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la Puglia terra di frontiera per la conquista della pace



da La Repubblica di Bari di oggi, 12 marzo 2003:

La Puglia terra di frontiera per la conquista della pace

"Se verrà la guerra marcondirondera, se verrà la guerra marcondirondà. Sul 
mare e sulla terra marcondirondera, sul mare e sulla terra chi ci 
salverà?". Così cantava, anni fa, Fabrizio De Andrè, e poneva il problema 
di chi, o che cosa, ha il potere di arrestare l´assurdo meccanismo della 
guerra. Qual è oggi il punto dove può essere spezzata la catena di eventi 
che sembra procedere inesorabilmente verso la direttrice della morte e 
della distruzione? In quale ingranaggio può insinuarsi il granello di 
sabbia che inceppa e mette in crisi un apparato bellico, apparentemente 
perfetto nella sua spietata efficienza? Dov´è più l´occhio innocente capace 
di dire che il re è nudo? E che non si è antiamericani se si è contro le 
logiche guerrafondaie della parte più di destra dell´amministrazione 
americana? Quella che sceglie la guerra come strumento della politica per 
affermare quel "nuovo ordine del mondo", fondato sulla supremazia di pochi 
paesi ricchi, che ha bisogno di essere blindato e difeso con la forza delle 
armi, perché è contrario a ogni sensatezza, a ogni idea di giustizia, a 
ogni possibilità di crescita per il pianeta.
Ma gli strateghi della riorganizzazione del mondo forse non avevano 
previsto la forza dirompente di un movimento che da Seattle in poi ha messo 
in discussione proprio quel modello di economia e di società che produce 
disuguaglianza, limita i diritti, distrugge l´ambiente e che - nella sua 
patologia - alimenta risposte patologiche come quella del terrorismo. E che 
alla bestialità chirurgica del terrorismo contrappone in una spirale senza 
respiro altra violenza, altre morti, altra sofferenza. E guardo gli occhi 
troppo adulti dei bambini iracheni, le immagini dei soldati americani che 
congelano il loro seme per assicurarsi un pezzetto di futuro, gli 
adolescenti israeliani e palestinesi condannati a crescere nell´odio: e 
penso che c´è qualcuno che chiama tutto questo "danni collaterali".
Ho paura di questa guerra, dei suoi devastanti effetti a catena. Una guerra 
destinata ad alimentare le logiche dell´odio, a far avvampare nazionalismi, 
a far diventare moneta corrente lo schema della contrapposizione tra 
civiltà. Non c´è solo il movimento pacifista a dire no alla guerra, c´è il 
Vaticano, ci sono governi e stati, ma ci sono soprattutto persone in carne 
e ossa che rifiutano le logiche di guerra perché vi vedono riflesse le 
logiche di quanti da soli vogliono decidere per tutti, per imporre e 
mantenere potere, supremazia, controllo.
Il New York Times ha scritto " Nel pianeta ci sono solo due superpotenze: 
gli Stati uniti e l´opinione pubblica". E forse anche questo non era stato 
previsto. E perciò dobbiamo rimetterci in movimento anche qui, in questa 
terra di Puglia - una terra di frontiera che ha saputo da sempre incarnare 
i valori dell´accoglienza e della fratellanza fra popoli - per costruire le 
radici profonde di uno schieramento sempre più ampio contro questa guerra, 
contro ogni guerra.

ALBA SASSO