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resoconto veglia di preghiera a Taranto
VEGLIA DI PREGHIERA A TARANTO
Approssimandosi la notte del buonsenso e della solidarietà umana poiché il
mondo ha scelto di cedere il passo all’apocalisse, abbiamo pensato di
invocare il Signore perché intervenga sul cuore e sulla mente di chi può
scongiurare la tragedia. Una veglia di preghiera cui hanno partecipato Pax
Christi e tarantosociale (un nutrito cartello di realtà associative), era
presente il prof. Alessandro Marescotti, insieme a numerosi fedeli, nella
Parrocchia della Madonna della Fiducia. Con le parole di Giovanni Paolo II,
pronunciate in occasione della Giornata Mondiale della Pace di inizio anno,
è stato dato il via a questo momento di preghiera diretto dal parroco della
Chiesa Madonna della Fiducia. Era presente inoltre il viceparroco, don
Daniele D’Elia. L’invito alla cristiana ribellione è venuto da alcuni
richiami di don Tonino Bello (quest’anno ricorre il decennale della sua
scomparsa). E’ stato quindi Pio Castagna, storica espressione di Pax
Christi a Taranto, a richiamare la comunità alla preghiera per scongiurare
questa ed ogni guerra. La guerra è rifiuto dell’etica e della solidarietà,
valori irrinunciabili per il cristiano. Il coro della parrocchia ha quindi
intonato il Bonum est confidere in Domino, bonum sperare in Domino. Momento
forte è stato l’ascolto della voce di don Renato Sacco, consigliere
nazionale di Pax Christi, che insieme ai Beati i Costruttori di Pace,
Libera, Intersos e Social Forum si sono recati in Iraq per tentare di
avviare un dialogo di pace con le autorità irachene.
Suggestiva è stata la testimonianza di don Renato la quale è giunta tramite
un cellulare che - accostato al microfono - è giunto a tutti i presenti in
chiesa, amplificato con la calda voce di questo testimone di pace. E' stato
non solo un momento suggestivo di ascolto ma un momento di dialogo.
Don Renato Sacco, su interrogativi che gli poneva Giandomenico Tacente, ha
sottolineato come la guerra non ancora dichiarata può annoverare già un
milione di vittime e che la metà è purtroppo costituita da bambini. Nessun
uomo del popolo, nessun cittadino iracheno vuole veramente la guerra. C’è
bisogno di pace, di sviluppo, di lavoro, di assistenza medica. L’unica
risposta che la nostra civiltà ha in serbo sono le “bombe intelligenti” che
hanno ripetute volte dimostrato la propria follia.
Un applauso finale, caloroso e prolungato, ha sottolineato l'affetto dei
presenti per don Renato, testimone di pace, sentito da tutti così vicino e
partecipe.