Motivazioni della
Petizione 1. Dal punto di vista economico-finanziario il costo totale
dell’opera supera 5 miliardi di Euro (10.000 miliardi di lire) a cui vanno a
sommarsi i 200 miliardi già spesi per gli studi di progettazione e di
fattibilità Nella previsione di una partecipazione pubblico-privata all’impresa,
il recupero di tali costi avverrebbe attraverso il pedaggio di attraversamento.
Nell’ipotesi più ottimistica e fissando prezzi di poco inferiori a quelli del
traghettamento, si rientrerebbe in oltre 100 anni soltanto del 50%. Il restante
50% (2,5 miliardi di Euro) graverebbe interamente sul bilancio dello Stato,
impedendo di fatto la possibilità di investire in altre infrastrutture e servizi
destinati allo sviluppo reale della Sicilia (e del Sud in generale). 2. Le caratteristiche geomorfologiche del
territorio dello Stretto (zona sismica,forti venti, imprevedibili correnti
marine,faglie aperte) pongono seri dubbi sulla sicurezza dell'opera (i forti
venti sullo Stretto rischiano di
limitare l'agibilità del ponte ad un terzo dei giorni
dell'anno). 3. Dal punto di vista ambientale non è stato adeguatamente
considerato il grave impatto dell'opera sull'ambiente marino dello Stretto, le
cui peculiarità uniche rendono imprescindibile la salvaguardia di molte specie
animali - alcune anche a rischio d’estinzione e particolarmente protette da
direttive comunitarie e da convenzioni internazionali - e vegetali che qui hanno
creato una vera oasi nel Mediterraneo, particolarissima e unica nel suo
genere. Gravi carenze di tipo
metodologico sono state rilevate negli studi di progettazione e di fattibilità
che sembrano aver tralasciato parametri importanti quali: a) la mancata distinzione
tra le diverse scale d'impatto b) una lettura degli effetti
realizzata soltanto per gli elementi principali del tracciato c) la sottovalutazione degli
impatti del cantiere d) la mancata analisi delle
alternative 4.Problemi urbanistico-territoriali (interi paesi
verrebbero spazzati via dal previsto sistema di tangenziali e
circonvallazioni). 5. Tale opera è in piena
contraddizione con il concetto di «mobilità e trasporto sostenibile»
soprattutto in realtà (Sicilia e Calabria), caratterizzate dalla mancanza di
reti viarie, ferroviarie e marittime che si possano considerare adeguate alle
esigenze del territorio (la Sicilia, in particolare, è l'unica regione a non
avere un Piano regionale dei trasporti e, pur essendo un'isola, non ha un Piano
dei porti).Nessun aeroporto dell'isola è attrezzato per l'atterraggio di voli
internazionali 6. Esiste un parere negativo
espresso dall'autorità militare che
vede una simile opera difficilmente
difendibile. 7. Nonostante tutti questi
elementi contrastanti e che dimostrano il conflitto tra gli obiettivi di
sviluppo sostenibile non solo di una regione ma dell’intero Sud Italia e gli
interessi (non del tutto chiari e legittimi) di una Società per Azioni (Società
Ponte Stretto di Messina) sponsorizzata da anni dai diversi governi di centro
destra e centro sinistra, il Consiglio
superiore dei Lavori Pubblici in data 10 ottobre 1997, ha dato parere
favorevole alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. 2. Richieste
petizione 1)
Provvedere alla completa
revisione del Piano generale dei trasporti, prevedendo per le aree mediterranee
e per la Sicilia, in particolare, interventi e scenari alternativi alla
costruzione del Ponte sullo stretto di Messina, secondo una nuova concezione di
mobilità e trasporto intermodale e sostenibile; agendo su: a)
la
riduzione del traffico su gomma trasferendo ingenti quote di trasporto merci e
passeggeri, sul cabotaggio marittimo e aeroportuale, rafforzando la struttura di
porti ed aeroporti, b)
la
drastica riduzione delle tariffe per il trasporto di passeggeri e merci da e per
la Sicilia. c)
il
potenziamento delle infrastrutture e del sistema dei trasporti interni in
particolare del sistema ferroviario 2)
Compiere
tutti gli atti normativi ed amministrativi per abrogare la legge n. 1158 del
1971, e sciogliere definitivamente
la Società per il ponte sullo Stretto Spa |