[TarantoOnLine] PeaceLink sul nuovo decreto salva-ILVA in discussione alla Camera: “Ecoriconvertire i lavoratori ILVA rinunciando al piano di riarmo”



Comunicato stampa


Si inviano le osservazioni di PeaceLink in merito al decreto legge n.92/2025, già approvato al Senato il 23 luglio 2025 e attualmente all’esame della Camera dei Deputati. Il decreto è finalizzato a garantire la continuità produttiva dello stabilimento che altrimenti non avrebbe le risorse per proseguire. Quelle che si riportano sono le osservazioni che PeaceLink ha presentato al Senato, su invito della Commissione 9 (Industria), e che valgono ovviamente anche per la Camera dei Deputati.


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Osservazioni di PeaceLink alla Commissione 9 Senato su DL 92/2025


Cosa prevede il decreto

Il Decreto Legge 26 giugno 2025, n. 92, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 146 del 26 giugno 2025 ed entrato in vigore il 27 giugno 2025, reca "Misure urgenti di sostegno ai comparti produttivi". Il decreto include disposizioni specifiche per garantire la continuità produttiva dell'ex-ILVA, per gli stabilimenti di interesse strategico nazionale e la decarbonizzazione, oltre a misure in tema di ammortizzatori sociali e sostegno al reddito per la gestione di altre crisi industriali complesse, a partire dal settore della moda.

Per quanto riguarda l'ex-ILVA, il decreto prevede l'erogazione di uno o più finanziamenti fino a un massimo di 200 milioni di euro in favore di ILVA in amministrazione straordinaria per garantirne la prosecuzione dell'attività e la messa in sicurezza degli impianti. Questi fondi possono essere usati direttamente da ILVA e devono essere restituiti entro 120 giorni dalla cessione degli impianti o, in assenza, entro 5 anni. Il decreto riconosce inoltre la possibilità di beneficiare di una procedura accelerata e semplificata per “programmi di investimento di interesse strategico nazionale” (ai sensi dell'art. 13 del D.L. 10 agosto 2023, n. 104) nelle aree ex-ILVA o esterne ad essa ma correlate, per investimenti superiori a 50 milioni di euro, con la nomina di un Commissario straordinario di Governo.

Un punto cruciale del decreto è l'intervento sulla decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto e la transizione energetica del settore siderurgico. A tal fine, si riconosce alla società DRI d'Italia (partecipata al 100% da Invitalia), incaricata di progettare, costruire e gestire gli impianti, la possibilità di consentire sin da subito la partecipazione di soci privati per incrementare il capitale sociale (attualmente un miliardo di euro). Inoltre, viene eliminato ogni vincolo sull'impiego delle risorse finanziarie assegnate a DRI d'Italia, permettendo di utilizzare tali risorse anche per la costruzione di impianti di preridotto alimentati a gas, non solo a idrogeno.

Osservazioni critiche 

Dal nostro punto di vista, le misure previste dal DL 92/2025 non rappresentano un'adeguata soluzione per il futuro dei lavoratori e dell'ambiente a Taranto. La critica principale riguarda il continuo finanziamento e il supporto a un modello produttivo che ha causato gravi danni alla salute e all'ambiente. La decarbonizzazione prevista non si basa su alcun piano industriale e rischia di far naufragare un progetto in cui non vengono identificati i costi, i ricavi e il punto di equilibrio produttivo e finanziario. Inoltre la decarbonizzazione non ha ancora alcuna ufficialità nell'ambito delle procedure autorizzative (VIA e AIA) e appare una mera ipotesi, mentre l'AIA dell'ILVA attualmente prevede solo il riavvio degli altoforni fermi o con gravi criticità

Siamo di fronte a una nuova fase dello sperpero del denaro pubblico, a nostro avviso.

PeaceLink ritiene che i fondi dello Stato debbano essere usati per dare un futuro ai lavoratori dell'ILVA attraverso una riconversione ecologica e sociale, piuttosto che per sostenere la produzione siderurgica che mostra evidenti limiti di sostenibilità ecologica ed economica, per le perdite elevatissime che proseguirebbero con grande probabilità anche con i forni elettrici, la cui attivazione porterà un taglio del 70% circa della forza lavoro.

Pertanto sostenibilità economica e sociale non sono i punti forti di questa strategia improvvisata e malamente condotta che non contempla un accompagnamento dei lavoratori verso nuove attività. 

Nello specifico, PeaceLink propone che il decreto preveda invece che gli operai dell'ex-ILVA siano impiegati in lavori socialmente utili, come ad esempio:

Questo scenario (piano B) costerebbe al bilancio dello Stato solo 300 milioni di euro all'anno. Tale cifra rappresenterebbe appena lo 0,3% dell'ammontare globale annuo della spesa militare prevista in Italia per i prossimi dieci anni, stimata in 100 miliardi di euro all'anno.

Inoltre, un dato fondamentale è che quei 300 milioni di euro sarebbero ampiamente compensati dal risparmio sui costi sanitari causati dall'inquinamento a Taranto, che superano i 390 milioni di euro all'anno. Questi dati sui costi sanitari sono accertati dall'Agenzia europea dell'ambiente.

Va considerato che i dati INAIL sulle malattie tumorali professionali vedono Taranto svettare come prima città in Italia affetta da tale triste fenomeno.

La scelta del decreto di eliminare il vincolo sull'uso delle risorse per DRI d'Italia, permettendo l'uso di fondi anche per impianti di preridotto alimentati a gas e non solo a idrogeno, è un punto di preoccupazione per gli ambientalisti, in quanto potrebbe rallentare il processo di decarbonizzazione reale e mantenere l'utilizzo di combustibili fossili. Non sono conteggiati i dati sulle emissioni di CO2 né sono presenti piani di riduzione secondo i piani europei.

Proseguendo con la situazione attuale, inoltre, l'ILVA accumulerebbe perdite per il bilancio dello Stato superiori al costo del lavoro, mettendo a repentaglio la stessa tenuta degli ammortizzatori sociali. Continuare a produrre nel modo attuale, secondo questa prospettiva, non tutela né la salute dei cittadini di Taranto né il futuro reddito dei lavoratori, e addosserebbe alla Regione Puglia la prosecuzione di quei costi sanitari elevati che rendono Taranto una città malata con liste di attesa insopportabili per prenotare visite specialistiche. 

Alessandro Marescotti

Presidente PeaceLink