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TARAS.IT - "Nessuna proroga per la Cet/1"



Corriere del Giorno      23 marzo 2001

"Nessuna proroga per la Cet/1"
di Michele Tursi

Al ministero dell'Ambiente sembrano avere già le idee chiare sulle sorti
della Cet/1: «Non ci sono le condizioni per un'altra proroga». Il
sottosegretario Valerio Calzolaio lo ha già scritto al collega
dell'Industria Enrico Letta e ieri sera lo ha ripetuto durante il vertice
svoltosi in prefettura, a conclusione di un tour pugliese che ha portato il
vice ministro prima a Lecce, poi a Brindisi ed infine nel capoluogo ionico.
Un appuntamento organizzato dai Ds ionici che ha consentito al
rappresentante del governo di raccogliere le istanze delle istituzioni
locali (Comune e Provincia), e di sollecitare l'adozione degli atti
necessari, soprattutto dopo l'ordinanza di Bordon sulle discariche Ilva. Un
invito rivolto in particolar modo alla Regione Puglia, cui la legge assegna
vastissime competenze in materia ambientale.
Ma a caratterizzare la riunione, presieduta dal prefetto Monaco, è stata
soprattutto la questione della Centrale termoelettrica numero 1. Il sindaco
Di Bello ha chiesto che il governo, prima della scadenza del suo mandato,
neghi la proroga di esercizio ad uno degli impianti maggiormente inquinante
del centro siderurgico. E Calzolaio ha raccolto in pieno l'invito. «Abbiamo
già scritto al ministero dell'Industria - ha detto - sottolineando che per
noi la situazione ambientale a Taranto è gravemente compromessa e che non ci
sono le condizioni per autorizzare la continuazione dell'esercizio della
centrale dopo il 30 giugno».
Il ministero dell'Ambiente ha scritto anche alla Regione Puglia chiedendo di
effettuare una verifica sulle condizioni dell'impianto. Entro il prossimo 15
aprile via Capruzzi dovrebbe inviare il suo parere.
C'è da dire, però, che il parere del ministero dell'Ambiente non è
vincolante ai fini della decisione che sarà assunta dall'Industria, ma è pur
sempre un atto con un suo peso amministrativo di cui Letta dovrà tenere
conto al momento della decisione.
L'ordinanza sulle discariche Ilva, con tutta probabilità, non sarà l'unico
provvedimento frutto dall'attività del Comitato ispettivo svolta nei mesi
scorsi. «Innanzitutto bisogna aspettare le scadenze fissate - ha precisato
Calzolaio - perchè se le anomalie riscontrate non saranno sanate,
occorreranno nuove misure. E poi non escludo che possano esserci ulteriori
interventi». A tal proposito Calzolaio ha rassicurato i sindacati e
quant'altri temono che l'iniziativa del ministero possa portare alla
chiusura delle industrie oggetto delle ispezioni. «Non è nelle nostre
intenzioni chiudere le aziende - ha spiegato il sottosegretario
all'Ambiente - le imprese, i lavoratori, i sindacati stiano tranquilli. Anzi
vogliamo che producano utili, sviluppo e benessere, però chiediamo loro il
pieno rispetto della legge soprattutto quando si parla non solo dell'impatto
ambientale, ma soprattutto della tutela della salute dei lavoratori e dei
cittadini».
Calzolaio ha elogiato l'attività svolta dalla magistratura di Taranto (alla
riunione erano presenti il procuratore Aldo Petrucci e l'aggiunto Franco
Sebastio, ndr) «che fa bene ad intervenire laddove le questioni fuoriescono
dagli ambiti amministrativi per approdare verso responsabilità penali». E'
il caso, ad esempio, del procedimento avviato a carico dell'Ilva e di altre
imprese del territorio, in cui il ministero dell'Ambiente ha annunciato la
sua costituzione di parte civile.
Calzolaio ha confermato l'estrema gravità della situazione ambientale
nell'area ionica ed ha ribadito la necessità di procedere in tempi brevi
all'avvio di una efficiente rete di monitoraggio. Un provvedimento questo,
che figura nel piano di risanamento ambientale, la cui gestione è ora
affidata alla Regione Puglia. «Come ministero abbiamo affidato l'appalto
all'Ispra - ha detto Calzolaio - però è già passato troppo tempo e stiamo
tentando di accelerare l'iter amministrativo».
Il sottosegretario ha ricordato infine i 10 miliardi disponibili per Taranto
per la bonifica dei siti industriale. «Il capoluogo ionico ha ottenuto una
quota importante dei 180 miliardi disponibili per i 41 siti da bonificare
sull'intero territorio nazionale. Un'opportunità che non va vanificata».