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al Presidente Ciampi una lettera di PeaceLink
Al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Oggetto : Ilva di Taranto
Gentile Presidente,
il gruppo Riva ha annunciato oggi ai giornali di averLe scritto al fine di
annullare gli effetti delle ordinanze del Sindaco di Taranto con cui si
imponeva prima l'adeguamento delle batterie 3/6 della cokeria Ilva e poi
(trascorsi invano i 90 giorni di tempo) la chiusura delle stesse.
Lei ha recentemente visitato la città e forse qualcuno le avrà detto che a
Taranto il numero di tumori è percentualmente raddoppiato negli ultimi
trent'anni. A Taranto si vive un'emergenza, signor Presidente, senza
neppure disporre di un polo oncologico funzionante. L'ordinanza del sindaco
era l'avvio di una linea ferma che riportasse al centro l'ambiente e la
salute. Era ed è una vittoria per chi afferma quel diritto che la
Costituzione - di cui Lei è il massimo garante - sancisce con chiarezza
inequivocabile: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività" (art.32). Come Lei ci
insegna, un diritto fondamentale non è barattabile, contrattabile o
differibile: è inalienabile e intangibile.
Guardi pertanto, signor Presidente, le foto che Le vengono inviate con
questa lettera: sono state scattate in cokeria. Sono visibili a tutti sul
sito http://www.taras.it/ecologia/econews/fumi.html
Quelle nuvole di fumo contengono gas cancerogeni come il benzoapirene e
tale gas è stato respirato dagli operai a livelli anche 137.000 volte
superiori a quanto considerato "valore di riferimento" in quanto obiettivo
di qualità dell'aria per il normale cittadino. Guardi, signor Presidente,
la lista degli operai morti nell'ultimo decennio: lavoravano in cokeria.
Altri sono in radioterapia. E' una strage.
Se Lei ha letto (o quando Lei leggerà) la lettera del gruppo Riva pensi
alle foto che Le inviamo, a quei nomi, a quelle tragedie e scelga in cuor
suo la risposta più idonea e più umanamente vicina a chi sceglie di
lavorare per vivere e non per morire. Il rispetto della legge deve toccare
anche i potenti, non solo i deboli. Non vi sono ragioni industriali per cui
valga la pena mettere tra parentesi il diritto alla vita. Lo dice la legge
stessa, oltre che la morale. Infatti il decreto legislativo 626/94 al capo
II - Obblighi dei datori di lavoro - all'articolo 62 sancisce che:
"1. Il datore di lavoro evita o riduce l'utilizzazione di un agente
cancerogeno sul luogo di lavoro in particolare sostituendolo, sempre che
ciò è tecnicamente possibile, con una sostanza o un preparato o un
procedimento che nelle condizioni in cui viene utilizzato non è o è meno
nocivo alla salute e eventualmente alla sicurezza dei lavoratori.
2. Se non è tecnicamente possibile sostituire l'agente cancerogeno il
datore di lavoro provvede affinché la produzione o l'utilizzazione
dell'agente cancerogeno avvenga in un sistema chiuso sempre che ciò è
tecnicamente possibile.
3. Se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamente possibile il
datore di lavoro provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori
sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile. "
Lo stesso decreto, nell'articolo 64, stabilisce che il datore di lavoro
"progetta, programma e sorveglia le lavorazioni in modo che non vi è
emissione di agenti cancerogeni nell'aria. Se ciò non è tecnicamente
possibile, l'eliminazione degli agenti cancerogeni deve avvenire il più
vicino possibile al punto di emissione mediante aspirazione localizzata".
Lei potrà ben vedere dalle foto che Le inviamo che non vi è alcuna
aspirazione dei fumi e che gli agenti cancerogeni (benzoapirene in primo
luogo, misurato con apposite analisi) vengono dispersi nell'aria, respirati
dai lavoratori. Quei fumi cancerogeni giungono sulla città.
Potrà approfondire la Sua conoscenza di queste tematiche su Internet sui
siti www.peacelink.it e www.taras.it e più andrà a fondo e più scoprirà la
faccia nascosta e triste di quella città che Lei recentemente ha potuto
ammirare nella sua bellezza e festosa ospitalità.
Cordialmente
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
c.p.2009
74100 Taranto
30/5/2001
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