[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
CRISI ILVA TARANTO: documento comune sindacati - associazioni ambientaliste
Documento comune sindacati -
associazioni ambientaliste
Conferenza stampa comune di venerdì 2 agosto
ore 16 presso la libreria GILGAMESH, via Oberdan 45/a a Taranto
Un anno fa associazioni ambientaliste e dirigenti sindacali di Taranto si
incontrarono e concordarono una piattaforma d'intesa che potesse
conciliare la lotta per la difesa ambientale con la lotta per la difesa
occupazionale, pervenendo alla comune convinzione che ciò era
possibile.
Oggi, di fronte alla minaccia di un ridimensionamento dell'Ilva, sentiamo
il bisogno di un confronto con tutti coloro i quali hanno a cuore il
futuro della città. Vogliamo aprire un dibattito con le istituzioni, con
i lavoratori, con i cittadini.
Ora che Riva tenta di scaricare su altri colpe che derivano da proprie
inadempienze, occorre rinsaldare questa intesa fra forze sindacali e
forze ambientaliste. Ogni divisione sarebbe dannosa e controproducente.
Noi opereremo perché invece si crei un'intesa attorno alla grande
questione dell'ecocompatibilità della fabbrica. Per noi il rispetto delle
leggi in campo ambientale è un punto irrinunciabile perché tali leggi
tutelano in primo luogo il bene più alto di cui dispongono i lavoratori:
la vita. La difesa della salute dei lavoratori è anche garanzia della più
generale difesa della salute di tutti i cittadini di Taranto.
Riteniamo che la garanzia occupazionale dei lavoratori passi anche
attraverso la messa a norma degli impianti. Ricordiamo che negli ultimi
trent'anni il numero di morti per cancro a Taranto è raddoppiato.
E' essenziale un congruo investimento sia in termini di manutenzione
degli impianti sia in termini di innovazione degli stessi. Il
disinvestimento annunciato da Riva va invece in senso opposto e
costituisce una grave omissione per un gruppo imprenditoriale
responsabile.
Noi non riteniamo che la difesa della salute porti ad una contrazione del
lavoro. Va invece detto che impianti fuori norma non offrono
un'occupazione che abbia futuro. Viceversa investimenti per
l'ecocompatibilità della fabbrica sono fonte di nuova occupazione e
garanzia di futuro per la stessa.
Pur con diverse sensibilità e modalità di approccio al problema, occorre
lavorare assieme per tenere unita una città che non può vivere sotto
ricatto. Le leggi di tutela dell'ambiente che sono state applicate a
Genova possono e devono essere applicate anche a Taranto e poiché a
Genova ciò non ha comportato perdite occupazionali così deve essere per
Taranto.
Chiediamo pertanto che si crei un tavolo nazionale di confronto con il
Governo, un tavolo che abbia poteri operativi e che affronti:
il nodo dell'ecocompatibilità degli impianti e dei relativi
investimenti;
la garanzia dei livelli occupazionali attuali anche impiegando i
lavoratori in processi di maggiore e migliore manutenzione degli impianti
e di bonifica ambientale;
il problema di una diversificazione dello sviluppo per Taranto;
il monitoraggio dell'inquinamento industriale e la socializzazione dei
dati fra lavoratori e cittadini
un'azione a livello europeo affinché vengano rimosse le barriere doganali
americane che - assieme alla recessione in corso - hanno ristretto il
mercato dell'acciaio e provocato gravi incertezze economiche.
Riteniamo infine che l'azione di riduzione dell'inquinamento industriale
debba essere accompagnata da un'azione altrettanto decisa di riduzione
dell'inquinamento civile (depurazione acque, ciclo dei rifiuti, traffico,
ecc.) e di prevenzione dei grandi incidenti che fanno di Taranto una
città ad alto rischio ambientale. Occorre puntare su uno sviluppo
sostenibile e su un miglioramento complessivo della qualità della vita
cittadina.
Taranto, 2 agosto 2002
Cgil, Cisl, Uil
Aiutiamo Ippocrate, Legambiente, PeaceLink, Wwf, Delfini Erranti, Attac,
Pax Christi