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10 Anni di Mani Pulite
Dieci anni fa, proprio in queste ore, veniva arrestato Mario Chiesa,
presidente socialista del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Nasceva così
l'inchiesta di Mani Pulite. I magistrati di Milano inauguravano una
primavera di legalità nel nostro Paese ed affermavano il principio di
giustizia secondo cui la legge è uguale per tutti, per i capi di governo e
di partito così come per i ladri di galline.
A distanza di dieci anni la ricostruzione morale dell'Italia è interrotta,
forse definitivamente. Un plurinquisito come Silvio Berlusconi (salvato
solo da amnistie e prescrizioni, ma ancora imputato per corruzione dei
giudici di Roma) è capo del governo italiano. A un latitante come Bettino
Craxi, morto in una villa dorata (dopo condanne definitive per oltre 11
anni di carcere) ma descritto come un martire in esilio, l'ex-capo del
governo Massimo D'Alema ha offerto funerali di Stato insultando
implicitamente la memoria di Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino. I
giornalisti-squadristi televisivi di Arcore (o della Taranto-Statte...)
imperversano nella loro opera di circonvenzione della memoria e della verità.
Che una destra di malavitosi tentasse con ogni mezzo di scavalcare la linea
del Piave tracciata dal procuratore Borrelli era anche prevedibile. Quello
che disgusta è la posizione in tema di giustizia assunta dalla "sinistra".
E' stato proprio negli anni di governo dell'Ulivo che la tensione morale ha
finito per l'affievolirsi quando invece bisognava offrire alla magistratura
italiana tutti i mezzi legislativi e materiali per chiudere, per via
giudiziaria, l'epoca della corruzione. Invece la "sinistra" ha contribuito
alla riabilitazione del malaffare individuando come interlocutore
istituzionale Berlusconi (in Bicamerale), stringendo alleanze da vomito,
esaltando delinquenti patentati (Craxi) ed isolando (anche rispetto
all'opinione pubblica) la magistratura. D'altra parte, cosa ci si attende
dal partito di Primo Greganti? Cosa ci si attende da un'alleanza in cui
figurano Boselli, Del Turco e Mastella? Cosa ci si attende da una
"burocracija" locale che ha espresso solidarietà al plurinquisito Rocco
Loreto e che addirittura non ha escluso di candidarlo ancora sindaco di
Castellaneta? Nella giunta di Loreto - lo abbiamo appreso la settimana
scorsa - figurava anche Stefano Ignazzi, un assessore arrestato per
traffico di droga. Cosa ci si attende da una "sinistra" tarantina che si è
fatta scavalcare in tema di sensibilità ambientale persino dalla Di Bello?
Nanni Moretti ha ragione. Con questi dirigenti non vinceremo mai, in Italia
come a Taranto. Basta con questi D"S" e con questa "sinistra". Perché
rinasca l'Italia di Mani Pulite, dei valori di legalità e di giustizia,
della lotta alla mafia, è ormai evidente che occorre passare attraverso
l'azzeramento dei quadri nazionali e locali dei partiti di "sinistra". Se
non avranno il buon gusto di farsi da parte da soli, magari iscrivendosi
direttamente a Forza Italia, sarà nell'urna elettorale che bisognerà
provvedere. Non votiamo più chi offende la magistratura esprimendo
solidarietà ai presunti corrotti.
[Per inciso, hanno espresso solidarietà a Rocco Loreto o sconcerto per
l'inchiesta (non per quello di cui l'ex-sindaco di Castellaneta è
sospettato...!): Franco Carbotti (PPI), Massimiliano Cavallo, Enzo
Giannico, Rocco Maggi, Luciano Mineo, Gianluca Musillo, Giancarlo Pasquini,
Natale Ripamonti (Verdi) e ovviamente la Federazione Provinciale dei DS che
ormai non sa più parlare alla gente ma soltanto agli inquisiti.]
Il ricatto "O noi o Berlusconi" non può più impressionare, visto che tanto
tra Ulivo e Polo non si notano più, di fatto, molte differenze. Non in
materia di giustizia.
Viva Borrelli, viva Mani Pulite.
Michele De Benedetto