[TarantoOnLine] Anche Legambiente interviene: "L'ipotizzata ennesima proroga del termine per l’ultimazione degli interventi previsti dall’Aia per l’ex Ilva di Taranto è una vergogna"



(AGI) - Taranto, 29 mar. - “L’ipotizzata, ennesima proroga del termine per l’ultimazione degli interventi previsti dall’Aia per l’ex Ilva di Taranto, è una vergogna, l'ennesimo schiaffo in faccia alla città”. Lo dichiara Legambiente in merito allo slittamento ad anni successivi - questa almeno la richiesta dell’azienda al ministero dell’Ambiente - di alcune prescrizioni ambientali per Acciaierie d’Italia, le quali, in base al Dpcm del 2017, vanno completate entro agosto 2023. “Si tratta di un'Aia varata nell'ottobre 2012, quindi oltre 10 anni fa - sostiene Legambiente attraverso Lunetta Franco -  che è stata oggetto di ritardi continui e relative proroghe che ogni volta allontanavano nel tempo interventi indispensabili per la tutela della salute di cittadini e lavoratori e per l'ambiente”. Per Legambiente, “è inconcepibile che Acciaierie d’Italia possa oggi prospettare, senza conseguenze, la necessità di ulteriori slittamenti non di giorni ma di diversi mesi e, spesso, anni, per una miriade di interventi, dagli impianti di raccolta delle acque meteoriche dell’area a caldo a quelli degli sporgenti marittimi, da impianti di captazione ed abbattimento fumi alle componenti elettriche di vecchia generazione disseminate nello stabilimento, per finire con gli impianti la cui bonifica verrà effettuata a fine vita, o alla loro fermata”. Legambiente chiede che “il ministro dell’Ambiente intervenga per imporre il rispetto delle scadenze previste rigettando al mittente le richieste di proroga. Sicuramente su questi ritardi e sulla inesistenza, allo stato attuale, di un piano industriale che ufficializzi cronoprogrammi dettagliati e impegni certi di investimento relativi alla decarbonizzazione pesa l’incertezza sull’assetto societario - conclude Legambiente - lasciato in un limbo da troppo tempo per non determinare conseguenze disastrose come l'ennesima, paventata proroga del termine dell'Aia”. (AGI) 
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