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Cokeria: non si ritirino le ordinanze! Lettera al Corriere del Giorno
NON SI RITIRINO LE ORDINANZE DI CHIUSURA DELLE BATTERIE 3/6 DELLA
COKERIA
Il 12 febbraio si è tenuto presso la Regione Puglia l'incontro con i
vertici dell'Ilva, degli Enti Locali e dei sindacati per un'intesa sul
rifacimento delle batterie 3/6 della cokeria Ilva di Taranto. La vicenda
della cokeria passa ora sotto la supervisione del presidente regionale
Raffaele Fitto in qualità di commissario straordinario per l'emergenza
ambientale in Puglia.
Apparentemente sembra una buona notizia e potrebbe essere il coronamento
di una lunga lotta in cui sono stati protagonisti, oltre al Sindaco di
Taranto e alla Magistratura, anche molti cittadini e con essi le
associazioni ambientaliste.
Ma noi vogliamo andare oltre l'apparenza. Solleviamo pertanto due dubbi e
facciamo una proposta.
Primo dubbio. Apprendiamo dal Corriere del Giorno, in un articolo
a firma di Michele Tursi, che Riva in fondo non avrebbe fatto un grande
sacrificio accettando la soluzione indicata da Raffaele Fitto. Perché?
Semplicemente perché il presidente della Regione Puglia avrebbe accolto i
desiderata dell'Ilva. Il Corriere cita fonti aziendali che
spiegano: "La nostra proposta resta quella già formulata al sindaco
di Taranto il 27 aprile dell'anno scorso. Il programma è questo: per le
batterie 5/6 fine lavori nell'autunno del 2004, per la 3/4 entro dicembre
2005".
Questa proposta era già stata rifiutata dal Consiglio Comunale di
Taranto, dal Sindaco e dal suo consulente, l'ingegner Colavini, perché
significava aspettare ben oltre il dovuto.
Noi vogliamo sapere se le ragioni di allarme sociale relative alla salute
pubblica - quelle stesse che hanno portato il Sindaco ad emettere le
ordinanze di sequestro della cokeria - siano venute meno oppure no.
Se non sono venute meno allora occorre fermare le batterie incriminate.
Se invece si ha in mente di lasciare in funzione per altri quattro anni
quelle stesse batterie che oggi emettono fumi cancerogeni in maniera
preoccupante, allora noi non ci stiamo e lanciamo l'allarme. Le batterie
incriminate vanno prima fermate e poi rifatte, non rifatte e poi fermate:
non accettiamo che si fermino solo quando sono pronte le batterie nuove.
E non accettiamo che per di più vengano ritirate le ordinanze di
sequestro delle batterie 3/6. Se le batterie cancerogene non fossero
fermate - così come chiedono le ordinanze e così come recentemente ha
confermato la Cassazione bocciando il ricorso presentato da Riva - allora
ci troveremmo di fronte ad una palese violazione della legge. Noi faremmo
ricorso alla Magistratura sia come ambientalisti sia come cittadini:
sarebbe inammissibile rilasciare sui lavoratori e sulla città fumi
cancerogeni per altri quattro anni. Ma questa nostra opposizione civile
in nome della legge e della salute sarebbe fortemente indebolita se
venissero ritirate le ordinanze del sindaco, così come leggiamo sulla
stampa. Per quale ragione quindi ritirarle? Sarebbe solo un regalo a Riva
e un danno a tutti noi.
Secondo dubbio. Non è infondata inoltre l'ipotesi che Riva voglia
garantirsi una maggiore produzione a Taranto di carbon coke in un momento
in cui la cokeria di Genova-Cornigliano chiude per il suo alto potenziale
cancerogeno. Va quindi inequivocabilmente chiarito se a Taranto
viene spostata la produzione della cokeria di Genova-Cornigliano: a
questa scelta ci opporremmo con tutte le nostre forze perché
significherebbe aumentare il carico inquinante già oggi insopportabile.
Nessuna autorizzazione deve essere concessa ad una produzione che a
Genova non vogliono più.
E arriviamo alla proposta. Vogliamo rilanciare la banca dati
sull'inquinamento industriale, approvata lo scorso anno dal Consiglio
Comunale e mai entrata in funzione. I cittadini e i lavoratori non
saranno sicuri della loro salute finché non verranno installate delle
specifiche centraline di rilevazione delle sostanze cancerogene dentro
l'area industriale. A Genova queste centraline ci sono, perché a Taranto
no? Ma le domande non si fermano qui: è stato mai rilevato e archiviato
con sistematicità il valore inquinante del benzoapirene cancerogeno dal
Presidio Multizonale di Prevenzione guidato dal dottor Virtù? Se sì,
perché non si rendono di pubblica consultazione i dati? Se no, perché ciò
non è stato fatto?
Se non fosse stato fatto un costante e accurato controllo delle emissioni
cancerogene nell'Ilva (e sottolineiamo il se per non apparire come
diffamatori) per ovvi motivi auspicheremmo un cambio nella dirigenza del
Presidio Multizonale di Prevenzione. Se invece è stato effettuato un
costante e accurato controllo delle emissioni cancerogene nell'Ilva
auspicheremmo che i dati venissero resi noti e inseriti nella banca dati
ambientali.
Conclusione. Purtroppo noi ambientalisti siamo costretti a
ragionare con i "se" e con i verbi al condizionale: queste
precise argomentazioni e queste nostre chiare domande non possiamo farle
a chi potrebbe dare risposte altrettanto chiare e precise in quanto, come
abbiamo ricordato con amarezza, siamo stati esclusi dal tavolo
istituzionale del confronto. E tuttavia la piega che la vicenda sta
prendendo non ci piace e vi è un unico modo per convincerci: smentirci e
rispondere alle domande che abbiamo qui posto. Nel frattempo chiediamo
che le ordinanze sulla cokeria non vengano ritirate.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
Leo Corvace
Presidente Legambiente Taranto
Gaetano Barbato
referente WWF Taranto