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Scempio ambientale sulla linea di costa di torre d'ayala, nei pressi della subfor: indagine della legambiente
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- Subject: Scempio ambientale sulla linea di costa di torre d'ayala, nei pressi della subfor: indagine della legambiente
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
- Date: Tue, 26 Feb 2002 17:40:36 +0100
>Resent-Date: Tue, 26 Feb 2002 09:59:27 +0100
>X-Sender: mrta@popmail.libero.it
>Date: Tue, 26 Feb 2002 09:55:35 +0100
>To: pck-ecologia@peacelink.it
>From: "quibro" <quibro@libero.it>
>Subject: Scempio ambientale sulla linea di costa di torre d'ayala, nei
> pressi della subfor: indagine della legambiente
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>
>Indagine sulla situazione dei fanghi scaricati presso la Subfor derivanti
>da escavazione di dragaggio per la costruzione della nuova base navale a
>Taranto.
>Angelo
>
>
>Legambiente
>circolo di Taranto
>via Sannio,25
>tel. e fax 099/7324697
>e-mail quibro@libero.it
>
>COMUNICATO STAMPA
>
>OGGETTO: SCEMPIO AMBIENTALE SULLA LINEA DI COSTA DI TORRE D'AYALA, NEI
>PRESSI DELLA SUBFOR: INDAGINE DELLA LEGAMBIENTE
>Di recente e' stato denunciato lo scempio compiuto sul tratto di costa
>prospiciente la Subfor. Del caso si occupò la Legambiente nella prima metà
>degli anni '90. Di recente l'associazione ha svolto ulteriori indagini,
>attraverso cui e' in grado di fornire maggiori dettagli sulla vicenda e di
>sollevare nel merito della regolarità delle procedure adottate non poche
>perplessità.
>
>LA VICENDA
>Alla società consortile 'MAR GRANDE S.R.L.' (di cui faceva parte anche la
>'Romagnoli", in quegli anni nell'occhio del ciclone di 'MANI PULITE') era
>stata rilasciata dalla Capitaneria di Porto in data 31/01/1992
>autorizzazione per sversare a mare a circa quattro miglia dalla costa, il
>materiale di dragaggio dei fondali di Chiapparo. Da circa un paio di anni
>erano stati avviati i lavori di realizzazione della nuova base militare.
>Contro il provvedimento della Capitaneria di Porto ed il D.M. 7/92 la
>Legambiente inoltrò ricorso al TAR, rigettato per vizi procedimentali.
>A loro volta, nel Maggio '92 i pescatori inscenarono una spettacolare
>manifestazione di protesta bloccando il canale navigabile con un corteo di
>barche. Lo sversamento a mare dei fanghi avrebbe infatti prodotto danni
>alla pesca, all'ecosistema marino ed in particolare alle praterie di
>posidonia nei pressi delle isole Cheradi. Dimostrazioni provenirono anche
>dai miticoltori. La prolungata sospensione nelle acque dei sedimenti
>sollevati dai fondali danneggiava la coltivazione dei mitili nella vicina
>zona Sabbione.
>In un incontro tenutosi (metà Maggio '92) a Palazzo di Città fu trovato un
>accordo con i pescatori. Per lo sversamento dei fanghi di risulta veniva
>individuato un nuovo specchio d'acqua sito ad otto miglia dalla costa. In
>attesa delle nuove autorizzazioni del caso i lavori di dragaggio furono
>prima sospesi (Giugno '92) e qualche settimana dopo parzialmente ripresi. I
>fanghi di risulta vennero provvisoriamente stoccati all'interno della
>darsena in costruzione nella zona militare di Chiapparo.
>Successivamente i fanghi di dragaggio vennero utilizzati come materiale di
>riempimento di un vasto fronte della linea di costa di Torre d'Ayala, nei
>pressi della Subfor. Si compì uno scempio. Stravolgendo le peculiarità
>paesaggistiche ed ambientali di quello che costituiva l'ultimo lembo di
>spiaggia sul Mar Grande non ancora cementificato ricadente all'interno
>della cintura urbana.
>Agli inizi degli anni '90 la spiaggia di Torre d'Ayala necessitava senza
>dubbio di un'opera di bonifica. Per un lungo tratto la scarpata era
>ricoperta da enormi cumuli di rifiuti. La riqualificazione avrebbe dovuto
>comportare la loro rimozione ed un massiccio intervento di forestazione,
>andando a realizzare un corridoio ecologico in collegamento con la pineta
>sita all'interno dell'adiacente zona militare. Il salto di quota a gradoni
>avrebbe costituito un elemento di valorizzazione paesaggistica del posto.
>Si e' invece preferito livellare tutto, trasformando dune e spiaggia in
>un'anonima piattaforma artificiale.
>
>LE PERPLESS1TA'
>I) LE ANALISI Le autorizzazioni per lo scarico amare furono rilasciate dopo
>una valutazione rassicurante espressa nel 1990 dal PMP sui campioni di
>fango prelevati dai fondali di Chiapparo. Sulla completa conformità di
>dette analisi ai dettami legislativi in vigore furono sollevate da più
>parti non poche perplessità. Circa la presenza di alcune sostanze ritenute
>tossiche ai sensi della deliberazione del CITAI (COMITATO INTERNAZIONALE
>PER LA TUTELA DELLE ACQUE DALL' INQUINAMENTO) del 1980 il referto non
>appariva del tutto esaustivo. Non solo, ma non si diede molto rilievo alle
>enormi quantità (nei tre campioni: 45.000 ppm, 38.000 ppm e 43.000 ppm) pur
>riscontrate nelle analisi come a quelle di ferro (4.000 ppm, 4.800 ppm e
>3.000 ppm) ed in misura non trascurabile di mercurio e cadmio. Ossia ad
>elementi di tossicità tali da far scattare non solo il divieto di scarico a
>mare in applicazione della già citata deliberazione 26.10.80 del CITAI ma
>di qualsiasi altro utilizzo dei fanghi. Questi ultimi, in realtà, come
>all'epoca sosteneva la Legambiente, avrebbero dovuto essere smaltiti in
>discarica. Per non affrontare i relativi costi (ben 700.000 m3 da smaltire)
>si è invece propeso per ridurre a discarica un tratto di costa spacciandolo
>per intervento di riqualificazione
>
>2) L'INIZIO DEI LAVORI DI COLMATURA Dalla documentazione si evince che:
>a) Il nulla osta per il vincolo idrogeologico è stato rilasciato
>dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste il 26/05/98, a seguito di
>specifiche richieste del 26/03/98;
>b) Il parere favorevole della Soprintendenza ai beni A.A.A. è stato
>espresso il 29/12/97;
>c) Il Comitato Misto Paritetico per la Puglia ha espresso parere favorevole
>in data 01/10/97;
>d) La Commissione Edilizia ha formulato in prima istanza un parere
>favorevole condizionato in data
>01/10/97.
>Per i lavori di colmatura della costa di Torre d'Ayala sono state quindi
>attivate le procedure per le autorizzazioni del caso. Ma le ombre sulla
>vicenda permangono. Dalle indagini svolte dalla Legambiente i lavori di
>colmatura sarebbero stati avviati già nel '93. all'epoca sarebbe già stato
>ricavato un rilievo con materiale argilloso, presumibilmente fanghi e per
>una volumetria di alcune migliaia di m3, che spaccava il fronte della linea
>di costa.
>Molte le perplessità verso gli enti interessati alla pratica. Non solo
>avrebbero permesso lo stravolgimento paesaggistico ed ambientale dell'area
>di costa ma, se quanto emerso dalle indagini della Legambiente risultasse
>confermato, avrebbero taciuto o non effettuato i necessari controlli sullo
>stato di avanzamento dei lavori di colmatura prima del rilascio di pareri
>ed autorizzazioni.
>
>RICHIESTE DELLA LEGAMBIENTE
>Sui fatti esposti la Legambiente auspica che l'indagine in corso da parte
>della magistratura fornisca risposte:
>a) circa la regolarità, sotto l'aspetto amministrativo e penale, delle
>procedure adottate per scaricare i fanghi di dragaggio dei fondali di
>Chiapparo prima a mare e successivamente nel tratto di costa della zona di
>Torre d' Ayala;
>b) sui livelli di tossicità di suddetti fanghi di dragaggio e gli eventuali
>danni arrecati all'ambiente costiero;
>c) per accertare se i cumuli di rifiuti preesistenti nella zona interessata
>siano stati rimossi o meno prima delle operazioni di colmatura.
>
>Taranto 25/02/2002
>
>Per la LEGAMBIENTE
>Il presidente Leo Corvace