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Situazione in Afganistan
- Subject: Situazione in Afganistan
- From: favrin at tin.it (Gabriele Favrin)
- Date: 04 Oct 99 04:40:53 -0100
- Organization: Borg Institute of Technology
Ricevo sul ng che seguo e rilancio qui, sperando che altri aderiscano. From: "JVLIVS" <JVLIVS at BA.DADA.IT> Subject: [OT] : Situazione in Afganistan Date: Sat, 2 Oct 1999 16:17:36 +0200 Questa è una cosa seria. Quindi, perdonatemi se "rompo", ma ritengo che sia ora di finirla con il perbenismo da salotto e iniziare a fare qualcosa di concreto. Il seguito di questo messaggio mi è stato trasmesso da un amico di vecchia data. Se ritieni che non ti interessi, scusami. Altrimenti, fai come me: "giralo" a coloro che conosci e invita loro a fare altrettanto. [INIZIO] Il governo dell'Afganistan è impegnato in una guerra contro le donne. La situazione sta degenerando a tal punto che una persona in un editoriale del "Times" ha paragonato il trattamento a cui sono sottoposte le donne a quello subito dagli ebrei nel periodo che ha preceduto l'olocausto in Polonia. Da quando i Taliban hanno preso il potere nel 1996, le donne hanno dovuto indossare il burqua e sono state picchiate e prese a sassate in pubblico per non avere l'abito corretto, anche se questo vuole dire semplicemente non avere la maglia che copre il loro volto fino agli occhi. Una donna e' stata colpita a MORTE da una folla adirata di fondamentalisti per avere accidentalmente esposto il suo braccio mentre stava guidando. Un'altra e' stata lapidata per aver tentato di lasciare il paese con un uomo che non era un suo parente. Alle donne non è permesso lavorare né presentarsi in pubblico senza un parente maschio. Le donne professioniste come ad esempio professoresse, traduttrici, medici, avvocati, artiste e scrittrici sono state costrette a lasciare i loro lavori ed ad essere segregate nelle loro case, cosicché' la depressione sta divenendo tanto diffusa, che ha raggiunto livelli di emergenza. Non e' possibile in una società islamica a tal punto estremista, conoscere con certezza il tasso di suicidi, ma operatori assistenziali stanno valutando che il tasso del suicidio fra le donne che non possono trovare adeguata cura e trattamento per grave depressione e che preferirebbero piuttosto togliersi la vita, che sopravvivere in simili condizioni, e' aumentato considerevolmente. Le case dove vi e' una donna, deve avere le loro finestre dipinte cosicché che lei non possa mai essere vista dall'esterno. In casa, esse devono portare scarpe che non facciano rumore in modo a non essere sentite. Le donne vivono nel terrore per la loro vita per il minimo sbaglio che possono fare. Siccome non ossono lavorare, le donne che non hanno parenti maschi o mariti, o fanno la fame, o chiedono l'elemosina sulla strada, anche se sono laureate. Non vi sono quasi presidi medici disponibili per le donne, e gli operatori assistenziali hanno quasi tutti lasciato il paese. In uno dei rari ospedali per le donne, un giornalista ha trovato ancora dei corpi di donne quasi esanimi che giacevano immobili sui letti, avvolte nel loro burqua, senza voglia di parlare, di mangiare, o di fare qualsiasi cosa, ma lentamente deperendo sempre più. Altre, sono impazzite, e sono state viste rannicchiate negli angoli, dondolandosi o piangendo, la maggior di esse piene di paura. Un dottore sta considerando la possibilità, quando saranno esauriti i pochi medicinali ancora disponibili, di lasciare queste donne davanti alla residenza del Presidente afgano come una acata forma di protesta. Siamo al punto in cui l'espressione 'violazioni dei diritti umani è divenuto una dichiarazione inadeguata e priva di significato. I mariti hanno il potere di vita e di morte sulle donne loro parenti, specialmente sulle loro mogli, ma un gruppo di persone arrabbiate ha tutto il diritto di lapidare o picchiare una donna, spesso a morte, perché' ha osato esporre qualche centimetro di carne, o di offenderla in modo molto pesante. David Cornwell ha detto che gli Occidentali non dovrebbero giudicare gli afgani per un simile trattamento perché questo e' un "fatto culturale", ma questo non è affatto vero. Le donne hanno goduto una relativa libertà di lavorare e vestire generalmente come volevano, guidare l'auto e apparire in pubblico da sole, solamente fino al 1996 La rapidità di questo cambiamento e' la ragione principale della depressione e del suicidio. Le donne che una volta erano educatori o medici o che semplicemente usavano le libertà' umane fondamentali, sono ora severamente limitate e trattate come sottoprodotto umano nel ome dell'ala destra dell'Islam fondamentalista. Non è la loro tradizione o la cultura, ma è l'esatto contrario per loro, e costituisce un eccesso anche per quelle culture dove il fondamentalismo e' la regola. Inoltre, se potessimo giustificare tutto sul piano culturale, poi noi non dovremmo essere atterriti per i Cartaginesi che sacrificavano i loro bambini, e che le bambine vengano circoncise in alcuni paesi dell'Africa e che i negri nel profondo sud degli Stati Uniti negli anni 1930 furono linciati, e fu loro proibito di votare, e furono costretti a sottostare alle ingiuste leggi di Jim Crow. Ognuno ha diritto ad un'esistenza umana tollerabile, anche se sono donne, in un paese musulmano, in una parte del mondo che gli Occidentali possono non capire. Se noi possiamo minacciare la forza militare in Kosovo in nome dei diritti umani nell'interesse dell'etnia albanese, allora la Nato e l'Occidente può certamente esprimere pacato sdegno di fronte all'oppressione, all'assassinio e all'ingiustizia commessa dai Taliban contro le donne. DICHIARAZIONE: Nel firmare questa petizione, noi siamo d'accordo che il trattamento attuale contro le donne in Afganistan e' completamente INACCETTABILE da parte delle Nazioni Unite e che la situazione corrente in Afganistan non sarà ulteriormente tollerata. Quello dei Diritti delle Donne non è un problema piccolo in nessun luogo, ed e' INACCETTABILE che nel 1999 le donne siano trattate come sottoprodotto umano e alla stregua di una proprietà. Uguaglianza e decoro umano e' un DIRITTO, non una libertà, sia che uno viva in Afganistan o in qualunque altro luogo. 1) Nicola Cattabeni, Milano (Italy) 2) Luca Liguori, Milano (Italy) 3) Stefano Gandellini (Italy) 4) Monica Mesaglio, Milan (Italy) 5) Stefania Ermo, Milan (Italy) 6) Mattia Italo, Milan (Italy) 7) Roberto Pomata, Cagliari (Italy) 8) Stefano Forte, Cagliari (Itally) 9) Silvia Serra, Cagliari (Italy) 10) Laura Rossi, Milan (Italy) 11) Leonardo Mattiello, Bologna (Italy) 12) Luigi Denari, Roma (Italy) 13) Michele Simone (Italy) 14) Gianluca Deiua, Rome (Italy) 15) Fabio Cremasco,Rome (Italy) 16) Flavio Cremasco, Rome (Italy) 17) Luana Cremasco, Rome (Italy) 18) Lorenzo Mazza, Rome (Italy) 19) Laura Corallo, Rome (Italy) 20) Gian Piero Laloli, Losone (Switzerland) 21) Mario Parmigiani. Bioglio (Italy) 22) Antonello Negrone. Piatto (Italy) 23) Mario Donato Summa. Alessandria(Italy) 24) Alberto Salvati Napoli(Italy) 25) Francesco Pedone Cerignola(Fg) (Italy) 26) Gabriele Favrin. Mestre (VE) (Italy) Per favore firmate per solidarizzare, indicando la città e la nazione in cui vivete. Poi copiate e inviate via e-mail al maggior numero possibile di persone. Se ricevete questo elenco con più di 50 nomi già segnati, per favore inoltrate una copia del documento via e-mail a: Mary Robinson, Alto Commissario delle Nazioni Unite, UNHCHR, webadmin.hchr at un.org e a: Angela King, Consulente Speciale su Problemi del Genere femminile e l' Emancipazione delle Donne, presso le Nazioni Unite al seguente indirizzo e-mail: daw at undp.org Anche se decidi di non firmare, per favore sii rispettoso dei sentimenti altrui, e non "uccidere" la petizione. Grazie. E' meglio 'copiare e incollare' piuttosto che non spedire la petizione. Distinti saluti.
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