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Cronaca di un sogno
Un sogno condiviso e partecipato diventa il seme di un albero che si
proietta verso un cammino nuovo, in avanti, diventando progetto. Il
Progetto figlio di quel sogno condiviso è il frutto di un albero i cui rami
possono essere rappresentati dalle tante persone che ogni giorno consumano
passi lungo strade parallele; strade a volte con pietre e sangue, passi
incerti di paura, passi nel silenzio della memoria, nel rumore dei lunghi
scivoloni, passi di gioia lungo un sogno che pian piano si è fatto strada.
Di questo sogno, in questi ultimi quattro giorni, un gruppo di persone ne
hanno condiviso le rappresentazioni, le esperienze, le sensazioni, i rumori
ed i silenzi.
Si tratta di un percorso promosso ed organizzato da Libera, Associazioni,
nomi e numeri contro le mafie (Taranto) in collaborazione con la Parrocchia
Regina Pacis ed i Missionari Saveriani di Lama (Taranto).
Il percorso denominato "Alla finestra la speranza. Percorsi possibili per
farsi costruttori di legalità e giustizia sociale" ha previsto quattro
giornate di incontri-seminario finalizzati all'approfondimento di alcuni
temi riguardanti la costruzione di progetti ed esperienze tesi al
raggiungimento di un sogno quale la legalità e la giustizia sociale.
La prima giornata è stata dedicata agli interrogativi, spesso ricorrenti,
di chi abita il bisogno è possibile, è pensabile essere profeti del proprio
domani attraversando con coraggio e senso di prossimità, percorsi talvolta
dolorosi, orientati al sogno di giustizia sociale e di pace ? Coincide
quest 'ultima, sempre, con applicazione della legge e se no, quali sono e
quali dovrebbero essere gli strumenti finalizzati alla costruzione di
questo sogno, quindi i soggetti, gli attori, impegnati, ognuno a proprio
modo e secondo le proprie competenze, in questa avventura cominciata più di
2000 anni fa dal più grande dei sognatori ?
Molti e significativi gli interventi dei compagni di viaggio che, in questi
giorni, hanno contribuito all elaborazione delle risposte possibili a
queste domande. La giornata del perché, ha previsto una rilettura biblica
ed una laica delle ragioni di un impegno conseguente all'innamoramento di
un sogno, nella giornata del cosa fare sono state confrontate le proposte
possibili per costruire questo sogno, con particolare attenzione alla
realtà locale, la giornata del come ha previsto l'indicazione degli
strumenti e delle risorse per poter passare dal Sogno al Progetto. L'ultima
giornata ha previsto la celebrazione della santa Messa a Lama ed a seguire
un incontro con don Luigi Ciotti.
Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati, la
beatitudine dell'esistenza è data dalla fame e dalla sete di giustizia, a
noi cittadini è rivolto l'invito ad essere operatori di giustizia,
costruttori di giustizia e di pace, non a partire dalle nostre e altrui
povertà, ma a partire dalla libertà nostra e degli altri, dobbiamo
ricordare che un bisogno può essere un diritto negato, un pezzo di libertà
rubato. A noi cittadini è rivolto l'invito a cercare verità, ricordando
che la mafia più difficile da combattere è quella che è dentro ciascuno di
noi.
A noi uomini è rivolto l'invito a non essere malati di indifferenza e
superficialità, dobbiamo indignarci, dobbiamo lasciarci raggiungere sempre
dallo stupore, dobbiamo essere esempio per i nostri figli, esempio per i
nostri concittadini, dobbiamo assumerci la responsabilità e il dovere della
memoria.
A noi tutti il dovere di andare sempre avanti in questa strada, con la
speranza e la convinzione di dover cercarci, incontrarci e confrontarci per
riconoscerci come rami di uno stesso albero.
Blasi Roberta Emilio Sabrina