare lo stato dei luoghi”.
Le attività agricole erano state avviate su un appezzamento di terreno, non lontano da via Matilde Serao, dove sorge la Parrocchia di S.Maria dell’Aiuto, messo gratuitamente a disposizione degli immigrati organizzati dai padri Comboniani da vicini entusiasmati dalla prospettiva che i giovani ghanesi avrebbero potuto procurarsi di che vivere attraverso un lavoro produttivo e onesto.
“Dopo la semina, i prodotti crescevano”, racconta fra’ Nicola sulle colonne di “Blak and white”, “e noi eravamo increduli nel constatare che quello che stava nascendo era il frutto del nostro lavoro.
Eravamo incantati da quei germogli di speranza, ma siamo stati traditi dal nostro stesso entusiasmo.
Non sapevamo di trovarci su un terreno vincolato per cui la creazione di qualsiasi struttura, anche smontabile come le serre agricole, era subordinata ad autorizzazioni e pareri”.
Denunciati da un vicino cui avevano negato il passaggio per entrare nel bosco dove intendeva raccogliere tartufi, i protagonisti della bella iniziativa hanno dovuto fare i conti con i rigori di un’amministrazione pubblica che , evidentemente, come ha dichiarato il delegato regionale della Feder Mediterraneo, Dino Tafuto, commentando amaramente l’episodio, “non è ancora pienamente convinta della necessità di considerare gli immigrati non come nemici da combattere, ma come nuovi cittadini da aiutare a vivere dignitosamente nella legalità”.
“Chiediamo al prefetto di Caserta, Caro Schilardi, e al sindaco di Castel Volturno, Antonio Scalzone, di intervenire per consentire che l’iniziativa-pilota di lavoro agricolo posta in essere dagli immigrati ghanesi assistiti dai padri Comboniani, possa riprendere con tutte le autorizzazioni e i pareri necessari e continuare serenamente”, ha scritto il giornalista Franco Nocella, presidente della Feder Mediterraneo, in una lettera indirizzata al sindaco e al prefetto: “Essa costituisce un modello positivo da promuovere e sostenere.
Non si può, nello stesso tempo, assimilare tutti gli immigrati alla delinquenza organizzata e reprimere le loro attività di lavoro onesto e produttivo.
Se gli immigrati e i religiosi che collaborano con loro non hanno rispettato delle procedure, la responsabilità va attribuita alle istituzioni pubbliche che non hanno ancora dato vita a una politica costruttiva di informazione, di coinvolgimento e di consulenza nei confronti degli immigrati”.
“La vicenda assume un tono ancora più sconcertante”, ha affermato il presidente della Feder Mediterraneo, Franco Nocella, “se si considera che il territorio di Castel Volturno può essere considerato, a buon diritto, come uno dei capofila dell’abusivismo edilizio in Italia: dagli anni ’60 in poi, il cemento fuorilegge ha occupato, con sfacciata brutalità e praticamente senza incontrare alcuna opposizione, ben 27 chilometri di litorale.
Con appoggi diretti e indiretti hanno potuto nascere, su suoli vincolati, interi villaggi turistici che oggi, dopo 40 anni, sono al centro di una ambigua transazione fra lo Stato e i costruttori.
E’ su questo territorio, notoriamente caratterizzato da una presenza della camorra che si respira nell’aria, che il Comune di Castel Volturno ha obbligato i padri Comboniani e gli immigrati ghanesi a rimuovere le loro fragili serre agricole: noi chiediamo all' amministrazione comunale di fare immediatamente marcia indietro e di consentire la ripresa di un progetto produttivo che avrebbe dovuto essere sponsorizzato come un modello e non contrastato come un abuso”.
La Feder Mediterraneo ha espresso la propria solidarietà ai missionari Comboniani di Castel Volturno e agli immigrati protagonisti di un’iniziativa che merita sostegno e non repressione da parte delle istituzioni.
E il suo esempio è stato immediatamente seguito da altre organizzazioni: l’associazione Habitat, l’ONLUS Patto per il Sud, l’associazione Atlantis, Ecopolis, il Servizio Ambiente & Territorio, l’Osservatorio Ecologico di Napoli.
Messaggi di solidarietà possono essere indirizzati a: Parrocchia S.Maria dell’Aiuto-Immigrati, via M.Serao 3, 81030 Castel Volturno (Caserta),
tel. 0823-851390 e 338-8562963
posta elettronica:
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