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cokeria: comunicato di PeaceLink a sostegno dell'ordinanza del sindaco



Comunicato stampa

L'ordinanza di ieri del Sindaco di Taranto Rossana Di Bello, che impone il
fermo delle batterie 3-4-5-6 della cokeria Ilva, è un atto di coerenza e di
responsabilità che merita il sostegno di tutta la città. Quelle batterie
emettono elevate quantità di sostanze cancerogene, stando alle stesse
rilevazioni dell'inquinamento dell'Ilva che, come ha osservato l'assessore
all'ambiente Merico, "paradossalmente" superano in negativo gli stessi dati
della Asl. Questi dati di inquinamento industriale non sono attualmente
resi noti nel dettaglio in un'apposita banca dati e sarebbe bene che invece
fossero di dominio pubblico in modo che anche le organizzazioni sindacali
ed ambientaliste (e con esse i cittadini) possano valutare la gravità della
situazione.

Tuttavia la necessità più importante in questo momento è quella di
costruire un ampio schieramento sociale che sostenga il sindaco in quanto
istituzione garante per legge della salute pubblica. Questa è l'ora della
chiarezza, dei sì e dei no. Ognuno deve scegliere se stare dalla parte di
Riva (a tutela dei suoi interessi e dei suoi profitti privati) o dalla
parte dei lavoratori e dei cittadini (a tutela della loro salute e
dignità). Infatti è anche una questione di dignità: i lavoratori di Taranto
non possono essere trattati come dei "terroni" a cui scaricare i gas
velenosi e i tumori che i genovesi non vogliono più accettare.

Il ricatto di far accettare il cancro in cambio dell'occupazione sarebbe
l'ennesima prova che i meridionali sono considerati italiani "di serie B",
non tutelati dalle leggi che garantiscono la salute degli italiani "di
serie A". Esistono centinaia di ammalati di cancro che sono in lista di
attesa negli ospedali di tutta la Puglia e persino nazionali perché a
Taranto mancano le strutture per la radioterapia. Molti di questi malati
sono operai. E i tempi di attesa nei centri di cura sono lunghissimi,
stremanti. La situazione è esplosiva: Taranto ha visto raddoppiare i tumori
annui negli ultimi 30 anni. Nel quartiere dei Tamburi, a breve distanza
dalla cokeria, ogni bambino che nasce comincia già dal primo giorno a
respirare una media di 7 sigarette al giorno, tanto è il benzopirene
cancerogeno valutato dagli studi epidemiologici in una zona a ridosso della
cokeria.

Il sindaco non ha compiuto un gesto "giacobino" ma ha operato con
gradualità e alto senso di responsabilità e di questo va dato atto. Chi ha
agito senza senso di responsabilità è stata l'Ilva che ha lasciato
trascorrere tre mesi per presentare un progetto di risanamento
insufficiente, senza cambiare una sola guarnizione, senza fare manutenzione
alcuna e senza quindi applicare quegli interventi che l'ordinanza del
sindaco richiedeva. I sindacati sapevano che stavano passando tre mesi
senza che Riva facesse nulla: perché non hanno sollecitato Riva ad una
condotta più responsabile? Perché ora queste critiche solo alla Di Bello
che ha tutto il diritto (ed ha anche il dovere) di far rispettare
l'ordinanza? Fare ordinanze e non rispettarle sarebbe assenza di senso
dello Stato.

Le norme di tutela della salute pubblica le detta l'istituzione, non il
privato. E questo i sindacati dovrebbero affermarlo con forza ancora
maggiore dell'istituzione stessa per la semplice ragione che dovrebbero
desiderare un futuro di operai sani e non in radioterapia. La cokeria non è
una crociata degli ecologisti contro gli operai. Anzi: l'obiettivo della
difesa dell'ambiente coincide con l'obiettivo della difesa dei lavoratori
in quanto il lavoro è - oltre che salario - anche rivendicazione di salute
e di qualità della vita. L'azione sindacale deve farsi carico degli
interessi generali della popolazione se non vuole ridursi a logica
corporativa incapace di rappresentare - si badi bene - gli stessi
lavoratori oltre che la cittadinanza. L'appello "ambientale" ai sindacati
del dottor Aldo Petrucci, Procuratore della Repubblica di Taranto (appello
lanciato all'Istituto Righi il 16 marzo scorso), aveva sortito una
interessante autocritica della segretario della Cisl Gianni Florido che
affermò subito dopo: "Il procuratore Petrucci ha ragione: dobbiamo tornare
a tutelare di più i lavoratori. Soprattutto dobbiamo tornare a tutelare la
loro salute in fabbrica. E' quella la prima linea nella guerra contro
l'inquinamento". Che fine ha fatto quell'autocritica? Non si comprende
perché ora lo stesso Florido dica :"No alla politica delle ordinanze". Se
il segretario della Cisl riesce a tutelare la salute dei lavoratori con
altri strumenti allora saremmo ben lieti di seguirlo. Ma la verità è che
senza le ordinanze c'è solo l'immobilismo industriale e sindacale degli
scorsi anni. In tutti questi anni di immobilismo non si sono tutelati i
lavoratori: li si è lasciati respirare con rassegnata fatalità i gas
cancerogeni. Forse le cose cambierebbero se Riva e i vertici sindacali
provassero a lavorare qualche anno in cokeria. I sindacati già nel 1995
sapevano - da un rapporto dell'Usl di Taranto - quanti operai sarebbero
potuti morire di cancro in cokeria. Ma non hanno agito. Le stime
previsionali si sono invece avverate, purtroppo. E' ora di fare il mea
culpa, riconoscere gli errori passati e cambiar rotta. Già alcuni settori
sindacali più illuminati e sensibili lo stanno facendo. Ma non basta.

L'intera città dovrebbe unirsi attorno al sindaco per creare un grande
fronte unico che comprenda tutti i partiti, tutti i sindacati, tutte le
associazioni ambientaliste, mettendo Riva - e solo lui - di fronte alle sue
responsabilità. 
La tutela dell'occupazione degli operai della cokeria è possibile a
condizione che il 99% della città dica a Riva: investi i tuoi profitti
miliardari in un impianto più sicuro. Ma se alcuni sindacati dovessero
venire meno a questo schieramento del 99% allora essi porterebbero la grave
responsabilità di una divisione sociale che - oltre che tensione tra i
lavoratori - di fatto favorirebbe i profitti privati che Riva accumula
risparmiando sulla manutenzione e le norme di sicurezza. Guai se i
sindacati - o parte di essi - soffiassero ora sul fuoco dello scontento
della massa operaia per guadagnare un facile consenso sia da parte
padronale sia da parte dei lavoratori più esasperati.

Affermazioni del tipo "è sbagliato proseguire con le ordinanze"
indeboliscono il sindaco, creano equivoci nel sindacato e rafforzano Riva. 
Sentiamo il bisogno di avere in città un forte e autorevole schieramento
sindacale che stia dalla parte dei lavoratori e dei cittadini.
Sappiamo che nei sindacati ci sono persone impegnate sul terreno
ambientalista e capaci di coniugare la difesa della salute con la difesa
dell'occupazione. Per esempio il segretario regionale della UIL Aldo
Pugliese è intervenuto alle nostre iniziative ambientaliste offrendo un
interessante contributo di idee e di proposte. Sarebbe importante se a
livello sindacale di seguisse questa apertura e si costruissero "tavoli di
concertazione" che includessero le forze ambientaliste. 

Noi ambientalisti a Taranto abbiamo operato con grande senso di moderazione
e di responsabilità, coinvolgendo alcuni lavoratori nelle nostre riunioni,
evitando spaccature. Abbiamo anche evitato facili estremismi e
scavalcamenti delle istituzioni anche quando sembrava che le elezioni
imponessero una stasi forzata al discorso della cokeria Ilva. Lo abbiamo
fatto per senso di responsabilità e dando prova di pazienza e unità per
giungere a questo appuntamento non in ordine sparso ma accanto alle
istituzioni, a sostegno delle istituzioni. Scelgano ora i sindacati da che
parte stare: è bene che prevalga il senso di responsabilità e che non
manchi - in questo momento così delicato - un coerente sostegno alle
istituzioni che per legge hanno il compito di tutelare la salute pubblica.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink



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