I: Ehud Gol ha qualcosa da dirci



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Sent: Monday, January 14, 2002 9:09 PM
Subject: Ehud Gol ha qualcosa da dirci


>
> L'ambiguità di Yasser e le omissioni dell'Europa
>
> di EHUD GOL, Ambasciatore d'Israele a Roma
>
> Il Messaggero, 12 gennaio 2002
>
>  SE C'È del vero nel detto «dimmi che amici hai e ti dirò chi sei», il
> circolo amicale del leader palestinese Yasser Arafat dovrebbe dirla
> lunga sulla sue reali intenzioni e sulla sua affidabilità. Il cargo
> sequestrato da Israele la settimana scorsa, acquistato dall'Autorità
> Palestinese e capitanato da un alto ufficiale della polizia marittima
> palestinese, trasportava armi di morte fornite dall'Iran e aveva a bordo
> un esponente dell'organizzazione terroristica Hezbollah, il Partito di
> Dio. Oltre a sofisticate armi d'offesa quali missili katiusha a lunga
> gittata e missili anticarro, la nave, che anche secondo le rivelazioni
> del suo comandante era destinata a rifornire l'Autorità Palestinese,
> conteneva 2200 chilogrammi di esplosivo, una quantità sufficiente ad
> imbottire cinture per 220 attentatori suicidi. Anche se solo una parte
> del carico fosse giunta a destinazione, le conseguenze sarebbero state
> devastanti.
>
> E' evidente che quelle armi, la cui acquisizione è in flagrante
> violazione degli accordi di Oslo, non potevano servire al mantenimento
> dell'ordine. Sarebbe infatti difficile immaginare un poliziotto
> palestinese intento a mantenere il controllo delle strade di Ramallah
> con dei katiusha capaci di colpire Tel Aviv. Ma per chi ha fatto il
> callo alle violazioni degli accordi, alle ambiguità e alle false
> promesse di Arafat, resta difficile sorprendersi dinnanzi all'ennesimo
> doppio gioco del Raìs il cui appello del 16 dicembre scorso per far
> cessare la «lotta armata contro Israele» altro non era, come ci insegna
> questa ultima vicenda, che l'ennesima foglia di fico per coprire i
> preparativi per una nuova escalation del terrorismo a uso e consumo
> esclusivo del pubblico europeo.
>
>
> Stavolta invece a sollevare particolare preoccupazione sono i profondi e
> crescenti legami di collaborazione che emergono tra i vari gruppi
> terroristici del Medio Oriente. Fino ad oggi era cosa nota che l'Iran
> fosse il padrino di Hezbollah, con il quale condivide una comune volontà
> di combattere le democrazie occidentali e di distruggere Israele.
> Nell'ultimo anno i contatti tra Iran, Hezbollah e palestinesi si sono
> intensificati.
>
>
> Questo Asse del Terrore trova conferma nelle parole del Presidente
> iraniano Rafsanjani il quale, in un discorso all'Università di Teheran
> il 14 dicembre scorso, dopo aver minacciato l'uso della bomba nucleare
> contro Israele «che non lascerà nulla sul terreno», ha elogiato la Jihad
> palestinese definendola «madre di molti movimenti islamici» dall'Iran al
> Libano, all'Afghanistan, alla Malesia, all'Asia Centrale. Per il
> terrorismo fondamentalista, che ha amici in ogni porto, il mondo è
> piccolo. Lo sa bene Rafsanjani che ha avvertito che «il confronto tra i
> pii e le forze che cercano il martirio contro le forze del colonialismo
> è estremamente pericoloso e potrebbe innescare una terza guerra
> mondiale».
>
>
> La prontezza con cui il regime degli ayatollah ha risposto alle esigenze
> bellicose di Arafat e, nel mezzo di una campagna internazionale contro
> il terrorismo, ha inviato un carico di armi da guerra nel punto più
> caldo della regione porta a due considerazioni. In primo luogo, si ha la
> riprova che le promesse di Arafat ai leader europei e mondiali di
> sradicare il terrorismo sono lettera morta e che il leader palestinese
> resta convinto della bontà della sua scelta strategica di usare il
> terrorismo per raggiungere i suoi obiettivi massimali. In secondo luogo,
> nonostante molti osservatori occidentali abbiano cercato di mettere in
> risalto i segnali di moderazione provenienti da Teheran, la vicenda del
> cargo e le parole di Rafsanjani hanno ricordato al mondo il vero
> contenuto dell'agenda politica iraniana: incendiare la regione seminando
> terrorismo e instabilità con la speranza di volgere gli equilibri
> internazionali a proprio vantaggio.
>
>
> Questa Coalizione del Terrore che crede di poter agire nell'impunità
> dovrebbe far riflettere coloro che nella comunità internazionale sono
> intenti a combattere il terrorismo. L'Unione Europea ha dato un esempio
> concreto della serietà del suo impegno pubblicando una lista di
> "persone, gruppi e entità" terroristiche nei confronti delle quali si
> applicheranno misure restrittive consistenti nel congelamento dei fondi
> e di altre risorse economiche. Tuttavia, la lista del Consiglio Europeo
> dovrebbe includere tutti gli Stati e le organizzazioni che praticano e
> sponsorizzano il terrorismo, senza eccezioni. La grave omissione di
> Hezbollah e del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina fa temere
> invece che alcuni possano cedere alla tentazione di interessi politici
> ed economici particolari. In tutta onestà, è difficile immaginare quali
> benefici possano trarre le democrazie occidentali dall'entrare in
> circoli di amicizie che minacciano l'avvento della "terza guerra
> mondiale".
> --------------------------------------------------------------------
> Per gentile concessione dell'Ambasciata di Israele a Roma.
>
>
> Un cordiale Shalom Shalom dal Gruppo Rimon
>
> Sito Web: http://www.italya.net
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>