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Dieci domande sulla Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra
- Subject: Dieci domande sulla Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
- Date: Sat, 24 Jan 2004 08:02:44 +0100
Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra
domenica 25 gennaio
ore 9-13
Taranto - Piazza Garibaldi
Dieci domande a Maria Teresa Tarallo, responsabile del gruppo Aifo
di Taranto
Intervista sulla Giornata Mondiale dei
Malati di Lebbra
Anche quest'anno a Taranto si realizza un'iniziativa in
piazza di raccolta fondi a favore della guarigione e riabilitazione dei
malati di lebbra nel mondo. Abbiamo rivolto alcune domande a Maria Teresa
Tarallo, referente locale di questa iniziativa che si svolge in 300
piazze d'Italia.
Perché invitate a partecipare a questa manifestazione?
Perché è un gesto di solidarietà con gli ultimi del Pianeta: i
lebbrosi. I lebbrosi sono il simbolo dell'umanità più povera e
dimenticata.
Quante persone vengono colpite dalla lebbra?
I dati sono allarmanti: ogni minuto una persona si ammala di lebbra,
duemila al giorno.
Sono a rischio le persone che vivono con meno di un euro al giorno (e nel
Pianeta questi "superpoveri" sono 1 miliardo e 300 milioni di
persone) e che non si possono permettere le cure necessarie. Si stima che
oggi circa 10 milioni di lebbrosi subiscano le conseguenze fisiche e
sociali della malattia.
Un malato di lebbra si può curare?
Sì, si può curare, e non costa molto. Un ciclo di cura per guarire
dalla lebbra costa solo 130 euro.
Qual è il risultato di queste iniziative dell'Aifo?
L'Aifo (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) in
quarant'anni di attività ha curato un milione di malati di lebbra
destinando 100 milioni di euro a progetti nei paesi a basso reddito.
Cosa è l'Aifo?
E' un'associazione nata nel 1961 in Italia ed ha sede a Bologna. Si
ispira all'esempio di Raoul Follereau. Oltre a promuovere in Italia la
giornata dei malati di lebbra, si occupa di educazione interculturale,
disabilità e infanzia.
Che cosa offrite a chi dà una donazione?
Distribuiamo vasetti di miele: lo chiamiamo "il miele della
solidarietà".
Lottate contro la lebbra ma vi battete anche per la pace. Che
collegamento c'è fra queste due problematiche?
L'unica guerra che oggi vale la pena combattere è quella contro la
povertà e le malattie. E' lì che occorre orientare le risorse convertendo
parte delle spese militari in spese di pace, così come chiedeva Raoul
Follereau, infaticabile promotore della Giornata mondiale dei malati di
lebbra.
Che ne pensate della base Usa di cui si vocifera a Taranto?
Siamo contrari. E' uno spreco di denaro. Avrebbe un costo di 600
milioni di dollari. Con quei soldi si potrebbero curare 4 milioni e mezzo
di lebbrosi. E poi vi sono i costi di esercizio. Ogni partenza di un
aereo a decollo verticale brucia, nei primi secondi di propulsione, 1.500
dollari di carburante, il costo della guarigione di 12 lebbrosi. Un'ora
di volo brucia altri 15 mila dollari. Come mai non si investe questi
soldi nel risolvere i drammi del mondo di oggi? Ogni giorno muoiono 35
mila persone per fame, malattie e miseria.
Dove è presente maggiormente la lebbra nel mondo?
Le emergenze si concentrano prevalentemente in India e
Brasile.
Come è nato il gruppo Aifo di Taranto?
E' sorto in prevalenza operando con bambini di scuola elementare e
promuovendo un discorso di educazione alla solidarietà e alla pace. Su
questa nostra esperienza ho scritto il libro "Con il mondo a
scuola". Il nostro è un piccolo gruppo e abbiamo bisogno di
volontari. Chi volesse contattarci può telefonare al 3471463720 o
scrivere a mt.tarallo@tin.it
Il sito Internet dell'Aifo è
www.aifo.it