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Diffondi notizie militari? Minimo cinque anni di carcere



Scrivere su Internet di cose militari potrebbe costare più caro che falsificare un bilancio aziendale, dopo le recenti norme che il centrodestra ha approvato.

Preparare dossier per il movimento pacifista e pubblicare articoli sui retroscena della guerra a Nassiriya diventa un'attività a rischio.

Avevo incontrato miei ex studenti - in missione a Nassiriya - che mi confidavano che le cose stavano diversamente da come le reccontavano in TV; gli italiani avevano abbandonato quelle postazioni che invece si diceva fossero ancora in mano alla "forza di pace".

Diffondere su Internet tutto questo è ora una vera gatta da pelare.

Cambia il codice penale militare italiano. E arrivano le manette per chi raccoglie informazioni sulla dislocazione, i movimenti e le operazioni delle forze armate. Per chi le divulga (anche su Internet) la pena minima è di 5 anni. Le notizie che le autorità ufficiali negano di far conoscere assumono il carattere di notizie "riservate": infatti chi "procura notizie concernenti la forza, la preparazione o la difesa militare, la dislocazione o i movimenti delle forze armate, il loro stato sanitario, la disciplina e le operazioni militari e, ogni altra notizia che, essendo stata negata, ha tuttavia carattere riservato".

Su proposta del centrodestra il Senato ha infatti approvato ieri una "riforma" del codice penale militare.

Per effetto delle norme approvate ieri diventano "operativi", cioé pienamente in vigore anche gli articoli 72 e 73 del codice penale militare italiano là dove la legge recita che viene punita con la reclusione militare "l'illecita raccolta, pubblicazione e diffusione di notizie militari".

Il giornalista che verrà accusato di questi "reati" potrà essere condannato ad una pena variante tra i due e i dieci anni di carcere, ovviamente militare. Non è tutto. Se queste notizie verranno "divulgate" la pena potrà essere raddoppiata e arrivare fino a venti anni di carcere. Il minimo della condanna per il cronista che osa scrivere qualcosa che disturba è in questo caso di cinque anni.

E' necessario mobilitare i parlamentari, i giornalisti e tutto il mondo dell'informazione perché questo bavaglio è inaccettabile.

Lanceremo questo appello anche a Taranto, dove si terrà il convegno nazionale delle città militarizzate domani 20 novembre.



Per maggiori informazioni:
http://italy.peacelink.org/mediawatch/articles/art_8205.html
L'Unita' On line - 18 novembre 2004

http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_7927.html
Il convegno a Taranto delle città militarizzate