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"Uomini di tempra speciale guidano questa guerra"
Lettera pubblicata oggi 30/11/2001 dal Corriere del Giorno di Taranto.
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"Uomini di tempra speciale guidano questa guerra"
Gentile direttore,
quando ascolto le patriottiche parole di un qualsiasi ministro della Difesa
mi assale una irreferenabile curiosità e mi chiedo: costui ha fatto il
servizio militare?
Strana domanda, sarebbe un po' come chiedersi se il ministro della Pubblica
Istruzione sia mai andata a scuola o se il ministro del Lavoro abbia mai
lavorato. Ma un dubbio ci coglie, la malignità ci assale quando al Sacro
Dovere sono chiamati uomini di tempra speciale e talmente tosta da far
carriera nazionale e divenir financo ministri.
Non so se a lei, Direttore, è sgorgato dal profondo del cuore il mio stesso
moto di beato stupore quando si apprese, a suo tempo, che il ministro della
Difesa Giovanni Spadolini per "insufficienza toracica" il militare non
l'aveva per nulla fatto (e la cui corporatura riempiva lo schermo della TV).
Ora i tempi sono cambiati, i partiti pure, ma quando ascolto un ministro
della Difesa parlare di Patria e di missioni militari... mi sembra di
rivivere le stesse emozioni e il "vizio" della curiosità mi spinge a
cercare, indagare, scoprire... Finché, merito del giornalista Marco
Galluzzo, ora posso finalmente apprendere (frutto della consultazione del
Corriere della Sera del 7/11/2001) che a guidare le Forze Armate italiane
in guerra è un ministro che a suo tempo non ha fatto il militare: fu
riformato per "ridotte attitudini militari". Parliamo non di Giovanni
Spadolini ma di Antonio Martino. Ma l'attuale ministro della Difesa Antonio
Martino non è il solo ministro che a suo tempo è stato dispensato dal
servizio militare. Egli è in questa guerra validamente coadiuvato dal
ministro degli Esteri Renato Ruggiero il quale, anche lui, è stato
sfortunato: quindici giorni prima di indossare l'uniforme cadde dagli sci a
Roccaraso e ottenne l'esonero. Il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi ha fatto - ahinoi! - pochi giorni di Car (Centro addestramento
reclute) e poi è ritornato a casa. Una vera scalogna, non ha avuto neanche
il tempo per scattarsi una foto col fucile in mano da inserire nella sua
biografia illustrata, quel bell'opuscoletto pieno di foto sulla sua vita
che ci è stato donato per le elezioni. Il leader dell'opposizione - il
pugnace Francesco Rutelli - invece le armi non le voleva per niente usare e
si è dichiarato obiettore di coscienza: ma se lui la guerra non la voleva
fare con le sue mani oggi vota perché altri la facciano al posto suo. Una
logica stringente quanto l'Ulivo nella canna della mitraglia. Personaggio
coerente con il Sacro Dovere è stato Giorgio Cespuglio la cui letterale
traduzione in americato è: "George Bush". L'arboreo presidente degli Stati
Uniti ha infatti prestato servizio militare e onorato la bandiera in
uniforme, a differenza di Bill Clinton che mai fece il soldato perché
pacifista in età di leva. Tuttavia anche Bush - come del resto Clinton
- non ha provato l'emozione di rischiare la vita nel Vietnam, nonostante
avesse la stessa età di tanti reduci, ed è forse per questo che cercando il
sostantivo "bush" - oltre a "cespuglio", "boscaglia", "sottobosco" - si
incappa purtroppo in traduzioni malevole come "to take to the bush", ossia
"darsi alla macchia", svignarsela, imboscarsi. Il nostro Giorgio Cespuglio
la sa lunga e per questo ora è Presidente, come altri del resto.
Non la vorrei annoiare, gentile direttore, con rievocazioni del passato e
lanciamo subito - come è giusto che si faccia da un giornale che svolge
anche un pubblico servizio - alcune informazioni di generale utilità per i
giovani che ci stanno leggendo. Cari giovani, se avete ricevuto la
cartolina e dovete fare la visita militare, controllate bene se avete una
sinusite cronica: la sinusite cronica basta e avanza per non indossare la
divisa e seguirete così le orme del ministro degli Interni, l'amatissimo
Claudio Scajola. Vi risparmierete le guardie armate notturne che il
sottoscritto ha fatto a L'Aquila con la neve e con la broncopolmonite
cronica. Cari giovani, tenete gli occhi aperti, la vita è fatta di
informazioni e a qualche fesso - mi ci metto io per primo nella ingloriosa
categoria per farvi da monito - è sfuggita qualche informazione. Al
ministro Umberto Bossi invece non è sfuggito nulla: "nipote di inabile" ha
saputo sfruttare una vecchia leggina che ad alcuni milioni di italiani
sbadati è forse inavvertitamente sfuggita. E ricordatevi, Giovani d'Italia,
se vi chiedono di far la guerra, siate ligi al Sacro Dovere così come lo
sono stati i vostri governanti: vinceremo!
Alessandro Marescotti
www.peacelink.it