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comunicato sull'omicidio di Davide a Milano
LURIDI ASSASSINI – Comunicato stampa
Hanno ammazzato ancora. Nella notte tra domenica e lunedì scorsi una
squadraccia di carogne armate di coltelli e bastoni ha vigliaccamente
aggredito un gruppo di 3 compagni che tornava a casa. Era un imboscata: li
hanno attesi ed aggrediti alle spalle. Come solo loro sanno fare, e con
l'intenzione di uccidere. E ci sono riusciti, sicuri probabilmente
dell'impunità e delle coperture che prontamente la questura di Milano ha
cercato di fornire. I primi scandalosi lanci di agenzia, costruiti
evidentemente sulle veline della Polizia, infatti parlavano di "rissa tra
esponenti dell'area antagonista". Contemporaneamente gli squadristi in
divisa si producevano nell'ennesima infamità, aggredendo e caricando a
freddo i compagni e le compagne giunti nella sala del pronto soccorso,
ferendone diversi e tentando di montare ulteriormente la provocazione.
Non contenti, i pennivendoli della Rai ancora oggi tentavano di infangare
la memoria del compagno assassinato, continuando a sostenere la tesi della
"rissa per futili motivi", accreditata sin da subito dal questore Boncoraglio.
Sulla gravità dell'accaduto crediamo non ci siano parole.Già di per sé la
morte di Davide avrebbe meritato almeno il rispetto della pura cronaca, ma
l'atteggiamento della stampa è inaccettabile. Sui teppisti in divisa non
sprechiamo fiato.
Alla luce di quanto accaduto non possono non suonare sinistre le parole di
Pisanu, che non più tardi di due settimane fa parlava del "rischio di una
nuova stagione di opposti estremismi". Come per le bombe, come per gli
attentati mortali, come per la "rinascita del terrorismo". Coincidenze.
E' evidente però che a questo punto ognuno si deve assumere le proprie
responsabilità: non si può parlare di amore per la democrazia, di rispetto
delle istituzioni e poi coprire i responsabili dei più atroci sfregi alla
democrazia stessa. Non si può continuare a tollerare la presenza di chi in
spregio e contro la democrazia continua ad insanguinare la storia e la vita
di questo Paese, si tratti di bassa manovalanza pagata quattro soldi o di
graduati delle forze dell'ordine. A ognuno il compito di scegliere da che
parte stare, ma non tolleriamo più il camaleontismo di chi dice che "siamo
un grande movimento" e poi copre, per viltà o per calcolo, torturatori in
divisa, nazistelli al soldo di qualche notabile locale, ma soprattutto i
loro mandanti.
E allora, in attesa di avere giustizia su Genova, in attesa di giustizia
per Davide, un primo segno di buona volontà da parte di chi dice di essere
democratico potrebbe essere l'assunzione della responsabilità di chiedere
che a Milano il questore Boncoraglio se ne vada, subito, e insieme a lui
tutti i dirigenti di polizia e carabinieri che hanno comandato le
operazioni a Napoli ed a Genova, in piazza e nelle caserme-lager di
Raniero, Bolzaneto e forte S. Giuliano.
Siamo stanchi di piangere i nostri compagni assassinati. Vogliamo giustizia.
Mercoledì 19 marzo ore 11
Conferenza stampa
Presso sede COBAS via monfalcone 27
Collettivi antagonisti tarantini- Confederazione Cobas- Antagonismo studentesco
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