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Sondaggio d'opinione sui tarantini, la base Usa e il rischio nucleare



COMUNICATO DI PEACELINK E TARANTOSOCIALE

Sabato 6 marzo alle ore 17.30 nell'Istituto Fermi (corso Italia 306 a 
Taranto), nell'ambito dell'incontro di studi "Insediamenti militari e 
rischio nucleare" organizzato dal "Comitato per il no al rischio nucleare e 
no alla base Usa" con la partecipazione di esperti della materia, verrà 
presentato uno studio pilota sull'orientamento dell'opinione pubblica 
tarantina in merito al tanto discusso futuro insediamento comando Usa.

Verranno inoltre fornite informazioni sulla nave da guerra americana 
Yorktown, ormeggiata a Taranto nel molo polisettoriale.

Inviamo alla stampa due schede che saranno oggetto di illustrazione 
nell'incontro del Fermi.



--- Cosa pensano infatti i tarantini di eventuale base Usa nella loro 
città? ---

Per cominciare a esplorare questo interessante aspetto è stata realizzata 
una ricerca da un gruppo di studenti nell'ambito di uno studio sui sistemi 
di metodologia della ricerca sociale.
La ricerca è nata nell'ambito del progetto "giornale in classe" che porta 
nelle scuole la lettura dei quotidiani, su cui in questi giorni sono 
apparsi diversi titoli in merico alla controversa questione. Il progetto, 
che mira a offrire agli studenti occasioni non solo di lettura ma anche di 
sperimentazione delle tecniche di indagine giornalistica, è quindi l'ambito 
ideale per compiere ricerche in tal senso.

Anticipiano alla stampa i primi risultati della ricerca che sono i seguenti.

Alla domanda "tu saresti d'accordo all'insediamento di una eventuale nuova 
base militare Usa a Taranto?" il 44% degli interpellati ha risposto sì e il 
56% si è invece dichiarato contrario ad una eventuale base Usa.

Alla successiva domanda "se la base avesse rischi nucleari saresti 
favorevole?" coloro che ha risposto "sì" sono scesi al 17% mentre la 
percentuale dei contrari alla base Usa è salita dal 56% all'83%.

Ha dichiarato Alessandro Marescotti, docente di scuola media superiore e 
presidente di PeaceLink: "La ricerca è per ora stata compiuta su un 
campione pilota di 207 persone che si sono espresse senza alcun 
condizionamento. Vi è stata una netta distinzione fra chi ha commissionato 
il sondaggio e chi lo ha realizzato. La ricerca continuerà al fine ti 
testare l'attendibilità statistica del risultato. Ma chi ha studiato 
statistica sa che anche su alternative del tipo "sì/no" relative a piccole 
città è già abbastanza attendibile un campione di queste dimensioni quando 
sui giornali nazionali si compiono sondaggi con campioni di 1000 
intervistati telefonicamente che vorrebbero rispecchiare l'universo sociale 
di tutta l'Italia".

Ha dichiarato Giovanni Matichecchia, portavoce di Tarantosociale: "Questi 
primi segnali che provengono dalla città ci confortano. Vuol dire che il 
Comitato per il no all'insediamento navale Usa e per il non al rischio 
nucleare interpreta una volontà generale maggioritaria. Ci facciamo umili 
portavoce di una sovranità popolare inespressa, di una cittadinanza non 
interpellata ma capace di esprimere un suo punto di vista originale. In 
particolare l'83% dei contrari al rischio nucleare militare è quella fascia 
di tarantini che disse NO al nucleare civile nel referendum del 1987. 
Sabato pomeriggio al Fermi cercheremo di trovare risposte scientifiche".

Gli studenti hanno condotto la ricerca raccogliendo le risposte su fogli 
(su cui si doveva barrare il "sì" o il "no") che venivano ripiegati al fine 
di garantire la privacy e la massima oggettività del responso. Il campione 
ha rispecchiato l'universo sociale in quanto ha attinto da vari ambiti 
territoriali, da varie fasce d'età e da vari contesti socio-economici. Per 
scrupolo statistico il questionario è stato impostato mediante la secca 
alternativa sì/no che garantisce una distribuzione dei possibili campioni 
sulla curva di Gauss tale da ridurre al minimo i margini di oscillazione 
percentuale dell'errore. La metododologia della ricerca sociale comporta 
un'analisi statistica dell'attentibilità dei campioni in relazione alle 
loro dimensioni. E' stata compiuta una verifica sull'evoluzione dei 
risultati compiendo un confronto fra un minicampione iniziale di 35 e 
quello finale di 207. La verifica dell'oscillazione ha portato a 
riscontrare un intervallo del margine d'errore non superiore al 2% (in più 
o in meno).
Pertanto un piccolo campione di 207 persone su Taranto può essere 
considerato più attendibile di un campione di 4.000 persone compiuto su 
tutta l'Italia (e tale è in genere la dimensione dei campioni utilizzati 
per i sondaggi).




--- Lo Yorktown non è a propulsione nucleare. Ma abbiamo scoperto una 
storia buffa ---

Scampato pericolo: lo Yorktown non è a propulsione nucleare. L'incrociatore 
Yorktown attraccato al molo polisettoriale di Taranto il giorno 4 marzo 
2004 è infatti a propulsione tradizionale, a caldaie e/o turbine.

PeaceLink ha compiuto ricerche approfondite sull'unità militare approdata e 
lo farà per tutte le unità Usa che arriveranno in città.

La ricerca sul sistema di propulsione dello Yorktown ha portato alla luce 
una storia buffa. Infatti nel 1997 i computer di bordo persero il controllo 
del sistema di propulsione. Si bloccò infatti il sistema di propulsione 
perche' i computer andarono in tilt in quanto un marinaio inserì uno zero 
al denominatore di una frazione. Chi insegna matematica sa che una frazione 
non può avere lo zero al denominatore, e tuttavia questo non dovrebbe 
bloccare un computer, specie se militare. Ma ciò è avvenuto proprio sulla 
nave che in queste ore è ormeggiata a Taranto bloccandone i motori 7 anni fa.

"Lo Yorktown ha perso il controllo sul suo sistema di propulsione perché i 
suoi computer non erano in grado di dividere per il numero zero", scrisse 
il viceammiraglio Henry Giffin, comandante dell'Atlantic Fleet’s Naval 
Surface Force nel suo memorandum del 24 Ottobre 1997.

Il sistema operativo dello Yorktown CG-48 era il Windows Nt.

Le informazioni qui riportate sono tratte dalla seguente fonte: 
http://www.gcn.com/archives/gcn/1998/july13/cov2.htm (sito Usa di 
Government Computer News).

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