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Verso il forum sociale di Porto Alegre




>From: "segreteria lilliput" <segreteria@retelilliput.org> (by way of Carlo 
>Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>)
>Subject: Verso Porto Alegre: il coraggio della differenza del movimento
>    dei movimenti
>
>Lettera aperta ai Movimenti
>Verso Porto Alegre: il coraggio della differenza del movimento dei movimenti
>
>scoperta del crepuscolo in avanti. Il non-ancora-cosciente
>come nuova classe della coscienza del nuovo:
>giovinezza, svolta storica, produttività
>E. Bloch Del principio speranza
>
>
>Cari amici e  compagni, coispiratori di un nuovo mondo in costruzione,
>
>anche questanno siamo in tanti in partenza verso il Forum Sociale 
>Mondiale. Portiamo con noi le fatiche e le conquiste di un anno di 
>impegnativo, insieme a quel pezzo di un mondo diverso che dalla Fortezza 
>di Firenze ha manifestato contro la guerra, e ha posto le premesse di una 
>nuova Europa possibile, libera dal mercantilismo e dallingiustizia 
>razzista travestita da civiltà, e riscattata dalla religione neoliberista. 
>Ma nel rimetterci in viaggio, benchè forti delloriginalità e della bontà 
>di unesperienza così promettente, dobbiamo badare a non sederci sugli 
>allori, e semmai, a stare in guardia, tenendo i piedi ben saldi nelle 
>fondamenta che ci hanno sostenuto e dato forza fin qui.
>
>Quest'anno, lo sappiamo, ci ritroveremo in un Forum Mondiale che sta 
>pensando di ridefinire la sua, ed ormai di tutti, Carta dei Principi senza 
>però riflettere a fondo sul grosso rischio di autoreferenzialità. Un Forum 
>che, dopo aver promosso la mobilitazione di tanta parte della società 
>civile in tutto il mondo, forse fatica a riconoscere le valenze 
>potenzialmente partecipative e le innovative capacità promozionali delle 
>esperienze nascenti nei Forum continentali e tematici.
>
>Lorganizzazione dellEuropean Social Forum, sollecitata dal successo di 
>Porto Alegre dellanno scorso, ci ha visto impegnati in un percorso di nove 
>mesi inedito e ambizioso, fatto di pratiche inclusive, improntate alla 
>pari dignità fra soggetti, nello sforzo di declinare localmente lideale 
>della democrazia partecipativa. I giorni di Firenze sono stati un evento 
>straordinario, non un punto di arrivo, ma linizio di nuovi reticoli di 
>elaborazione e proposta,  nutriti di una rinnovata paziente impazienza, 
>ingaggiata in campagne e agende di mobilitazione per il cambiamento dal 
>basso, volte al coinvolgimento di sempre più ampie parti della società 
>civile, italiana, europea, e planetaria.
>
>Mai come oggi il movimento dei movimenti è oggetto dellattenzione 
>dellopinione pubblica, oltre che dei media, e particolarmente in Italia, 
>degli appetiti di partiti vecchi e/o in via di rinnovamento, di vecchi o 
>nuovi politici alla ricerca di una credibilità.
>
>Nellultima riunione del coordinamento organizzatori Esf prima del Forum 
>Mondiale, ci siamo ritrovati a ribadire la forte autonomia del movimento 
>dei movimenti in Italia e in Europa, non per rivendicare dei primati, si è 
>detto, ma per guardare avanti verso le nuove frontiere del cambiamento, 
>per continuare ad interrogarci e a confrontarci sulle 
>relazioni-diverse-possibilitra noi e con partiti e istituzioni, senza 
>cadere nella trappola della neutralizzazione, della omologazione, 
>delletichettamento .
>
>E su quelle frontiere stiamo appena adesso imparando la 
>lingua-diversa-possibiledi nuove pratiche di cambiamento sociale e 
>politico dal basso, uniti nelle differenze, con la volontà di costruire 
>insieme perché legittimati / legittimanti nella differenza. Una differenza 
>che dobbiamo preservare nei metodi e nei processi, una differenza che si 
>sottrae alle etichette con le quali, spesso, si tenta di inglobarci in 
>altri progetti politici, che non sono il nostro progetto, e che non 
>riflettono il nostro modo di esprimere soggettività e azioni politiche.
>
>Questa differenza infatti ci porta a Porto Alegre non come delegazione 
>italiana autoconvocata e autolegittimata, ma come riferimento di ciò che 
>vuole essere unassemblea aperta a tutti i delegati italiani presenti.
>
>E auspichiamo che al rientro da Porto Alegre, questa differenza di metodi 
>e fondamenta radicalmente partecipativi ci permetta di inaugurare un 
>rinnovato contesto di coordinamento italiano verso lEsf2, fondato su un 
>patto di lavoro che nasca dalle agende Esf e Wsf, che si potrà definire 
>costituentedi una regione-di-mondo-diverso possibile, nella misura in cui 
>faccia prevalere la pratica di convergenze reticolari e plurali, basate 
>sul nuovo modello della cooperazione-consenso, in grado di esprimere il 
>senso di una partecipazione e soggettività politica in continua evoluzione.
>Ci auguriamo infatti che laffermazione dellautonomia della soggettività 
>politicadel movimento dei movimenti non venga confusa con le spinte alla 
>cristallizzazione in un soggetto politico unico, che ingabbiandoci nel 
>vecchio modello della coercizione-compromesso, genererebbe le tristi 
>involuzioni verticistiche e ideologistiche di tante primavere sociali già 
>superate.
>Laugurio e linvito che vorremmo fare, alla vigilia di questi prossimi 
>impegni, è di mantenere alta la tensione e lattenzione allorizzontalità 
>delle relazioni e delle pratiche sociali e politiche, perché ragionare al 
>plurale è una continua conquista,  e per noi stessi è ancora in gran parte 
>una lingua straniera da inventare e imparare.
>
>La delegazione della Rete di Lilliput con questa intenzionalità 
>costruttiva e con questo impegno a fare rete, sarà presente a Porto Alegre 
>con le altre parti dei movimenti dellEsf di Firenze. Lauspicio è che 
>questa possa  essere, dopo Firenze, un'occasione per mettere alla prova 
>collettivamente la pratica concreta di un metodo nuovo e cioe' il 
>procedere per contenuti e partecipazione, intorno allobiettivo del 
>riconoscimento del carattere vitale dellesperienza del forum continentale 
>europeo. Riteniamo che sia necessario battersi per favorire i processi dal 
>basso e l'autonomia dal WSF, seppure nella cooperazione, da parte dei fori 
>continentali e tematici: per questo noi non firmeremo documenti generali 
>conclusivi ma eventualmente solo piattaforme tematiche di azione, nello 
>spirito di Firenze e del mondo diverso che solo la pluralità dei movimenti 
>e degli sforzi potrà realizzare. Vorremmo altresì  invitare ad un maggior 
>impegno reticolare sulle problematiche relative allambiente, al disarmo, e 
>alla difesa popolare nonviolenta , perché siano meglio integrate con le 
>mobilitazioni sociali per un mondo più giusto: opposizione alla guerra 
>preventiva significa anche lotta per il disarmo e contro lo sviluppo 
>dellindustria bellica, senza dimenticare una delle conseguenze dirette 
>dellattuale nuovo ordine di guerra, ovvero la sistematica distruzione 
>delle basi naturali della vita di noi tutti.
>
>Arrivederci a presto, nella città del bilancio partecipativo, di nuove 
>storie ed esperienze di resistenza, e come dice il famoso detto: En el 
>camino no hay camino, no hay que caminar.
>
>Il Gruppo di lavoro Wsf della Rete Lilliput
>
>proposte e le mobilitazioni delle alternative.
>Occorre procedere e andare oltre. Fare proposte operative. Tuttavia è un
>processo, e il solo fatto di iniziare a porre correttamente i compiti e i
>problemi è già la metà del lavoro, del cammino. Come abbiamo più volte
>sottolineato, i tempi dei potenti non coincidono con i tempi degli
>oppressi, delle alternative. Qui sta la sfida ineludibile.
>
>In ultimo, il Brasile di Lula può costituire il centro dellâAsse del Bene,
>il retroterra di un mondo che finalmente possa riconoscersi come casa
>dell'umano e della felicità per tutti. Ma le sfide per uno stato-nazione
>così grande, così ambizioso nel contrapporsi agli Usa e alle grandi agenzie
>mondiali del neoliberismo, sono enormi. Il Cile di Allende operava in un
>contesto storico affatto diverso. Qui lâesercito è antiamericano,
>profondamente antimperialista in quanto nazionalista. Cosa farà il vero
>Asse del Male, lo stato-canaglia per eccellenza?
>
>
>
>Giorgio Riolo
>
>
>
>
>
>--------------------------------------------------------------------------------
>
>
>
>L´ACQUA PER TUTTI:
>
>DICHIARARE ILLEGALE LA POVERTA´
>
>
>
>Appello del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dell'Acqua al
>II Forum Panamazonico 2003 di Belem do Paraâ 17-19 gennaio 2003
>
>
>
>Siamo in Brasile, il paese che possiede l'11% delle risorse idriche dolci
>del pianeta e il 25% delle acque di superficie del mondo. Ma soprattutto
>siamo nel paese il cui popolo ha eletto Lula come suo presidente. Ignacio
>ãLulaä da Silva ha ridato vita alla speranza. Anche noi, non brasiliani,
>siamo nella speranza e vogliamo vivere questa speranza.
>
>Senza acqua non vi eâ vita. Ora il Brasile mostra che il non accesso
>allâacqua, come al cibo, non e' dovuto alla mancanza dâacqua, o di cibo, ma
>alla povertaâ. Per questo il presidente Lula ha fatto di ãfome zeroä il suo
>primo e fondamentale obiettivo.
>
>L'obiettivo ãpobreza zeroä nel mondo debe diventare lo spirito della
>speranza per tutti coloro che si battono per il diritto allâacqua e per
>lâacqua come bene comune appartenente alla vita sul pianeta.
>
>Secondo i Millenium Development Goals definiti dalle Nazioni Unite nel
>settembre 2000, la risoluzione finale della Conferenza Mondiale sul
>Finanziamento dello Sviluppo a Monterrey (marzo 2002) e la Dichiarazione
>politica del III Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile a Johannesburg
>(settembre 2002), i potenti del mondo considerano che non eâ piuâ possibile
>sradicare la povertaâ. Cercano di far credere che il diritto di vivere non
>appartiene a tutti. Secondo loro, lâunico obiettivo ambizioso e realista eâ
>di dimezzare al 2015 lâattuale numero di ãgrandi poveriä (1,3 miliardi di
>persone), nel mentre sappiamo che esistono 2,7 miliardi di poveri. Il che
>significa lâaccettazione dellâinevitabilitaâ di 3 miliardi di poveri nel
>2015, come minimo, su una popolazione mondiale di 7,5 miliardi.
>
>Da Belem, dal Brasile di Lula, dobbiamo dichiarare che cioâ eâ
>inaccettabile. Eâ dal Brasile, dallâAmerica del Sud, in cooperazione con i
>popoli europei, africani, asiatici e dellâAmerica del Nord che deve partire
>la mobilitazione popolare mondiale per la proclamazione dellâillegalitaâ
>della povertaâ.
>
>Come nel XIX secolo, la dichiarazione dellâillegalitaâ della schiavituâ
>rappresentoâ una delle piuâ grandi conquiste sociali e culturali
>dellâumanitaâ, cosiâ il secolo XXI deve affermare lâillegalitaâ della
>povertaâ.
>
>Il diritto allâacqua per tutti passa attraverso lo sradicamento della
>povertaâ, il che implica la lotta senza ambiguitaâ contro la
>privatizzazione e la mercificazione dellâacqua.
>
>Invitiamo tutti i partecipanti del Forum Panamazonico a collaborare
>attivamente alla realizzazione del Forum Alternativo Mondiale dellâacqua
>che si terraâ a Firenze il 21 e il 22 marzo 2003 e che ha come obiettivo di
>definire e promuovere in tutto il mondo una ãPolitica Mondiale e Locale
>dellâacqua fondata sul diritto di vivere per tutti, sullâacqua bene comune
>e sulla democrazia dellâacquaä.
>
>Eâ lâassemblea qui presente favorevole a un tale appello?
>
>
>
>
>
>
>
>Riccardo Petrella, Emilio Molinari, Giorgio Riolo
>
>a nome del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dellâAcqua
>
>
>
>
>--------------------------------------------------------------------------------
>
>
>IL MOVIMENTO ITALIANO A PORTO ALEGRE
>
>Tra il 23 ed il 28 gennaio si terrà a Porto Alegre la terza edizione del
>Forum sociale mondiale.
>
>I due anni che ci dividono dal primo appuntamento mondiale di quanti e
>quante si battono contro la globalizzazione liberista e per un altro mondo
>possibile hanno visto una straordinaria crescita dei movimenti e
>l'allargarsi del forum
>sociale mondiale. Un processo in continuo movimento che
>cambiando le cose, cambia anche se stesso.
>
>Due anni fa molti e molte di noi erano a Porto Alegre e al ritorno
>lavoravano per costruire il controvertice al G8 di Genova. Il movimento
>prendeva forma anche in Italia, irrompeva una nuova generazione, non solo
>anagrafica ma soprattutto politica. Un anno fa siamo tornati a Porto Alegre
>portandovi lo spirito di Genova e la mobilitazione
>contro la guerra permanente e per la pace. Oggi tanti e tante si apprestano
>a ripartire con la straordinaria esperienza del primo Forum sociale europeo
>nel cuore e nella mente, ma anche con la consapevolezza che occorre far
>crescere la capacità dei movimenti di costruire convergenze e mobilitazioni
>coordinate, a partire dal rifiuto totale della guerra.
>
>Ecco perché, insieme ai movimenti di tutta Europa, stiamo organizzando nello
>spazio pubblico del Fsm una giornata contro la guerra, per discutere insieme
>alle forze che hanno dato vita al forum sociale in Palestina e ai movimenti
>di tutti i continenti su come fermare insieme la guerra annunciata contro
>l'Irak.
>Vogliamo anche confrontarci con gli altri forum regionali e tematici sulla
>nostra esperienza del Fse di Firenze, il metodo aperto e partecipativo che
>vi abbiamo praticato e la possibilità di costruire unità e allargamento, a
>partire dall'autonomia dei movimenti e dalla radicalità dei suoi contenuti.
>Ma intendiamo anche confrontarci con i movimenti sociali di tutto il
>pianeta, perché il regime globale della guerra e del neoliberismo che ci
>stanno imponendo, esige che nella nostra pluralità coordiniamo le agende e
>le
>lotte, che ci diamo strumenti di comunicazione e confronto continuativi.
>
>Per questo, ma anche per poterci sempre confrontare in maniera aperta e
>plurale, abbiamo organizzato a Porto Alegre un incontro dei partecipanti
>italiani, al quale invitiamo tutti e tutte a partecipare.
>
>L'incontro si terrà a Porto Alegre il 23 gennaio, dalle ore 9.30 alle 12.30,
>presso la PUC, nella sala numero 101, edificio n.9.
>
>Ci vediamo a Porto Alegre
>Un'altra Europa è possibile
>Un altro mondo è possibile
>
>
>Gli organizzatori del Forum Sociale Europeo
>
>
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