Lo stato "reprime" e la mafia cresce in Internet



Presso il palazzo TURTUR di Molfetta, alle ore 19,00, Venerdi 14 Giugno si è tenuto uno degli ultimi incontri organizzati da Libera nell'ambito della CAROVANA ANTIMAFIA. Presenti Nisio Palmieri, Niki Vendola, Daniela Marconi. A Nisio Palmieri il compito di moderare l'incontro, brillanti le considerazioni di Vendola e bellissima la testimonianza di Daniela Marconi.
Il punto della situazione in questi giorni: 
Vi è uno stato diffuso di insicurezza, di allarme sociale che domina il vissuto quotidiano dei cittadini. Questo quanto emerge con dati alla mano del CENSIS e dell'EURISPES. L'impegno delle forze dell'ordine nel contrasto alla criminalità mafiosa lascia scoperto, in effetti, il fronte della micro-criminalità. Scippi, borseggi...nell'ultima campagna amministrativa non cìè stato partito che abbia inserito nel suo programma un impegno per la lotta alla criminalità. Cala la tensione che ha caratterizzato una fase della storia del nostro paese. Le mafie inquinano ancora la convivenza civile. Siccome il suo è un attacco sistemico altrettanto sistemica dve essere la nostra risposta repressiva e preventiva nei confronti del fenomeno.
Ma le analisi dovrebbero essere meno generiche e meno fumettistiche. Siamo al termine di un processo di internazionalizzazione della mafia. La procura di Bari, ad esempio, nelle ultime settimane si è resa protagonista di un eccellente attacco al fenomeno mafioso nell'incriminazione del presidente del Montenegro. Il bilancio del Montenegro si regge sul commercio e sl traffico illecito dei tabacchi a livello internazionale. La stessa Andrangheta calabrese è in contrasto con i "cartelli colombiani".
A fronte di una grande organizzazione sul piano internazionale della mafia, i governi sono distratti e poco organizzati. C'è grande affaticamento, si cammina con lentezza. Germania ed Inghilterra non collaborano affatto: il contrabbando di sigarette in questi paesi ha avuto un incremento del 300%.
Siamo nell'epoca della finanziarizzazione dell'economia liddove il traffico di denaro non è controllato. La stessa Banca d'Italia non opera nessun controllo del traffico di denaro e criminali possono trasferire in maniera facilissima ingenti quantità di denaro. La mafia naviga in Internet e noi la inseguiamo col pallottoliere. Le risposte del nostro stato sono securitarie; gli stessi cittadini chiedono repressione, militarizzazione del territorio, un atteggiamento iperrepressivo nei confronti del fenomeno criminale.
Sul fronte economico intanto si opera la depenalizzazione del reato economico: e la mafia cresce stringendo alleanze con i poteri dello stato. La commissione bicamerale antimafia sta discutendo in questi giorni sulla questione degli "appalti pubblici". (www.senato.it). La mafia cerca di appropriarsi del controllo delle opere pubbliche stringendo alleanze con i poteri politici. Possono insediarsi nel mercato degli appalti con facilità e senza che nessuno se ne accorga. E' questo il principale obiettivo della mafia: appropriarsi del bene pubblico. "Cosa Nostra" d'altronde significa questo ed è la più grande invenzione liberista della storia. Sottrazione del bene collettivo.
Sono stati stipulati patti eccellenti che non potranno essere onorati e ci saranno morti eccellenti forse. Compito della società non è abdicare dalla propria responsabilità ma partecipare. Ne invocare la repressione.
 
Due obiettivi ha oggi la mafia:
  • destrutturazione di tutta la normativa sulla confisca dei beni. Vuole che lo stato li rivenda...per poi ricomprarseli. Libera proporrò invece una campagna di firme per estendere anche ai beni dei "corrotti" la legge per l'utilizzo dei beni sociali dei beni sottratti ai mafiosi.
  • alcuni esponenti mafiosi, tra cui Pietro Aglieri, stanno ipotizzando un eventuale percorso di "dissociazione" per stringere "trattative" con lo stato. Lo stato non deve "trattare" con la mafia.
Stiamo in guardi su questi eventuali percorsi della mafia: soprattutto sul fenomeno degli appalti pubblici e dei mafio-imprenditori. La mafia ha avuto un ruolo rilevante, ad esempio, nella costruzione dell'autostrada Salerno Reggio Calabria. Bisogna controllare le infiltrazioni mafiose tramite adeguate normative. Attenzione inoltre alla normativa sui beni confiscati. La legge 109/96 dovrebbe essere riordinata per rendere il meccanismo di assegnazione più rapido ed efficiente. Riordinata, potenziata...e non ammorbidita.
 
DANIELE D'ELIA
 
 
P.S. Potete leggere le discussioni della commisione bicamerale antimafia sul sito www.senato.it.
 
 

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