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CONSIDERAZIONI SULL'ATTACCO AGLI STATI UNITI
CONSIDERAZIONI SULL'ATTACCO AGLI STATI UNITI
Continuano a pervenire al mio indirizzo appelli o commenti sull'attacco
terroristico agli Stati Uniti. Aggiungo dunque la mia modesta riflessione.
SOLIDARIETA' AGLI STATI UNITI
Molte ragioni giustificano un legame di amicizia verso un Paese che ha il
grande merito di aver contribuito in maniera decisiva alla liberazione
dell'Europa dalle forze nazifasciste. E' stata quella la grande guerra del
bene contro il male e le democrazie occidentali l'hanno vinta grazie al
sacrificio dei soldati americani che dalla Normandia alla Sicilia, dai
cieli della Germania ai villaggi dell'Europa centrale hanno restituito la
pace e la libertà al nostro Continente. Agli USA va la nostra riconoscenza.
Successivamente, nel corso della guerra fredda, gli Stati Uniti hanno
rappresentato ancora una volta la "parte giusta" di fronte ai regimi
dittatoriali socialisti. Anche se questo non giustifica l'appoggio e le
complicità con regimi altrettanto illiberali e sanguinari di colore diverso
(ad esempio il Cile).
Inoltre gli Stati Uniti sono anche parzialmente "italiani": molti nostri
connazionali ed oriundi vivono oltre l'Atlantico e questo non può che
rafforzare la nostra solidarietà e la nostra amicizia verso l'America.
Le nostre critiche ad un sistema economico che comporta sfruttamento,
ingiustizie ed altri "inconvenienti" (come direbbe Berlusconi) sono un
altro discorso. Adesso - e senza riserve - esprimiamo dolore e vicinanza
agli Stati Uniti aggrediti dai terroristi.
UN LUTTO DISCUTIBILE
Ieri mattina anche al mio ufficio sono stati imposti tre minuti di
silenzio. Alcuni importanti eventi sportivi e culturali sono stati
rinviati. La solidarietà con gli USA è condivisibile e l'orrore per quanto
è successo è profondo e sincero. Ma il dolore per i morti americani non è
diverso da quello per le vittime innocenti dei bombardamenti su Belgrado,
della pulizia etnica in Kosovo, dei martiri bosniaco-musulmani di
Srebrenica assassinati dai serbi, dei palestinesi massacrati dai falangisti
libanesi a Sabra e Chatila, dei cittadini israeliani colpiti
quotidianamente a tradimento dai kamikaze palestinesi, dai bambini irakeni
uccisi per anni da un imbargo stupido e inutile.
Perché i Ministeri non si sono fermati per loro? Perché le bombe sulla
Serbia non hanno sospeso le partite di calcio? Esistono dunque lutti di
serie A e di serie B ?
NON CI FERMIAMO
Ultima considerazione. Una risposta adeguata al terrorismo è dimostrargli
che non condiziona le nostre esistenze e che non può ottenere risultati.
Lasciamo che si rafforzino alcune misure di sicurezza ma non regaliamo ai
terroristi la soddisfazione di aver fermato il mondo sia pure per tre
minuti. Continuiamo a lavorare, a viaggiare, a prendere aerei così come in
Israele si continuano a prendere gli autobus, si va al mercato o in
pizzeria anche 24 ore dopo le autobombe e destiniamo al lutto momenti
privati. Non lasciamo che ci fermino o che cambino le nostre abitudini.
Michele De Benedetto
Taranto