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inquinamento: il dott.Pappalepore risponde ai periti dell'ILVA
Agli organi di stampa
Loro sedi
Le recenti dichiarazioni degli esperti dell’IlVA sul rapporto della
qualità dell’aria del ’99 riportate dal Corriere del Giorno secondo le
quali “ I limiti posti dal dpr 203/88 non solo non sono mai stati
superati, ma anche le concentrazioni osservate si mantengono sempre
abbondantemente inferiori a detti limiti” sono confutabili sulla base
di documentazione esistente presso l’Assessorato all’Ecologia del Comune
di Statte e si prestano a qualche precisazione, che in verità mi sarei
aspettato fosse fatta da qualcun altro preposto ai controlli ( PMP,
Provincia, Regione.).
Mi riferisco a un sopralluogo congiunto effettuato dal PMP in Ilva il
6/7/8/9 luglio 1999, in ottemperanza all’art. 12 del D.P.R. n.
203/88 in adeguamento all’atto di intesa intervenuto con la Regione
Puglia (Prot. 1620/99 del 29/07/99).
Come sempre sono i fatti che ci devono guidare e non le opinioni e i
fatti rilevati dal PMP, estrapolando i passi significativi dal verbale di
sopralluogo, evidenziano che:
…” alcuni impianti in esercizio in normale funzionamento ( la
legge parla delle condizioni di esercizio più gravose
N.d.R.), se opportunamente alimentati, sono in condizione di
contenere le emissioni entro limiti accettabili se pur superiori ai
valori limite di cui al D.M. 12/07/90…" e prosegue enumerando i
casi:
- 1.
“…è
il caso delle emissioni di ossidi di zolfo delle batterie dei forni a
coke 3*4 ( cod. camino E 422 ) le quali ( v. medio= 912,29) … superano di
poco il valore limite di 800 mg/Nmc per alimentazione a gas
mix…”
- 2.
“…
è il caso del ciclo produttivo dei laminati piani i cui forni 1 e 2 della
linea del riscaldo brame ( cod. camini E 715/1-2 ) superano di poco ( v.
medio = 1900,80) il valore limite di 1700 mg/Nmc…”
3. …”
le emissioni di polveri convogliate degli elettrofiltri primari delle
linee D-E dell’impianto di agglomerazione misurate in sett./ott. ’97
superano i valori massimi normati di 100 mg/Nmc…"
4.
E anche nel corso del controllo congiunto effettuato nei giorni 6 e 8
luglio 1999 i valori riscontrati sono stati rispettivamente di 120.0 e
125.9 a fronte di un valore limite fissato dal D.M. 12/7/90 per le
polveri totali di 100 mg/Nm3 umido, sono stati quindi
superiori in due giorni su quattro e questi sono fatti oggettivi e
documentati!
La relazione viene conclusa evidenziando "…il notevole
impegno che l'accertamento di cui sopra ha comportato in termini di tempo
e di attrezzatura occorsa ( e fino ad oggi giugno 2001 non è stata più
ripetuta N.d.R.), ma anche la non correlazione del valore della
emissione "media" ottenuta ad una ben individuata
condizione di marcia del processo produttivo per essere state le
misure diluite su quattro giorni… e sottolineando
"per i grossi impianti la necessità di rilevazione on-line dei dati
rilevati come richiesto dallo scrivente PMP e deliberato dalla giunta
Regionale con provvedimento nr. 3430 la cui piena realizzazione da parte
dell'ILVA, e delle altre aziende interessate ( AGIP; ISE; CEMENTIR)
sconta al momento i richiesti tempi tecnici".
Premesso che questo evidenzia che non è vera l'affermazione per la
quale i limiti " NON SONO MAI STATI SUPERATI", chiedo
ancora una volta ( ho cominciato a farlo da settembre 1997) alla
Direzione dell'IlVA, che se è così certa, come i suoi periti, del "
…significativo e consistente miglioramento delle condizioni
ambientali…" perché non certifica il suo sistema di qualità
ambientale adottando la normativa europea ISO 14000 che, cito da
Repubblica del 7 luglio 1997 "… sono regole stabilite a
livello internazionale da 120 paesi e raccolte nella normativa
ISO14000.
Basta seguirle e si può essere certi che la propria produzione avrà un
impatto sull'ambiente nullo o comunque tenuto costantemente sotto
controllo"
Tanto per intenderci non esiste un sistema di qualità ISO 14000 che
certifichi la emissione "media" inferiore al valore limite.
Esiste un valore che può essere conforme o non conforme. In caso di non
conformità il valore deve essere modificato dal produttore in un tempo
indicato dallo stesso e verificabile alla scadenza prestabilita da un
ente territoriale super partes: l'ente di certificazione internazionale.
Lo stabilimento dell'ILVA di Taranto se fosse soggetto ad una
verifica di qualità con le situazioni rilevate ed indicate dal PMP non
otterrebbe la certificazione di qualità europea!
Perché l'ILVA non segue l'esempio di AGIP PETROLI, ISE, CEMENTIR, che il
26 marzo 2001 nella riunione tecnica tenutasi in Provincia, hanno
affermato di essere già certificate ISO 14000 o, come la CEMENTIR, sulla
via della certificazione europea, DIMOSTRANDO CON I FATTI NOTEVOLE
RISPETTO PER LA CITTA' DOVE OPERANO e soprattutto
l'ottemperanza al provvedimento di Giunta Regionale nr. 3430 che
prevedeva per queste aziende e per l'Ilva l'adeguamento di alcuni
impianti entro dicembre 1999?
L'lLVA fino ad oggi non ha ancora provveduto ad effettuare il
collegamento on line con il Ced del PMP dei camini E 312 di AGL, camino E
422/6 di COKE e il funzionamento del sistema dei sensori nei Parchi
Primari, tutti interventi previsti nel predetto provvedimento e che,
se attuati, ci garantirebbero anche dei valori notturni, visto che
l'autocontrollo dell'IlVA e i controlli del PMP a campione
sull'autocontrollo, sono tutti diurni.
L'ILVA ha invece tempestivamente adeguato alle norme previste nel
citato provvedimento, il camino E 801/5 di CET/1, adeguamento, si badi
bene, che non è propedeutico al prolungamento richiesto
dall'azienda dell'esercizio di Cet/1 oltre il 30 giugno 2001,
data nella quale è stabilito che debba cessare l'esercizio di CET/1 dal
D.M. del MICA 003/98 PR del 23/10'98 e il cui rispetto è stato chiesto il
13 febbraio 2001 dall'Amministrazione di Statte uscente, ma è
prescritto per arrivare alla chiusura di CET/1 il 30 giugno 2001 in
condizioni di sicurezza per i cittadini!
Ritengo che le Amministrazioni che hanno deciso la chiusura di CET/1
(Ministero dell'Industria Commercio e Artigianato, Ministero
dell'Ambiente, Ministero della Sanità e Regione Puglia) e l'adeguamento
di altri impianti a valori stabiliti, lo abbiano fatto non per ostracismo
nei confronti dell'ILVA, ma perché in tempi non sospetti e in pieno
accordo con la stessa, asetticamente, tranquillamente e, sicuramente, non
a scopo vessatorio, lo hanno deciso nell'interesse della salute dei
cittadini.
In conclusione, come ho già avuto modo di dire in altre circostanze,
esistono le leggi, i decreti, i provvedimenti, che stabiliscono tempi e
modi per mettere in sicurezza gli impianti, ci sono Enti che sono
preposti al controllo che tutto sia attuato così come stabilito, occorre
che tutto il sistema di controllori (ASL, Comune, Provincia, Regione,
PMP) e controllati (ILVA, CEMENTIR, AGIP, ISE), funzioni nei tempi e nei
modi prescritti e accettati, perché chi ha legiferato lo ha fatto
nell'interesse della salute di tutti i cittadini dell'Area ad elevato
rischio ambientale, tra i quali rientrano anche quelli di Statte, e non
per esercitare potere vessatorio nei confronti di chicchessia.
Non dimentichiamolo!
Oppure anche il rispetto delle leggi deve provocare ricatti
occupazionali?
Dott. Onofrio Pappalepore
Consigliere Comunale P.P.I. - Consiglio Comunale di Statte