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Manifestazione contro il Ponte




Messina
23 Giugno 2002:
Manifestazione contro il Ponte sullo Stretto


Contro il ponte della speculazione

Dal punto di vista economico-finanziario il costo totale dell'opera supera 5
miliardi di Euro (10.000 miliardi di lire) a cui vanno a sommarsi i 200
miliardi già spesi per gli studi di progettazione e di fattibilità. Tale
costo, rischia un'ulteriore lievitazione (carattere sperimentale del
progetto stesso, appalti e subappalti con relativo rischio di tangenti)
tutto ciò senza tener conto dell'impatto ambientale, paesaggistico e
naturalistico (costi non internalizzati nel preventivo dell'opera).Nella
previsione di una partecipazione pubblico-privata all'impresa, il recupero
di tali costi avverrebbe attraverso il pedaggio di attraversamento. Nell'
ipotesi più ottimistica e fissando prezzi di poco inferiori a quelli del
traghettamento, si rientrerebbe in oltre 100 anni soltanto del 50%. Il
restante 50% (2,5 miliardi di Euro) graverebbe interamente sul bilancio
dello Stato, impedendo di fatto la possibilità di investire in altre
infrastrutture e servizi destinati allo sviluppo reale della Sicilia (e del
Sud in generale).
Le caratteristiche geomorfologiche del territorio dello Stretto (zona
sismica, con forti venti e imprevedibili correnti marine) pongono seri dubbi
sulla sicurezza dell'opera (i forti venti sullo Stretto rischiano di
limitare l'agibilità del ponte ad un terzo dei giorni dell'anno).
Non si sono adeguatamente valutati gli effetti tellurici in quanto non si
considera l'effetto di scosse ravvicinate e tutte di intensità elevata, in
un'area dove si registra la massima attività sismica del paese, dove sono
presenti «faglie aperte» e dove non è improbabile la ripresa di un'attività
tellurica elevata, sempre imprevedibile e dagli effetti incontrollabili.
Dal punto di vista ambientale non è stato adeguatamente considerato il grave
impatto dell'opera sull'ambiente marino dello Stretto, le cui peculiarità
uniche rendono imprescindibile la salvaguardia di molte specie animali -
alcune anche a rischio di estinzione e particolarmente protette da direttive
comunitarie e da convenzioni internazionali - e vegetali che qui hanno
creato una vera oasi nel Mediterraneo, particolarissima e unica nel suo
genere.
Non è stata svolta una seria trattazione delle problematiche
urbanistico-territoriali connesse alla realizzazione di una simile
infrastruttura; la pianificazione urbanistica esistente, comunale e di
livello superiore, non prevede infatti il modello di sviluppo che
inevitabilmente si verrebbe a creare con la realizzazione di tale opera e
delle infrastrutture necessarie a renderla funzionante (interi paesi
verrebbero spazzati via dal previsto sistema di tangenziali e
circonvallazioni).
Tale opera è in piena contraddizione con il concetto di «mobilità e
trasporto sostenibile» soprattutto in realtà (Sicilia e Calabria),
caratterizzate dalla mancanza di reti viarie, ferroviarie (ci sono nella
sola Sicilia 800 chilometri di rete ferroviaria da elettrificare e 1.440
chilometri da potenziare) e marittime che si possano considerare adeguate
alle esigenze del territorio (la Sicilia, in particolare, è l'unica regione
a non avere un Piano regionale dei trasporti e, pur essendo un'isola, non ha
un Piano dei porti). Nessun aeroporto dell'isola è attrezzato per
l'atterraggio di voli internazionali che permetta di viaggiare all'estero
senza dover necessariamente transitare per gli scali del Centro-Nord.
Esiste una effettiva difficoltà connessa alla vastità delle aree da
espropriare per realizzare la viabilità di accesso al ponte, per le aree di
rispetto stradali e per le aree di rispetto per i problemi militari connessi
alla realizzazione dell'opera e che in tal senso esiste un parere negativo
espresso dall'autorità militare che vede una simile opera difficilmente
difendibile.
Nonostante tutti questi elementi contrastanti e che dimostrano il conflitto
tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile non solo di una regione ma dell'
intero Sud Italia e gli interessi (non del tutto chiari e legittimi) di una
Società per Azioni (Società Ponte Stretto di Messina) sponsorizzata da anni
dai diversi governi di centro destra e centro sinistra, il Consiglio
superiore dei Lavori Pubblici in data 10 ottobre 1997, ha dato parere
favorevole alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Per un reale sviluppo della Sicilia.
Da quanto premesso si rende necessario richiedere ai massimi organi di
Governo nazionale e regionale, attraverso una apposita petizione di:
1) provvedere alla completa revisione del Piano generale dei trasporti,
prevedendo per le aree mediterranee e per la Sicilia, in particolare,
interventi e scenari alternativi alla costruzione del Ponte sullo stretto di
Messina, secondo una nuova concezione di mobilità e trasporto intermodale e
sostenibile; agendo su: a) la riduzione del traffico su gomma trasferendo
ingenti quote di trasporto merci e passeggeri, sul cabotaggio marittimo e
aeroportuale, rafforzando la struttura di porti ed aeroporti, b) la drastica
riduzione delle tariffe per il trasporto di passeggeri e merci da e per la
Sicilia. c) il potenziamento delle infrastrutture e del sistema dei
trasporti interni in particolare del sistema ferroviario;
2) Compiere tutti gli atti normativi ed amministrativi per abrogare la legge
n. 1158 del 1971, e  sciogliere definitivamente la Società per il ponte
sullo Stretto Spa.



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