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Due generali Usa rivelano: attacco all'iraq in novembre
- Subject: Due generali Usa rivelano: attacco all'iraq in novembre
- From: "giuseppe scano" <giuseppe_scano at hotmail.com>
- Date: Fri, 30 Aug 2002 14:59:27 +0200
Iraq: 30/08/02 - 08:54:21 da M.Cochi Il quotidiano israeliano "Maariv" ha riportato ieri la notizia che entro la fine di novembre gli Stati Uniti attaccheranno l'Iraq. L'avvertimento sarebbe arrivato da due generali delle forze armate americane nel corso di una visita effettuata, nell'arco delle scorse settimane, in Israele allo scopo di ispezionare i depositi di munizioni, i pezzi di ricambio, e lo stato dei magazzini di materiale bellico che le forze armate Usa hanno nel paese. Secondo quanto riporta il giornale, i due generali, uno dei quali sarebbe il comandante del quinto corpo d'armata dell'esercito statunitense, nel corso di un'ampia relazione hanno reso noto ai colleghi israeliani che l'obiettivo dell'attacco sarà di provocare il crollo del regime al potere in Iraq e l'uccisione del presidente Saddam Hussein. L'offensiva dovrebbe avere inizio con un massiccio attacco aereo e navale e col lancio di paracadutisti americani dentro l'Iraq al fine di arrivare nelle località dove si sospetta che potrebbe essersi nascosto il rais. Nelle stime americane l'operazione durerà alcune settimane e in ogni caso non si concluderà prima della liquidazione dell' attuale regime iracheno. Gli ufficiali avrebbero assicurato che Israele sarà tenuto tempestivamente informato dell'operazione e che le truppe americane faranno tutto il possibile per occupare al più presto le località dalle quali l'Iraq potrebbe essere in grado di lanciare missili contro Israele. Nel corso di una di queste ispezioni uno dei due generali avrebbe detto ad alcuni ufficiali israeliani che «il presidente George W. Bush questa volta è deciso a uccidere Saddam Hussein, a differenza del padre che nella guerra del Golfo del 1991 non ci riuscì». La preoccupante notizia segue la dichiarazione dei giorni scorsi del segretario alla difesa Donald Rumsfeld,che ha affermato che gli Stati Uniti sono decisi a provocare la caduta di Saddam Hussein anche se dovessero agire da soli e senza un sostegno internazionale. Intanto da Johannesburg, giunge la notizia che l'Iraq proseguirà ad esportare greggio anche nel caso di un attacco militare da parte degli Stati Uniti. "Naturalmente continueremo ad esportare il nostro petrolio", ha dichiarato il ministro della Pianificazione Hassan al-Khattab a margine del vertice sullo sviluppo sostenibile in corso nella città sudafricana. Secondo al-Khattab, una guerra avrebbe gravi conseguenze sull'economia mondiale "perché i prezzi del petrolio salirebbero": già solo il dibattito sul possibile conflitto ha fatto salire i prezzi da 23 a 30 dollari a barile, ha notato il ministro, "se attaccheranno l'Iraq, i prezzi aumenteranno sensibilmente". Al momento i governo Berlusconi si trova ad essere praticamente l'unico governo europeo ad avere una linea di appoggio incondizionato agli Stati Uniti in caso di attacco. Secondo molti esperti del settore finanziario e petrolifero , se da un lato la continua tensione sui piani USA contro Saddam contribuisce a tenere "vivo" il mercato del petrolio, con benefici sui prezzi di cui si avvantaggiano anche le imprese petrolifere italiane, dall'altro lato l'isolamento del governo italiano sulla questione potrebbe essere pagato a caro prezzo nel prossimo futuro dalle nostre aziende che operano nei paesi mediorientali e nel nordafrica
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